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22 aprile 2025

La natura come insegnante: un nuovo modo di fare agricoltura

Intervista a Jacopo Volpicelli, ecologo della cooperativa sociale "Qualcosa di diverso"

“Ages: Agroforesta ecologica sociale” è un progetto realizzato dalla cooperativa sociale “Qualcosa di diverso” e finanziato con i fondi dell’8x1000 dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Abbiamo intervistato Jacopo Volpicelli, ecologo della cooperativa sociale “Qualcosa di diverso”, che ci ha parlato degli obiettivi del progetto, in particolare quello di sperimentare un nuovo modo di fare agricoltura nel rispetto della biodiversità

immagine di copertina
Jacopo Volpicelli, ecologo di cooperativa "Qualcosa di diverso"

AGES – Agroforesta ecologica sociale è un progetto che interessa terreni confiscati alla criminalità organizzata e in condizione di grave dissesto nelle campagne tra San Vito dei Normanni e Latiano, nella provincia di Brindisi.
Il processo di agroforestazione è una pratica agricola che rispetta la biodiversità e che si contrappone alle monocolture (coltivazione di una sola specie di piante).
L’obiettivo del progetto è di implementare questa tecnica agricola in un’area gravemente deteriorata che porti beneficio all’ecosistema e che sviluppi allo stesso tempo una coscienza collettiva modificando il modo di fare agricoltura, riducendo i gravi impatti ambientali pur mantenendo allo stesso tempo una produttività elevata.
L’introduzione di quasi 5.000 alberi e piante sarà accompagnata da attività di formazione e coinvolgimento della comunità locale, delle istituzioni, della comunità agricola, con particolare attenzione ai giovani e ai giovanissimi che saranno coinvolti non solo come forza lavoro, ma anche come testimoni e supporter del progetto AGES.
Uno degli obiettivi è anche l’inserimento lavorativo di persone con svantaggio sociale. In quest’ottica, l’agricoltura permette di generare lavoro ma anche di affrontare temi estremamente importanti, come quello dell’inclusione. Il desiderio è che il nostro lavoro possa diventare un manifesto di buone pratiche e far vedere che si può realizzare lavoro equo, e che tutto può avvenire nel rispetto dell’ambiente e delle persone.

Fino al 2020 gran parte del nostro lavoro come cooperativa sociale “Qualcosa di Diverso”, è stato incentrato sul recupero dei terreni che presentavano una monocoltura, che erano gli ulivi. È stata una sfida trasformare il sistema agricolo che abbiamo ereditato, in un sistema sostenibile.
Poi dalla trasformazione dei terreni recuperati, abbiamo iniziato a progettare un’agroforesta.
La coltivazione di una sola specie oltre a nuocere all’ambiente mette a rischio anche l’economica. Per fare un esempio, in Puglia c’è un batterio che da dodici anni sta distruggendo la produzione olivicola. Il patogeno si è espanso anche per via del fatto che tante altre specie sono state eliminate dall’uomo per la realizzazione di monocolture. In questo caso specifico se ci fossero state altre piante oltre all’ulivo, anche se l’agente patogeno avesse distrutto tutti gli uliveti, gli agricoltori avrebbero potuto beneficiare della presenza di altri prodotti da vendere sul mercato.

Nell’ambito del progetto finanziato, all’interno dell’agroforesta è stato realizzato un campo estivo per bambini, per studenti delle scuole superiori e per ragazzi che si trovavano nel carcere minorile che hanno svolto diversi corsi con noi. La formazione ha come obiettivo di conoscere la vita nella sua diversità, ma saperla apprezzare non è semplice. Il range di età andava dai 3 ai 18 anni. I bambini hanno raccolto l’uva, mentre i ragazzi più grandi hanno ricevuto una formazione didattica, comprendendo meglio che cosa è la biodiversità.
All’interno di questi percorsi i più grandi li abbiamo coinvolti nel piantare gli alberi, realizzando quindi una formazione al lavoro. Durante questi corsi non mi aspettavo che tutti fossero interessati a quello che facciamo, ma alcuni sono rimasti colpiti e hanno espresso il desiderio di poter iniziare a lavorare con noi. Per me questo è stato un bellissimo risultato!

Un ecosistema è per definizione dinamico. Anche una monocoltura di ulivo o di grano è un ecosistema, ma viene definito ecosistema statico.
Quando si coltiva un’unica specie si deve regolare l’ecosistema attraverso l’inserimento di molteplici prodotti nel terreno. Senza questi input esterni, l’ecosistema si regolerebbe autonomamente portando alla crescita di diverse specie naturali... un bosco per produrre non ha bisogno degli input inseriti dall’essere umano!
L’obiettivo è di trovare un punto di incontro tra il rispetto della natura e la sua capacità di rigenerarsi e gestirsi autonomamente e il bisogno dell’essere umano di guadagnare attraverso i prodotti della natura.
All’inizio del nostro inserimento siamo stati visti come agricoltori “non conformi”, le cui tecniche e modalità di lavoro risultano incomprensibili, questo perché chi fa agricoltura da quaranta o cinquant’anni ha sempre lavorato terreni con un’unica specie di pianta.
Questo genere di agricoltori spesso pensa che ciò che stiamo facendo equivale a tornare indietro ed è facile comprendere la loro visione, perché stiamo riproponendo un modo di fare agricoltura simile a quello dei loro nonni. Piano piano però abbiamo trovato punti di incontro con sempre più persone. Siamo consapevoli che stiamo affrontando una sfida intergenerazionale con diversi agricoltori del posto con cui stiamo creando molti legami e collaborazioni.

Recentemente grazie al progetto abbiamo creato una struttura con un laboratorio di trasformazione. Adesso il nostro focus è la produzione di verdure che vendiamo a livello locale e fare formazione, continuando anche la produzione di olio e vino.
Un altro obiettivo è di riuscire ad arrivare sempre di più ai policy makers e avere un impatto sul modo di fare agricoltura in Italia. Per riuscire in questo è necessario conoscere quali sono le altre realtà che come noi stanno portando avanti progetti agroforestali. Negli ultimi anni, grazie al supporto di uno dei nostri partner (Deafal), abbiamo realizzato una mappatura in diverse zone in Italia con lo scopo di individuare chi sta portando avanti progetti simili al nostro e di dare una definizione unica di cosa significa agroforesta.
Forse ci sono già migliaia di realtà che portano avanti progetti di questo tipo, ma si definiscono tutte con nomi diversi ed è quindi complesso individuarle e lavorare insieme. Ad esempio, tramite l’individuazione di queste realtà abbiamo realizzato una tavola rotonda dei sistemi agroforestali pugliesi, chiedendoci insieme perché è importante portare avanti queste attività e impegnandoci a superare le differenze che esistono anche tra di noi.


Credit delle foto: Giuseppe Di Viesto

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