«Questo è il mio voto, e io non lo infrangerò mai» (RSND, 1, 254), dichiarò con forza Nichiren Daishonin. La vittoria come esseri umani consiste nel rimanere fedeli al proprio voto e perseverare sul cammino della propria missione. La solidarietà delle persone unite da questo voto condiviso e da questo senso di missione è la forza trainante per eliminare la sofferenza dal nostro pianeta e costruire un mondo di pace e umanità.
Il 7 luglio 2017, nella sede centrale delle Nazioni Unite, a New York, è stato adottato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Questo Trattato internazionale ribadisce con forza l'appello pronunciato dal mio maestro Josei Toda nella sua Dichiarazione per l'abolizione delle armi nucleari di sessant'anni fa (8 settembre 1957), cioè la messa al bando totale e assoluta del possesso e dell'uso di armi nucleari. Desidero condividere la mia gioia per l'adozione di questo storico accordo con gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki, che hanno sofferto la devastazione arrecata dalle armi nucleari, con i membri di Kanagawa, dove Toda pronunciò la sua Dichiarazione, e con i miei cari amici e compagni di fede di tutto il mondo.
Il presidente Toda portò avanti l'eredità del suo maestro, Tsunesaburo Makiguchi, che si batté contro l'oppressione delle autorità militariste giapponesi in tempo di guerra e morì in carcere per i suoi ideali. Egli sosteneva l'idea di cittadinanza globale e affermò che nessun popolo di alcun paese deve mai essere sacrificato. Definì esplicitamente le armi nucleari come il più grande male da sconfiggere. Già dal 1955, due anni prima della Dichiarazione di Kanagawa, Toda aveva iniziato ad affrontare l'argomento durante le riunioni della Soka Gakkai in varie città del Giappone. A una riunione nella zona di Sakai, a Osaka, sottolineò quanto fosse vitale che il Giappone facesse ogni sforzo possibile per assicurare che le armi nucleari non venissero mai più impiegate. Durante una visita nel Kyushu, a una riunione a Yahata, parlò della sua opposizione alle armi nucleari e a Fukuoka dichiarò che quella orribile follia non avrebbe mai più dovuto ripetersi.
Poi, l'8 settembre 1957, sotto un limpido cielo azzurro, presso lo stadio Mitsuzawa di Yokohama pronunciò la sua Dichiarazione per l'abolizione delle armi nucleari. Affidò a noi giovani il suo messaggio, frutto di una profonda riflessione sull'argomento, come la prima delle sue istruzioni per il futuro. Disse: «Noi, cittadini del mondo, abbiamo il diritto inviolabile di vivere. Chiunque metta in pericolo questo diritto è un demone, un mostro». Ciò accadeva solo sette mesi prima della sua morte. Durante una breve tregua dalla malattia, Toda riversò tutto se stesso in quell'appassionato appello. Le sue parole severe, che denunciavano il male delle armi nucleari, risuonano ancora dentro di me. Toda affermava che le persone, specialmente i giovani, devono raccogliere con coraggio la sfida di sradicare quella malvagità distruttiva, quella totale mancanza di rispetto della vita che giustifica l'esistenza delle armi nucleari. Era suo desiderio che mettessimo in atto una serie di iniziative popolari per promuovere il diritto dell'umanità alla vita e creare una solidarietà tra i cittadini del mondo attraverso la passione e la forza dei giovani. Quel desiderio è diventato l'eterno punto di partenza del movimento per la pace della Soka Gakkai e della SGI. Da quel giorno, con le parole del mio maestro sempre in mente, ho intrapreso dialoghi con leader, studiosi, filosofi e scienziati di vari paesi del mondo, compresi gli stati nucleari. Inoltre, attraverso le mie Proposte di pace annuali, in molte altre occasioni ho fornito suggerimenti concreti per aprire una strada verso la messa al bando delle armi nucleari. Nella profondità del mio cuore sento ancora forte la guida di Toda, che una volta mi disse: «Non devi soltanto fare proposte concrete per la pace dell'umanità, ma darti da fare in prima persona affinché siano messe in atto. Anche se non verranno pienamente e immediatamente accettate, saranno la scintilla dalla quale potrà divampare, come un incendio, un grande movimento per la pace. La teoria scollegata dalla realtà è solo un futile esercizio retorico. Le proposte concrete offrono un quadro di riferimento per la trasformazione della realtà e possono contribuire a proteggere gli interessi dell'umanità». Perciò, nel formulare le mie proposte concrete per l'abolizione delle armi nucleari ho dato particolare importanza a quattro punti:
1) Costruire una rete di solidarietà nella società civile per dar voce all'opposizione alle armi nucleari.
2) Sottolineare l'assoluta disumanità delle armi nucleari nelle discussioni per la loro abolizione.
3) Incoraggiare l'adozione di accordi internazionali per l'abolizione delle armi nucleari all'interno dei forum delle Nazioni Unite.
4) Assicurarsi che le voci delle vittime delle armi nucleari (hibakusha) siano rappresentate nello spirito che sta alla base di tali accordi.
La SGI, fin dal lancio del suo "Decennio delle persone comuni per l'abolizione del nucleare", nel 2007, ha intrapreso ampie attività allo scopo di costruire una rete di cittadini che lavorano per la pace. Ha collaborato inoltre a progetti e seminari con la Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari (ICAN) e con altri gruppi che perseguono gli stessi scopi.
E nel mezzo del suo impegno per sostenere e diffondere nella società internazionale una consapevolezza sempre più ampia dei quattro punti sopra citati, il Trattato per la proibizione delle armi nucleari è stato finalmente adottato da 122 Paesi nella sede dell'ONU. Come discepolo del presidente Toda sono immensamente fiero e soddisfatto di questo risultato di portata storica, che costituisce un passo in avanti verso la realizzazione del voto che formulai insieme al mio maestro quel giorno, l'8 settembre 1957, allo stadio Mitsuzawa. La firma del Trattato per la proibizione delle armi nucleari è prevista in apertura della sessione di settembre dell'Assemblea generale dell'ONU, proprio nel mese in cui celebriamo il sessantesimo anniversario della Dichiarazione di Toda. Ora è necessario un ulteriore sostegno da parte della società civile per aumentare il numero delle nazioni firmatarie di questo nuovo Trattato, fino a quando l'abolizione delle armi nucleari verrà universalmente dichiarata. Come affermato nel Preambolo, una delle forze principali per raggiungere questo risultato sarà l'educazione alla pace e al disarmo.
La Soka Gakkai ha fondato la sua prima struttura dedicata alle mostre per la pace, il Toda Memorial Hall, a Yokohama, per far sì che lo spirito della Dichiarazione di Toda diventi sempre più la tendenza di quest'epoca. Sin dalla sua inaugurazione, nell'agosto del 1979, è divenuto un Centro per l'educazione alla pace e al disarmo in cui si organizzano esposizioni per mettere in luce la minaccia delle armi nucleari e far conoscere le testimonianze dei sopravvissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki. A oggi i visitatori sono stati più di un milione. Le iniziative su questo fronte sempre in corso a Kanagawa, così come a Hiroshima, Nagasaki e Okinawa, sono un modello per accrescere la consapevolezza della tragedia della guerra e dell'importanza della pace. Esse esercitano inoltre una notevole influenza sulle attività per la pace che le organizzazioni locali della SGI svolgono nei rispettivi paesi del mondo. Partecipando a una conferenza dell'ONU in vista dell'adozione del Trattato, la SGI, come rappresentante della società civile, ha sottolineato l'importanza di promuovere l'educazione alla pace e al disarmo e, ispirandosi alle attività che ebbero inizio a Kanagawa e proseguono ormai da tempo, ha proposto che l'educazione alla pace e al disarmo venga inclusa nel testo del Trattato. Durante un nostro incontro Joseph Rotblat (1908-2005), premio Nobel per la Pace ed ex presidente delle Conferenze Pugwash, che ha dedicato la vita all'abolizione delle armi nucleari, lanciò questo messaggio alle generazioni future: «La vittoria non sarà mai raggiunta contrapponendo al male il potere del male. Non ha senso cercare di evitare la guerra utilizzando la minaccia della guerra». La forza per resistere al "potere del male" e cambiare la tendenza di quest'epoca risiede nella solidarietà delle persone risvegliate a una coscienza globale, al fatto che facciamo tutti parte di un'unica famiglia umana. Questa era la conclusione di Rotblat. Come Toda mise in luce nella sua Dichiarazione, per porre fine all'era nucleare occorre instillare profondamente in ogni nazione la coscienza che le armi nucleari sono un male assoluto, e che il loro uso è sempre e comunque inaccettabile. Dobbiamo stabilire questo principio incrollabile condiviso da tutta l'umanità.
Il 2 e 3 settembre 2017 si terrà il Summit dei giovani della SGI per la rinuncia alla guerra a Kanagawa, un luogo intriso dello spirito del presidente Toda di lavorare per la pace. Come discepolo di Toda, condividendo profondamente la sua missione, mi sono adoperato con tutte le forze insieme ai miei cari amici e ai compagni di fede di tutto il mondo per realizzare l'abolizione delle armi nucleari. Ora che il Trattato per la proibizione delle armi nucleari dell'ONU è divenuto realtà, promettiamo di rendere questo Summit di Kanagawa un nuovo punto di partenza della nostra sfida verso l'obiettivo di eliminare questi armamenti, e impegniamoci con ancora più vigore nel portare avanti questa causa. La solidarietà tra individui "risvegliati" che condividono un voto
per la pace ha un enorme potere di trasformare i tempi. Scriviamo una meravigliosa storia per il futuro, che sarà ricordata per sempre!
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8 settembre 2025
Il nostro voto condiviso per un mondo libero dalle armi nucleari
L'8 settembre 1957 Josei Toda pronunciò la sua Dichiarazione per l'abolizione delle armi nucleari presso lo stadio Mitsuzawa di Yokohama, affidando ai giovani la missione di diffondere la consapevolezza che queste armi rappresentano un male assoluto. In occasione dell'anniversario della Dichiarazione, ripubblichiamo un saggio di Daisaku Ikeda

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