Un documentario sul clima guidato dai giovani in occasione della COP30

Osaka. La grande capitale della gente comune

20 novembre: Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (<a href="https://www.undp.org/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">UNDP</a>), in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), lancerà Generation Trust: A Global Climate Story in the Making, un nuovo documentario che mette in luce l’azione climatica guidata dai giovani in cinque regioni del mondo. Il film sarà presentato in anteprima virtuale esclusiva il 20 novembre sulla più grande piattaforma mediatica globale dedicata al clima, We Don’t Have Time, e sarà poi rilasciato pubblicamente il 25 novembre sul canale YouTube ufficiale dell’UNDP.



Prodotto dall’iniziativa&nbsp;Youth4Climate&nbsp;di UNDP, realizzata in partnership con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e sostenuta dai fondi 8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai,&nbsp;Generation Trust&nbsp;segue cinque giovani leader climatici provenienti da Liberia, Uganda, Pakistan, Bolivia e Colombia, mentre affrontano complesse sfide climatiche locali con creatività, coraggio e spirito di comunità. Il film, realizzato in collaborazione con lo studio cinematografico pluripremiato&nbsp;What Took You So Long, racconta l’evoluzione di Youth4Climate: dal lancio in occasione della pre-COP26 a un’iniziativa strutturata guidata da Italia e UNDP, focalizzata sul dialogo intergenerazionale e sulla partecipazione significativa dei giovani all’azione climatica. Ad oggi, Youth4Climate ha destinato fondi a soluzioni climatiche guidate da giovani in&nbsp;59 Paesi.



«Questo film ci ricorda cosa è possibile quando smettiamo di considerare i giovani come leader di domani e iniziamo a fidarci di loro come leader di oggi», ha dichiarato&nbsp;Agostino Inguscio, Coordinatore del Centro UNDP di Roma. «È una storia di persone reali, di azioni concrete e di ciò che accade quando ai giovani vengono dati spazio, sostegno e fiducia per guidare il cambiamento».



Il documentario sarà inoltre proiettato alla&nbsp;<a href="https://www.cop30.gov.br/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">COP30</a>&nbsp;il 21 Novembre nella UN Hall sulla piattaforma virtuale&nbsp;Maloca, rafforzando l’appello della COP30 per una maggiore cooperazione intergenerazionale e una più ampia inclusione dei giovani nella governance climatica, in linea con lo spirito del&nbsp;<a href="https://www.italiaclima.org/cop30-mutirao-rinvigorire-lazione-per-il-clima/" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Global Mutirão</a>, che mette al centro l’azione collettiva guidata dalle comunità.



«Seguire questi cinque giovani leader ha cambiato il nostro modo di vedere la crisi climatica. Non riguarda solo la scienza o le politiche, ma il coraggio, la frustrazione, la speranza e le relazioni che rendono possibile il cambiamento», hanno dichiarato Clara Wetzel e Fanny Lindström, co-registe di Generation Trust. «Ciò che ci ha colpito di più è quanto avessero in comune, pur vivendo in realtà lontanissime. Alla base di tutto c’era la fiducia: in se stessi, negli altri e nelle organizzazioni che credono in loro. Ognuno porta sulle spalle enormi responsabilità, cercando di cambiare sistemi molto più grandi di loro, eppure continuano ad andare avanti con chiarezza e gentilezza. Lungo il percorso, abbiamo capito che il racconto stesso può essere uno specchio, non solo una registrazione: uno strumento per riflettere, sognare e trovare un senso».



Mentre la più grande generazione giovanile della storia affronta crescenti rischi climatici e sociali,&nbsp;Generation Trust&nbsp;è al tempo stesso un appello all’azione e una celebrazione delle soluzioni climatiche guidate dai giovani, molte delle quali sostenute attraverso lo&nbsp;<a href="https://community.youth4climate.info/dashboard/call-solutions-2025" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Youth4Climate Call for Solutions</a>, un’iniziativa di UNDP finanziata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e dai fondi 8×1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.



«L’Italia ha sempre creduto nell’importanza di mettere i giovani al centro dell’azione climatica e ambientale», ha dichiarato&nbsp;Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. «Attraverso la nostra partnership con UNDP e iniziative come Generation Trust, investiamo nella creatività, nella determinazione e nella leadership dei giovani di tutto il mondo. Le loro idee e azioni sono essenziali per costruire un futuro sostenibile e inclusivo, capace di trasformare l’ambizione in cambiamento concreto e di non lasciare indietro nessuno».



«Generation Trust mostra con chiarezza che la fiducia è il punto di partenza di ogni cambiamento. Attraverso i fondi dell’8×1000, l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai intende rendere concreto il proprio impegno nel sostenere i giovani, nella convinzione che dare loro fiducia significhi rendere possibile un futuro sostenibile. Il buddismo insegna che ogni persona racchiude una forza capace di trasformare la realtà, e questo film ne è una testimonianza viva. Come ci ha insegnato il Maestro buddista e costruttore di pace Daisaku Ikeda: ‘I giovani non solo possiedono il forte desiderio di trasformare il mondo, ma hanno la capacità innata di farlo su scala ampia e crescente’.» Alberto Aprea, Presidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.



Youth4Climate è solo un esempio di ciò che diventa possibile quando ai giovani si offre non solo ascolto, ma anche&nbsp;risorse, finanziamenti e fiducia&nbsp;per realizzare le proprie idee.&nbsp;Generation Trust&nbsp;dimostra che la transizione che ci attende non avverrà&nbsp;per&nbsp;i giovani, ma&nbsp;con&nbsp;i giovani. Il cambiamento inizia quando scegliamo di fidarci di loro.



Il lancio di Generation Trust rappresenta un esempio concreto del successo delle partnership internazionali capaci di trasformare gli impegni politici in risultati reali. Con iniziative come Youth4Climate, Italia e UNDP continuano a trasformare le promesse globali in opportunità concrete affinché i giovani guidino l’azione climatica trasformativa.

In tutto il mondo i nostri membri provano per il Kansai un sentimento di profonda ammirazione,&nbsp;anzi, direi di&nbsp;meraviglia e soggezione! Anche i membri di Tokyo sono immensamente grati per il legame di amicizia e il sostegno pieno di entusiasmo&nbsp;da parte dei&nbsp;loro compagni di fede del Kansai. Il Kansai è forte! Osaka è forte! Il nostro “grande Kansai sempre vittorioso” è la terra invincibile delle persone comuni che non ha eguali in tutto il mondo. I membri del Kansai possiedono lo spirito di maestro e discepolo. Nessuno potrà mai spezzare i legami spirituali fra me e i membri del Kansai, l’impegno che condividiamo nel lottare con passione per realizzare&nbsp;kosen-rufu. E non permetteremo mai che le mani&nbsp;corrotte&nbsp;dei potenti inquinino questo prezioso legame. Tutto comincia e finisce con la relazione tra maestro e discepolo: questo è lo spirito che ha creato il Kansai sempre vittorioso.



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Quando Josei Toda diventò secondo presidente della Soka Gakkai, cinquant’anni fa [nel 1951], una delle prime cose che gli dissi fu: «Per lo sviluppo futuro di&nbsp;kosen-rufu&nbsp;in Giappone, dovremmo dare la massima priorità alla creazione di un capitolo a Osaka, la capitale delle persone comuni». E Toda rispose senza esitare: «D’accordo Daisaku. Se questo è ciò che pensi, vai a Osaka e costruisci questo capitolo». La costruzione della nostra organizzazione nel Kansai ebbe inizio da questa unità di intenti tra maestro e discepolo. A quel tempo a Osaka quasi non c’erano membri e i massimi responsabili della Soka Gakkai non si erano mai sognati di istituirvi un capitolo. Ma Toda aveva dichiarato che avrebbe realizzato 750.000 famiglie aderenti al nostro movimento, e io ero il suo discepolo. Così, animato dall’entusiasmo e dall’idealismo della gioventù,&nbsp;riflettei&nbsp;profondamente e a lungo su ciò che occorreva per realizzare l’ampia propagazione del Buddismo di Nichiren Daishonin, e fu questo che mi spinse a suggerire al mio maestro di fondare un capitolo nel Kansai. Mentre Tokyo è la capitale politica e amministrativa del Giappone, Osaka - e di fatto tutto il Kansai - è la sua capitale commerciale. Se avessi potuto stabilire lì una forte base per&nbsp;kosen-rufu,&nbsp;l’effetto a catena di questo slancio si sarebbe propagato senza alcun dubbio in altre zone, come il Chugoku, lo Shikoku, il Kyushu, e alla fine in tutto il Giappone.



[Nel 1951, quando il presidente Toda dichiarò che avrebbe realizzato 750.000 famiglie di praticanti, la Soka Gakkai&nbsp;contava poco più di 3000 membri, in dodici capitoli. Nell’agosto del 1952 a Osaka c’erano solo una quarantina di membri (n.d.r.)]



L’anno seguente, il 1952, il capitolo Osaka iniziò a prendere forma. Il 14 agosto di quell’anno mi recai a Osaka e il giorno seguente il presidente Toda mi raggiunse per lanciare la nostra campagna regionale estiva e compiere il primo passo verso il pieno sviluppo della nostra organizzazione a Osaka. Riferivo ogni cosa al presidente Toda, giorno e notte, e intanto mi adoperavo con tenacia per realizzare la vittoria. Anche i membri del Kansai, perfettamente uniti e pieni di entusiasmo, si lanciarono nella campagna. I loro occhi brillavano vivaci e tutto il loro essere era colmo di speranza e fiducia in se stessi.



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Il maestro Toda espresse chiaramente lo scopo del suo viaggio a Osaka, dicendo: «Liberiamo Osaka da malattie e povertà!». Fu la dichiarazione solenne di voler asciugare le lacrime di infelicità e sofferenze dagli occhi degli abitanti di Osaka. E io feci mio il suo voto. Per raggiungere quello scopo mi sarei dedicato assiduamente a propagare la Legge mistica e a infondere coraggio a tante persone, in modo che potessero condurre vite felici. Lo scopo di una&nbsp;vera&nbsp;religione è liberare le persone dalle catene della sofferenza. Una religione viva aiuta le persone a trasformare la disperazione in felicità. La religione non dovrebbe essere una mera fonte di consolazione e conforto, e tantomeno un “oppiaceo” che permette di fuggire dalla realtà. L’effetto di questa determinazione fu che tanti individui forti e coraggiosi, che si erano risvegliati a un nuovo modo di vivere e avevano acquisito una nuova consapevolezza,&nbsp;si alzarono&nbsp;decisi a lavorare per la riforma e il miglioramento della società in cui vivevano. Come cittadini, avevano tutti i diritti di costruire una società&nbsp;più&nbsp;umana, una società al servizio dei loro bisogni. «Dobbiamo far sì che Osaka – una città di persone oneste e industriose – diventi la capitale della felicità di tutte le persone piene di buona volontà». Questa fu la mia determinazione di giovane leone&nbsp;ventottenne e, dall’inizio&nbsp;del 1956, iniziai ad assumere attivamente la guida&nbsp;della&nbsp;costruzione del Kansai sempre vittorioso. Insieme ai membri del Kansai mi gettai nello sforzo congiunto – una lotta di fede e di&nbsp;kosen-rufu&nbsp;– di realizzare tale scopo.



Inoltre, nel luglio di quell’anno ci sarebbero state le elezioni della Camera dei consiglieri (Camera Alta) e la Soka Gakkai aveva deciso di presentare un proprio candidato nel distretto regionale di Osaka.&nbsp;Era stata una decisione molto difficileper la sede centrale. Tutti pensavano che vincere fosse impossibile e,&nbsp;sia all’interno che all’esterno della Soka Gakkai, molti sostenevano che fosse una&nbsp;mossa avventata destinata al fallimento. Ma io promisi solennemente al mio maestro: «Qualsiasi ostacolo potremo incontrare, io le prometto che vinceremo. Sensei, io le riporterò una vittoria!». Per il compleanno di Toda di quell’anno (11 febbraio 1956), composi una poesia in cui esprimevo la mia determinazione. Egli rispose con una velocità fulminea. Fu uno scambio fra maestro e discepolo che non dimenticherò mai, finché vivrò.



Ora vorrei dedicare ai nostri membri del Kansai la poesia che gli inviai, con un significato rinnovato.



L’aurea cittadella che stiamo costruendo adesso nel Kansai non perirà mai, per l’eternità, e sconfiggerà per sempre le forze demoniache.



E desidero&nbsp;condividere anche la poesia con la quale Toda mi rispose quel giorno:



La gioia di levare lo sguardo sull’aurea cittadella costruita dal mio discepolo con le sue attività di propagazione.



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Il primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, impartì questa guida molto profonda: «Secondo un detto anche la polvere, quando si accumula, può formare una montagna, ma di fatto non esistono montagne formate da un accumulo di polvere. Le vere montagne si formano attraverso ingenti spostamenti improvvisi della crosta terrestre<a href="applewebdata://024BBF37-E4C4-43C5-860A-93B9CA41BFFF#_ftn1">[1]</a>».&nbsp;Makiguchi spiega&nbsp;con fermezza che possiamo trasformare noi stessi e costruire uno stato vitale incrollabile soltanto nella lotta sincera di un grande bene contro un grande male. Se dobbiamo combattere, allora che sia una lotta grandiosa! Realizziamo una vittoria clamorosa, una vittoria schiacciante! La mia missione era una sola: costruire un’aurea cittadella invincibile nel Kansai. E per farlo ero determinato a dare tutta la mia vita e a trionfare in modo assoluto. Ma la portata dello scopo stabilito dal presidente Toda&nbsp;rendeva quell’impresa fisicamente impossibile per un solo individuo. Perciò decisi di concentrare il cento per cento dei miei sforzi nell’incontrare i membri del Kansai, per incoraggiarli, spronarli e allenarli in modo che diventassero campioni coraggiosi di&nbsp;kosen-rufu&nbsp;in&nbsp;grado di battersi insieme a me in quell’impresa.&nbsp;E tradussi tutto questo in azione. Ero certo che la mia ardente decisione – la fiamma appassionata dello spirito capace di rendere possibile l’impossibile, al di là di ogni immaginazione – si sarebbe propagata e avrebbe acceso tanti altri cuori. Volevo vincere. Dovevo vincere. Vincere e riferire questa vittoria al mio maestro era la mia missione suprema come discepolo, e significava&nbsp;mettere in pratica&nbsp;l’insegnamento della non dualità di maestro e discepolo. Recitavo Daimoku sinceramente, giorno dopo giorno, per avere la forza di realizzare il mio scopo. Recitavo continuamente con la ferma convinzione che qualsiasi persona con cui fossi entrato in contatto sarebbe diventata un’alleata del nostro movimento e avrebbe agito&nbsp;come funzione&nbsp;protettrice.



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Nel corso&nbsp;del 1956, giorno dopo giorno e mese dopo mese le attività di propagazione a Osaka presero uno slancio sempre più intenso e dinamico,&nbsp;mentre i membri di tutto il Giappone osservavano pieni di aspettative. La velocità complessiva con cui si muove un’organizzazione è determinata dall’energia e dalla&nbsp;tenacia&nbsp;di coloro che la guidano. Io presi con coraggio l’iniziativa, lanciandomi nella lotta con tutto me stesso. Non esitavo mai, ero sempre in movimento e parlavo senza sosta. Trascorrevo ogni giorno, dalla mattina presto alla sera tardi, incoraggiando i membri in ogni angolo di Osaka.&nbsp;C’erano giornate in cui&nbsp;partecipavo anche a venticinque o ventisei incontri, sempre in movimento e sempre dicendo a me stesso: “Ho ancora tempo per un altro incontro”. e “Posso incoraggiare ancora più membri”. Ero madido di sudore, avevo la voce rauca a forza di parlare e le gambe pesanti come il cemento. C’erano così tante persone da incontrare, così tante persone che volevo vedere e incoraggiare, così tante persone che volevo contattare nel limitato arco di tempo delle ventiquattro&nbsp;ore.&nbsp;Se mi fossi lasciato sfuggire quel momento, quell’opportunità, forse non avrei mai più incontrato quella&nbsp;persona. Perciò&nbsp;cercavo di sfruttare al massimo ogni secondo. Mentre mi recavo da un luogo all’altro di riunione, se qualcuno mi indicava l’abitazione di un membro cercavo di fermarmi, anche solo un minuto, e ogni volta che un membro veniva alla sede centrale del Kansai cercavo di trovare il tempo di&nbsp;rivolgergli anche&nbsp;solo un saluto o un incoraggiamento.&nbsp;E quando proprio non mi potevo fermare, salutavo le persone&nbsp;con un gesto delle mani o con&nbsp;gli occhi, mandando loro silenziosamente&nbsp;Daimoku dal profondo del cuore. Sapevo che, se i nostri cuori si fossero toccati, anche solo per un momento, avremmo creato una&nbsp;connessione per il Buddismo, ma se mi fossi limitato a tirar dritto senza cercare un contatto, non si sarebbe creato alcun valore. Rivoluzione umana significa incontrare le persone.&nbsp;Kosen-rufu&nbsp;è parlare con le persone e quest'azione incarna coraggio, saggezza e compassione.&nbsp;



*



Ovunque andassi, si creavano&nbsp;incontri emozionanti che suscitavano un senso di ispirazione reciproca e comunione da vita a vita, generando ondate di gioia sempre più ampie. Se mi fermavo a casa di un responsabile locale che in quel momento era assente, lasciavo sempre un messaggio di incoraggiamento per lui e per la sua famiglia. E mentre facevo il giro dei vari luoghi di riunione, che&nbsp;di&nbsp;solito erano case dei membri, portavo con me il pennello e regalavo calligrafie nella speranza di incoraggiare tutti. Scrivevo “Lotta decisiva”, “Lotta coraggiosa” o “Grande trionfo”. In un lampo si diffuse un’ondata di&nbsp;solidarietà&nbsp;e si generò lo spirito combattivo, tutti erano sempre pronti a lavorare insieme per la causa di&nbsp;kosen-rufu. I miei fidati compagni di fede del Kansai abbracciarono i miei obiettivi e le mie determinazioni. Si&nbsp;alzarono per impegnarsi&nbsp;instancabili al mio fianco condividendo gioie e sofferenze. Ho letto infiniti passi del Gosho insieme ai membri del Kansai. Uno di questi era: «Un giorno di vita è molto più prezioso di tutti i tesori del sistema maggiore di mondi» (RSND, 1, 848). Facciamo tutto ciò che possiamo in ogni giorno prezioso e insostituibile, in modo da non avere rimpianti, e dedichiamo la vita a&nbsp;kosen-rufu&nbsp;e alla felicità dell’umanità! Essere sempre vittoriosi significa vincere risolutamente nel presente. Significa vincere oggi.



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Alla fine aprendosi un varco in mezzo a dure prove, in perfetto accordo con lo spirito del Daishonin, i membri del Kansai trionfarono! Nel maggio di quel turbolento 1956 realizzammo un magnifico record mensile e 11.111 nuove famiglie ricevettero il Gohonzon! Questo risultato gettò fondamenta sicure dell’aurea cittadella di kosen-rufu nel Kansai. Alle elezioni della Camera dei consiglieri di due mesi dopo, in luglio, – la prima elezione della Camera Alta nella quale vi erano candidati della Soka Gakkai – i nostri membri del Kansai, grazie a un serrato lavoro di squadra, conseguirono una vittoria impressionante [con il loro candidato nel distretto regionale di Osaka] che suscitò applausi e congratulazioni da parte dei compagni di fede di tutto il Giappone. Quella vittoria sollevò un’ondata di persecuzioni e sordidi intrighi da parte delle autorità, nel luglio dell’anno successivo [1957], proprio come è scritto nel Gosho. Mi riferisco al cosiddetto “incidente di Osaka” di cui ho scritto nel mio saggio precedente. I miei nobili amici del Kansai hanno replicato tante altre volte quella grande battaglia di quarantacinque anni fa, creando una storia brillante di continui trionfi. E ancora una volta il Kansai sta scrivendo una nuova pagina della sua storia di infinite vittorie. La nostra vittoria in questo primo anno del nuovo secolo aprirà la strada a tutte le vittorie che verranno. Grande Kansai, sii tenace! Avanza fino in fondo, con integrità e coraggio, un passo dopo l’altro! Kansai sempre vittorioso, trionfa in ogni cosa, senza mai dimenticare il tuo onore e la tua missione, insieme a me!







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<a href="applewebdata://024BBF37-E4C4-43C5-860A-93B9CA41BFFF#_ftnref1">[1]</a>&nbsp;Makiguchi Tsunesaburo Shingenshu&nbsp;(Raccolta dei detti di Tsunesaburo Makiguchi), ed. Takehisa Tsuji, Tokyo, Daisan Bummeisha, 1979, p. 23.

Il 20 novembre 1959 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione dei diritti del fanciullo e nel 1989 la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell'adolescenza, entrambi strumenti fondamentali per ricordarci ancora oggi quale dovrebbe essere la nostra priorità: garantire ai bambini e alle bambine di tutto il mondo la possibilità di condurre una vita felice, di ricevere un’istruzione, di vivere in un ambiente sano avendo accesso a cure mediche, affetto, cibo e protezione.&nbsp; Purtroppo, la realtà di oggi è molto diversa da quella prospettata da questi strumenti internazionali e dall’aspirazione che ognuno e ognuna di noi ha nel cuore. Sono tantissimi i bambini che perdono la casa, la propria famiglia o che sono costretti a vivere in condizioni terribili a causa dei conflitti o del cambiamento climatico.&nbsp;



Come sempre, le giornate internazionali sono occasioni per rinnovare la determinazione personale e collettiva ad agire in prima linea affinché questi diritti possano essere riconosciuti e applicati nella loro totalità nei confronti di tutti i bambini e le bambine del mondo. Il maestro Ikeda ha da sempre riconosciuto una centralità assoluta al rispetto dei più piccoli, il tesoro del futuro. Ha dedicato tutto se stesso, così come Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda, per costruire un mondo e un sistema educativo nel quale ogni bambino e bambina potesse manifestare il proprio unico potenziale e condurre una vita all’altezza dei propri sogni. A noi adulti il compito di impegnarci nel costruire le strutture necessarie a far sì che i più giovani possano avere libero accesso e dare libero sfogo alla propria creatività ed espressione di sé.&nbsp; In riferimento al ruolo dei genitori e degli adulti in generale, il maestro Ikeda afferma:



«Tutto il nostro amore e tutta la nostra sincerità devono essere dedicati all’educazione, la missione suprema il cui ideale è costruire un mondo dove gli occhi di tutti i bambini possano continuare a brillare, pieni di speranza». (I tesori del futuro, Daisaku Ikeda, pag. 84) «Dall’attuale punto di osservazione, il futuro non appare brillante. Anche se fossimo in grado di evitare la totale distruzione di una catastrofe nucleare, rimangono attive molte aree potenzialmente esplosive e varie fonti di conflitto. La prosperità della nostra civiltà è basata sul petrolio, ma ora, di fronte alla prospettiva dell’esaurimento delle risorse naturali, dobbiamo trovare fonti alternative di sviluppo. Le reazioni alle sostanze velenose sparse nei mari, nei fiumi e sulla terra dagli adulti di oggi influenzeranno le vite nel prossimo secolo, le persone potrebbero rimanere tremanti di fronte al silenzio dell’alba, accasciandosi nella fredda morsa del vento invernale. Non sono né ottimista né pessimista per quanto riguarda il futuro. Più che preoccupazione per ciò che succederà nel prossimo secolo provo un forte senso di responsabilità per quanto andrebbe fatto ora. Per scoprire ciò che dovremo fare, dobbiamo avere piena consapevolezza di quali siano i problemi. Alcune persone sono tanto ottimiste da credere che il momento dell’alba e la sua tonificante brezza arriveranno anche prima del XXI secolo. Anch’io aspetto e prego che quelle nuvole dalle sfumature cremisi a oriente arrivino presto, annunciando l’alba del nuovo giorno. Ma per quanto possiamo sperare e pregare per il futuro, in un mondo dove abbondano predizioni oscure e irresponsabili di una prossima apocalisse, la forza che porta il calore della primavera e la luce del sole all’umanità, sarà di quelli che ora sono bambini, non degli adulti. Sono loro, i bambini, che vivranno nel futuro. Sopravvivranno alle agitazioni di quest’epoca e condurranno la loro esistenza nel nuovo secolo. Gli educatori dovrebbero tenere bene a mente questo fatto e fissare un obiettivo per il futuro. Non ho bisogno di ripetere che tale obiettivo è l’alba del nuovo secolo. Nella violenza crescente del nostro tempo è sempre più necessario posare lo sguardo sul futuro ripensandolo da nuove prospettive. La società di oggi non sarà quella del futuro. I valori a cui si aggrappano gli adulti oggi non saranno gli stessi tra dieci anni. La conoscenza richiesta per adattarsi al cambiamento è di per sé condannata a cambiare. Il cosiddetto percorso elitario, che dalle scuole migliori, passando dalle università più prestigiose porta alle migliori posizioni negli affari e nel governo, fonte di esclusivismo, svanirà dalla faccia della terra. Non è troppo distante il futuro in cui la società contemporanea basata sul denaro sarà completamene distrutta. Spero che l’educazione dei giovani riformi questa società che si appoggia eccessivamente sui valori economici e sul curriculum scolastico». (Ibidem, pagg. 75-76)



Quest’anno in Italia la giornata mondiale avrà come focus il diritto al gioco, anche questo riconosciuto all’interno della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia. Avere il tempo e lo spazio per giocare è un elemento essenziale per lo sviluppo dei bambini e delle bambine. Di fatto l’educazione e l’apprendimento non passano solo attraverso lo studio mnemonico e formale, ma anche attraverso l’espressione della propria creatività, divertendosi. Il maestro Ikeda scrive:



<blockquote class="wp-block-quote">
«Il termine giapponese “educazione” può essere scritto anche con gli ideogrammi “crescere insieme”. I bambini sono una meraviglia della natura e le loro vite risplendono radiose. La loro vivacità è fonte di energia per gli adulti. Dove risuonano le voci allegre dei bambini, là scaturiscono speranza, pace e gioia di vivere»&nbsp;(La mappa della felicità, 25 ottobre)
</blockquote>



Tenendo sempre bene a mente questo aspetto, prendiamoci cura del futuro con tutto il nostro cuore.&nbsp;



<hr class="wp-block-separator has-alpha-channel-opacity"/>



Pubblichiamo un poema del 2020 di Daisaku Ikeda dedicato ai bambini e alle bambine di tutto il mondo&nbsp;



<h4 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">I bambini sono il tesoro dell’umanità&nbsp;</h4>



<figure class="wp-block-image aligncenter size-full is-resized"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/11/giornata-bambini_.jpg" alt="" class="wp-image-60911" style="width:507px;height:auto"/></figure>



I&nbsp;bambini sono il “tesoro del futuro”. Sono un patrimonio inestimabile del nostro pianeta Terra. Proteggere le loro vite così preziose equivale a proteggere il futuro dell’umanità. Per tutti voi, giovani del Gruppo futuro, lo studio è un diritto insostituibile, un privilegio. Più vi sforzate nello studio, più espanderete i vostri orizzonti, e il palcoscenico su cui svolgerete il vostro ruolo si amplierà. Riuscirete a vedere chiaramente il mondo come non l’avete mai visto prima. Studiare è come avere un paio d’ali per volare che ci permettono di guardare la grande Terra dall’ampia prospettiva del cielo sconfinato. Per questo desidero che adesso vi impegniate al massimo nello studio. A volte, riuscirete a studiare come avete determinato. Tante altre volte potreste non riuscirvi. A volte siete in buone condizioni fisiche e mentali, altre volte, invece, non vi sentite in forma. Tuttavia, in qualsiasi circostanza, l’importante è non scoraggiarsi ma determinare: “Ci riproverò, con tutto me stesso!”, senza arrendersi mai. Una persona con un tale atteggiamento alla fine sicuramente cresce e migliora. Più si dà nutrimento a un albero, più questo cresce forte e rigoglioso. Allo stesso modo, la vita delle persone ha bisogno di nutrimento spirituale. Per questa ragione è essenziale leggere. I libri letti durante l’adolescenza o prima dei trent’anni costituiscono un tesoro per tutta la vita. Le vostre madri e i vostri padri stanno aprendo la strada per creare la storia delle nobili persone comuni. E tutti voi successori siete giovani campioni di giustizia e verità. Insieme, con tutto il cuore, continuiamo a sostenere i nostri giovani successori del Gruppo futuro, che si impegnano in prima linea per realizzare&nbsp;kosen-rufu&nbsp;mondiale. Il mondo attende la crescita di tutti voi, giovani successori del Gruppo futuro. Vi prego di mettere lo studio al primo posto e di prendervi sempre cura dei vostri genitori. (Seikyo Shimbun, 7 giugno 2020)

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