Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione · Il Nuovo Rinascimento · Rivista della Soka Gakkai Italiana dal 1982 ·Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione ·Il Nuovo Rinascimento · Rivista della Soka Gakkai Italiana dal 1982 ·

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10 novembre 2025

La causalità della vittoria

Novembre è un mese di ricorrenze. Il 15 novembre 2023 è scomparso il maestro Ikeda, lasciando a tutte e tutti noi la missione di continuare a diffondere la pace in tutto il mondo. Il 18 novembre 1930 è stata fondata la Soka Gakkai, l'organizzazione che incarna il mandato del Budda di realizzare una società di pace e felicità per tutti gli esseri viventi. Abbiamo scelto degli estratti approfondendo il tema dell'eterno legame di maestro e discepolo per vivere questo mese di novembre con coraggio e nuova determinazione

immagine di copertina

Ho incontrato per la prima volta il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, il 14 agosto 1947, quando avevo diciannove anni. Era un periodo molto cupo per il Giappone, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Io ero un giovane come tanti, affetto da una malattia polmonare cronica per la quale mi avevano detto che non avrei visto il mio trentesimo compleanno. Il sole iniziò a sorgere nella mia vita solo quando incontrai il signor Toda, cominciai a studiare il Buddismo della rivoluzione umana e mi impegnai nella missione di realizzare kosen-rufu. Nel mio cuore promisi solennemente: «Seguirò questo maestro. Per lui sarei disposto anche a dare la vita!». «Da dove viene la vita, e dove va?», continuavo a chiedermi. Quando osservavo la società, vedevo le persone fare una fatica infinita, intrappolate in un circolo vizioso di sofferenza. Io stesso stavo combattendo una battaglia contro il demone della malattia. Fu nel mezzo di tutto ciò che mi imbattei in questo brano, tratto dal Sutra dell’osservazione della mente come la terra, e ne rimasi profondamente toccato. In quel momento compresi davvero la grandezza di questa filosofia. Toda era una persona di incomparabile coraggio. Essere suo discepolo mi ha aiutato a superare qualsiasi sentimento di tristezza o di autocommiserazione. Il mio cuore ardeva della gioia straordinaria di poter lottare con tutto me stesso per il mio maestro e per kosen-rufu. Ho combattuto contro tutti gli ostacoli sul nostro cammino utilizzando, come “causa” alla base dei miei sforzi, la potente determinazione che emerge dalla relazione di non dualità di maestro e discepolo. Nel Buddismo, come anche nella vita, avere un maestro può essere una magnifica causa che poniamo per la nostra crescita. Attraverso l’incontro con un maestro nella fede, rispondendo al suo appello, lottando fianco a fianco con lui, e incidendo il suo coraggio e la sua saggezza nella nostra vita, possiamo rompere il guscio del nostro piccolo io. Questa è la forza motrice della vittoria, che ci consente di costruire un grande e forte io. Sono passati sessantadue anni dal primo incontro con il mio maestro. Toda mi diceva: «Ti prego di continuare a lottare al mio fianco per verificare come si manifesteranno i risultati della nostra pratica nel futuro». Oggi godo di ottima salute, ho costruito legami di amicizia con leader di tutto il mondo e sto avanzando insieme a più di dieci milioni di membri in tutto il pianeta. Le molte onorificenze e i riconoscimenti che ho ricevuto da istituzioni di tutto il mondo rappresentano lo splendido risultato della catena di causa ed effetto iniziata nel momento in cui ho incontrato Toda per la prima volta. Sono la ricompensa per aver servito questo grande maestro e leader di kosen-rufu. Dedico sempre tali onorificenze a Makiguchi e a Toda con sincera gratitudine, e le accetto pregando con tutto il cuore affinché la fortuna e i benefici che esse rappresentano possano riversarsi su tutti i membri della Soka Gakkai e i loro discendenti per molte generazioni a venire. Quando il sole del voto condiviso di maestro e discepolo sorge nei nostri cuori, inizia una grande trasformazione. Non c’è karma che non possiamo superare, non c’è battaglia che non possiamo vincere. La relazione tra maestro e discepolo è, in realtà, una componente indispensabile nel processo di causa ed effetto per realizzare la fondamentale trasformazione dello stato vitale insegnata nel Buddismo. La causalità della Legge mistica, in un certo senso, è la causalità di maestro e discepolo. Il discepolo rappresenta la causa e il maestro rappresenta l’effetto. In realtà la causa che fa partire tutto è la consapevolezza interiore, o senso di responsabilità, del discepolo. Miei giovani amici, non lasciatevi sconfiggere! Vincete adesso, pensando al futuro! Vivere la propria gioventù basandosi sulla causalità di maestro e discepolo, la causalità della vittoria, è il grandioso e nobile sentiero verso una vita senza rimpianti. (Maestro e discepolo, Esperia, pagg. 26-34)

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