Una vittoria che risplende luminosa

Ho quarantasette anni e a maggio del 1999 ho ricevuto il Gohonzon. Oggi sono una persona felice, con una vita piena di relazioni profonde e significative. Posso dire con certezza che la pratica buddista ha completamente trasformato la mia vita. La casa dove sono cresciuta era fatiscente, quando pioveva entrava acqua dal tetto. Spesso non avevamo abbastanza cibo e già a sei anni ho iniziato a soffrire di depressione. In famiglia i conflitti erano all’ordine del giorno. Finite le scuole medie, dovetti andare a lavorare in una pelletteria.  Nel 1992 fummo sfrattati, ci accolse mia nonna malata di tumore alle ossa, in una piccola casa di due stanze. Dormivamo tutti insieme, anche con mio zio che soffriva di demenza. La depressione mi costringeva a letto per mesi e mio padre mi urlava che dovevo andare a lavorare.  Poi mia madre nel 1998 iniziò a praticare il Buddismo e come ci ricorda il maestro Ikeda: «Basta un sole per illuminare tutto» (Giorno per giorno, Esperia, 12 luglio). Lei chiese sostegno ai giovani buddisti della zona che per un mese vennero ogni mattina a recitare Daimoku con me. Mi insegnarono Gongyo, mi spronarono a partecipare alle riunioni. Tra tutte, l’esperienza più forte è stata l’attività byakuren al Centro culturale di Firenze che mi ha permesso di radicare profondamente nel mio cuore il legame con il maestro Ikeda.  Pian piano cominciai a prendere in mano la mia vita, iniziai a lavorare e mi sfidai ogni mese a fare un’offerta per kosen-rufu, anche quando avevo pochissimo da offrire. Mi diplomai alle serali e poi mi laureai in Economia e Commercio, sempre lavorando. Ho sposato un uomo meraviglioso e insieme abbiamo avuto un figlio che adesso ha undici anni, Jacopo Masaki. Nel 2013 mio padre mi propose di lavorare con lui in negozio, accettai, pensando di aiutarlo e di ricucire un po’ il nostro rapporto, ma trovai un disastro economico: cartelle esattoriali e debiti. Mi resi conto che mi ero allontanata dalla mia famiglia d’origine senza aver trasformato la mia rabbia, il karma che si ripresentava mi dava l’opportunità di affrontarlo con fede.  Con tanto sforzo, studio e Daimoku, in tre anni riuscii a ripagare più di 100.000 euro di debiti.  Nel 2021 ho iniziato a fare attività con entusiasmo come responsabile di gruppo a Pistoia. Insieme all’altra responsabile abbiamo costruito un’attività bellissima ma non sono mancati gli ostacoli: la depressione è tornata in modo disorientante nella mia vita. Nonostante questo, non ho mollato. Ho continuato con il Daimoku, le attività, le cure mediche e ho ricevuto un grande sostegno dalla mia responsabile di settore e da mio marito. Un anno dopo, mi viene proposta la responsabilità di settore. Anche in questo caso ho accettato con gioia, forte di questa nuova determinazione, ho affrontato le difficoltà che sono emerse.  Mia madre infatti ha smesso di camminare e mio figlio ha iniziato a manifestare disturbi dell’apprendimento ed è stato prospettato un quadro di ADHD, dislessia e disortografia.  I miei compagni di fede mi hanno sostenuto tantissimo. Recitavo Daimoku per non soccombere al dolore, per comprendere il senso profondo di quelle difficoltà. Continuavo a fare offerte per kosen-rufu ogni mese, partecipavo alle attività al Centro culturale e parlavo della pratica buddista a più persone possibili.  Ho anche iniziato a occuparmi dei Giovani gigli bianchi dell'hombu, insieme alla responsabile di capitolo desiderosa di costruire questo nuovo percorso con tutto il cuore. Ed ecco le mie vittorie: in nove mesi mia madre è tornata autosufficiente, cammina e vive da sola. Mio figlio ha ottenuto il riconoscimento dell’invalidità e ha un insegnante di sostegno fantastica. L’attività di mio padre è rinata e oggi io e mia sorella la gestiamo con passione e responsabilità. Il rapporto con mio padre si è risolto, si è accorto delle sue mancanze e ora sta cercando di recuperare il tempo perso.  Il settore di cui sono responsabile, che a novembre 2022 contava 43 presenze, ha raggiunto 79 presenze a novembre scorso, e da lì è nato anche un nuovo capitolo. E in questo meraviglioso percorso di crescita, anche mio figlio ha iniziato a partecipare attivamente alle riunioni, ha invitato una sua amica a un incontro dei bambini delle scuole elementari. Vederlo coinvolto mi riempie di gioia e conferma quanto la rivoluzione umana si trasmetta naturalmente attraverso il dialogo e il nostro comportamento. Il Buddismo mi ha insegnato che se vogliamo davvero costruire una società pacifica e prospera, dobbiamo impegnarci affinché il cuore delle persone abbia un solido pilastro di bontà e giustizia. Ogni trasformazione nella società parte dalla rivoluzione umana del singolo individuo, come scrive il maestro Ikeda: 



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«La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità» (La nuova rivoluzione umana, prefazione)
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Questa è la chiave. Se non cambiamo noi, non possiamo cambiare il nostro ambiente.&nbsp; Ringrazio dal profondo del cuore Sensei, la signora Kaneko, i compagni e le compagne di fede e tutte le persone che mi hanno accompagnata in questo meraviglioso percorso.&nbsp; Basarsi sul voto condiviso di maestro e discepolo significa continuare a praticare il Buddismo di Nichiren insieme alla Soka Gakkai per il resto della nostra vita, qualunque cosa accada.&nbsp; Determino di non essere mai sconfitta e di continuare ad avanzare con vigore e ottimismo sempre insieme al mio maestro e ai miei compagni di fede.

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