Giornata mondiale della Terra, un po' di storia
Istituita dalle Nazioni Unite nel 1970 per sensibilizzare alla salvaguardia dell’ambiente, il 22 aprile di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della Terra
L’Earth Day (Giornata mondiale della Terra) è la più grande manifestazione ambientale del pianeta: il momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia.
Si è celebrata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1970, un anno dopo l’incidente a una piattaforma petrolifera al largo di Santa Barbara, in California. L’evento, che causò la fuoriuscita di circa dieci milioni di litri di petrolio in mare per undici giorni, colpì moltissimo l’opinione pubblica, a cominciare dal senatore Gaylord Nelson che insieme al presidente John Fitzgerald Kennedy già dai primi anni Sessanta si batteva per l’istituzione di un Mother Earth Day.
Dal 1970 il movimento Earth Day è cresciuto costantemente e oggi coinvolge ogni anno circa un miliardo di persone in 193 paesi del mondo.
Dal 2007 Earth Day Italia celebra questa importante giornata anche nel nostro Paese e lavora per promuovere la formazione di una nuova coscienza ambientale, attraverso una sempre più estesa rete di dialogo tra i tanti soggetti che si occupano della salvaguardia del Pianeta. Abbiamo pubblicato qui un'intervista al presidente di Earth Day Italy, Pierluigi Sassi.
L’impegno si è esteso anche a livello internazionale, grazie alla partecipazione di network globali quali il Movimento dei Focolari, il programma Connect4Climate di Banca Mondiale, il Global Forum Low Justice and Development, la Mountain Partnership della FAO e molti altri.
Rileggiamo la Proposta per l'ambiente di Daisaku Ikeda
In occasione della Giornata mondiale della Terra rileggiamo la Proposta per l'ambiente che Daisaku Ikeda ha inviato il 5 giugno alla Conferenza mondiale sull'ambiente di Rio de Janeiro dal titolo “Il futuro che vogliamo”. Questa proposta è rivolta a tutti gli abitanti della Terra che, come vicini di casa, condividono questo pianeta e devono imparare a sviluppare una visione chiara di quale dovrebbe essere il rapporto ideale tra l'umanità e la Terra. La Proposta è pubblicata su BS, 154 e all'indirizzo https://www.sgi-italia.org/proposta-per-lambiente-testo-integrale/
In questa proposta, presentata il 5 giugno 2012 alla Conferenza mondiale sull'ambiente di Rio de Janeiro, Daisaku Ikeda chiarisce quale visione si dovrebbe adottare per realizzare una società globale sostenibile.
Affinché ciò sia possibile, spiega, non bisogna considerare la ricerca della sostenibilità solo nelle politiche economiche ed ecologiche, piuttosto deve essere intesa come una sfida autenticamente umana, all’interno del contesto e delle esperienze della vita quotidiana.
La civiltà contemporanea continua a basarsi su una ricerca “amorale del possibile” che porta inevitabilmente a una competizione militare ed economica globale. Makiguchi, a questo proposito, invocava una nuova forma di competizione, quella umanitaria, che parte da una trasformazione nelle profondità della coscienza.
Come sottolinea Ikeda:
«Invece di permettere che la rabbia o il dolore che proviamo per la nostra attuale situazione trovino sfogo in azioni che danneggiano o sviliscono gli altri, dobbiamo allargare e nobilitare quei sentimenti affinché diventino motivo di azione per contrastare le piaghe e le minacce sociali che portano sofferenza a noi e agli altri. Il Buddismo insegna che una simile trasformazione ci mette in grado di vivere esistenze che illuminano la società con le qualità del coraggio e della speranza»
(BS, 154, 9)
Il potenziale umano è infinito
In questa visione si abbandona l’idea della sostenibilità vista come un vincolo imposto all’individuo e alla società. Al contrario, alla base del concetto di sostenibilità vi è la consapevolezza che «anche se le risorse fisiche sono limitate, il potenziale umano è infinito, così come la nostra capacità di creare valore». Questa consapevolezza diventa azione, e tale azione diventa uno sforzo ripetuto per noi e per gli altri, nel presente e nel futuro.
L’importanza della comunità locale
Ikeda Sensei prosegue sottolineando l’importanza della comunità locale. Infatti, di fronte a eventi o minacce all’ecologia globale, le persone possono provare un senso di impotenza sempre più profondo. La chiave per non essere schiacciati da questi sentimenti è piantare salde radici all’interno delle nostre relazioni più strette e dell’ambiente che ci circonda, ovvero abbracciare una prospettiva in cui poter percepire l’incisività delle nostre azioni nella realtà circostante. Makiguchi comprendeva che il senso di appartenenza come membro di una comunità locale è alla base della coscienza di una cittadinanza globale: «Sapere che la nostra vita si estende al mondo intero. Il mondo è la nostra casa, e tutte le nazioni in esso contenute sono il campo della nostra azione».
Indicazioni precise e l’importante ruolo dei giovani
La proposta prosegue con suggerimenti ben precisi, come l'emanazione degli obiettivi di sviluppo del millennio, l'istituzione di una nuova organizzazione internazionale attraverso la fusione di agenzie delle Nazioni Unite che si occupano di ambiente e sviluppo, e la creazione di un programma educativo che favorisca la sostenibilità. Queste proposte sono spiegate dettagliatamente e ampiamente, e sono accomunate dall’importanza che ricoprono i giovani:
«I giovani non solo possiedono il forte desiderio di trasformare il mondo, ma hanno la capacità innata di farlo su scala ampia e crescente. Il grado con cui le Nazioni Unite riusciranno ad attingere all'enorme potenziale dei giovani avrà un impatto determinante sul futuro dell'umanità»
(BS, 154, 27)
Ognuno di noi può fare qualcosa
Partendo dall'esempio del movimento della Cintura Verde avviato da Wangary Maathai, attivista ambientale keniana, Ikeda evidenza come il successo di questo movimento sia stato possibile perché ha messo al centro ogni individuo, ispirando nelle persone un senso più ampio di missione e tirando fuori il loro infinito potenziale innato. infatti, senza la consapevolezza che ogni singola persona può essere un agente del cambiamento, non si avrà una vera trasformazione.
Ognuno di noi è responsabile di questo cambiamento. La “responsabilità” indica l’abilità o capacità di rispondere:
«È grazie al continuo impegno nel rafforzare e modellare la nostra capacità di reagire alle realtà in evoluzione della nostra comunità che si sviluppa il senso di responsabilità verso tutti quelli con cui dividiamo il pianeta e verso le future generazioni» (BS, 154, 12)
Leggi qui la proposta intera https://www.sgi-italia.org/proposta-per-lambiente-testo-integrale/
Leggi qui una sintesi dei punti chiave https://www.sgi-italia.org/proposta-per-lambiente/