Non avevo mai creduto molto in me stesso ma nel 2009 ho iniziato a praticare il Buddismo e da allora ho approfondito con costanza gli incoraggiamenti del maestro Ikeda. Questo mi ha dato il coraggio, dopo la laurea all’Accademia di Belle Arti, di vendere la mia parte di società per intraprendere totalmente la carriera di scultore. Inoltre, nel 2022, presi il coraggio di chiedere alla mia attuale moglie di sposarmi.
Quell’estate, per un tumore al pancreas, la salute del maggiore dei miei fratelli iniziò a peggiorare.
Con il desiderio della sua felicità recitai Daimoku con forza e mi dedicai all’attività buddista tra cui l’organizzazione di un corso di territorio giovani uomini e uomini. Il corso si concretizzò con successo e io vidi mio fratello per la penultima volta al mio matrimonio.
La notte del 28 ottobre mio fratello si spense e la mattina dello stesso giorno un ragazzo a cui avevo parlato di Buddismo, decise di ricevere il Gohonzon. Nonostante la sofferenza, sentii una profonda gratitudine per il sostegno di tutti i compagni di fede che continuarono a starmi vicino.
Poco tempo dopo passai al Gruppo uomini, un cambiamento importante, e sentire Sensei al mio fianco fu la chiave per andare avanti e accogliere positivamente nella mia vita questo passaggio. Mi dedicai alla cura dello zadankai che frequentavo e alla produzione di più opere possibili nel mio nuovo lavoro di scultore. Entrai in contatto con un laboratorio associativo di Carrara e iniziai a collaborare con loro su diversi progetti. Mi fu proposta la responsabilità di capitolo del Gruppo uomini e la accettai, determinato a realizzare la mia missione. Con un lavoro di squadra formidabile rilanciammo l’attività: incontri di recitazione del Daimoku, lettura de La nuova rivoluzione umana, incoraggiamenti personali cuore a cuore. Il numero di persone che partecipavano alle attività aumentò drasticamente. Nello stesso anno due persone a cui avevo parlato di Buddismo decisero di ricevere il Gohonzon!
Purtroppo il laboratorio di giovani scultori in cui lavoravo rischiava di chiudere dopo un improvviso sfratto da parte del proprietario. Chiesi un consiglio nella fede e fui incoraggiato a vincere questa sfida per ripagare il debito di gratitudine nei confronti del maestro Ikeda. Intenzionato ad agire come suo discepolo, decisi che avrei rilanciato per salvaguardare la preziosità dell’arte nel migliorare la vita di tutti. Sensei scrive:
«Potremmo affermare che la nostra missione sociale in quanto buddisti è quella di contribuire ampiamente alla società stabilendo una nuova cultura dell’umanesimo […]. La creazione di magnifiche forme di arte e cultura dimostrerà la grandezza della filosofia buddista, e l’apprezzamento di tali forme di arte e cultura da parte delle persone aiuterà un numero sempre maggiore di individui a creare un legame con il Buddismo» (NRU, 27, 147)
Con l’obiettivo di realizzare una grande vittoria a lavoro, andavo a Carrara per parlare di Buddismo ai miei giovani colleghi, regalando loro libri del presidente Ikeda per incoraggiarli a manifestare la loro creatività e rimanere uniti in quella terribile situazione.
Pian piano le cose iniziarono a muoversi, riuscendo a risolvere il problema con il vecchio proprietario del laboratorio e ottenendo il sostegno della società civile che si è mossa in favore dell’arte per il bene comune.
I miei compagni di fede mi incoraggiavano a portare avanti l’offerta per kosen-rufu, nonostante le difficoltà economiche che avevo. Con quello che guadagnavo saltuariamente, facevo l’offerta e il resto lo reinvestivo subito per produrre nuove opere. Attraverso questo atteggiamento ho realizzato delle magnifiche esperienze che mi hanno permesso di far fronte a molte spese e sostenere il mio lavoro. Infatti, le occasioni di esporre le mie opere e le commissioni dei miei lavori crebbero fino a raggiungere tredici eventi tra mostre di scultura e simposi del marmo.
La stessa settimana in cui due miei giovani colleghi scultori decisero di partecipare a zadankai, ricevetti una telefonata dal Comune di Carrara. Era l’assessore alla cultura che mi comunicava di essere stato scelto da loro in quanto figura valida per rappresentare i giovani scultori neolaureati e operativi sul territorio. Mi disse che avrei dovuto tenere un intervento e partecipare insieme a una delegazione formata da curatori, artisti internazionali e politici che avrebbero incontrato a Roma la commissione del ministero della Cultura. L’occasione era individuare quale città sarebbe diventata la Capitale dell’arte contemporanea nel 2026. È stata un’emozione fortissima poter presentare la candidatura di Carrara in rappresentanza degli artisti. Avevo portato il maestro Ikeda con me nel mio cuore. Provai una gioia assoluta nel vedere quanto gli sforzi incessanti, il sostegno dei preziosi compagni di fede e la fiducia assoluta nelle guide del presidente Ikeda mi avevano portato a essere valorizzato come artista e a poter valorizzare anche il mio ambiente.
Grazie all'impegno congiunto mio e di mio padre, e al sostegno del meraviglioso Gruppo uomini, il mio terzo fratello si è avvicinato alla pratica buddista iniziando a frequentare regolarmente un gruppo vicino casa sua.
Ho versato lacrime ma sono consapevole che le difficoltà che ho incontrato mi hanno permesso di scoprire una forza che non pensavo di avere e di superare il senso di inadeguatezza, che è sempre stato il mio ostacolo più grande. Sento una gratitudine profonda per il presidente Ikeda e la Soka Gakkai.
La mia determinazione è di stabilire una condizione vitale sempre più forte ereditando lo spirito del maestro Ikeda, sostenendo gli uomini della mia zona e realizzando una famiglia armoniosa e sempre più salda!
Adesso sono consapevole che il legame tra maestro e discepolo trascende distanze e differenze. Sensei è presente in ogni momento, se mi sfido a ricercare il suo cuore, e questo mi dà una forza eccezionale per rilanciare in ogni circostanza.
