Non esiste un carattere o una personalità migliore di un’altra in quanto ogni persona è unica. Nell’affrontare le circostanze della vita è fondamentale poter attingere con costanza a quel serbatoio chiamato fiducia, alla capacità di sapersi rispettare e incoraggiare. E vivere con fiducia richiede forza e un elevato stato vitale.
Come praticanti del Buddismo di Nichiren, la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo per noi rappresenta il mezzo per attingere a quel serbatoio sconfinato che è la Buddità, una condizione inerente alla nostra vita. Guardando il Gohonzon, il nostro oggetto di culto, troviamo “Nam-myoho-renge-kyo” iscritto al centro, con i nomi di tutti i Budda, bodhisattva, gli dèi del sole e della luna e altre figure su entrambi i lati, che simboleggiano le funzioni e il potere intrinsecamente presente dentro di noi.
Quando recitiamo Nam-myoho-renge-kyo davanti al Gohonzon, possiamo sperimentare questo vasto, illimitato potere che pervade l’intero universo.
Il Buddismo spiega che ogni persona ha un infinito potenziale e nei momenti in cui perdiamo la fiducia in noi stessi e siamo assaliti da dubbi e paure, recitare Daimoku per attivare e attingere alla natura di Budda è la chiave per vincere in ogni sfida.
Può capitare di dover affrontare una sofferenza molto simile a quelle già sperimentate in passato.
In quei momenti è difficile o quasi impossibile anche solo immaginare che quel cambiamento possa davvero realizzarsi e partire da noi. Se ci abbiamo già provato cento volte e non ha funzionato, perché questa volta dovrebbe? Oppure di fronte ad alcune sfide sentiamo di non avere la forza o la capacità di affrontarle. Ed è lì che perdiamo la fiducia, sempre più minata da dubbi e dalle paure legate alle “sconfitte” del passato. Potremmo anche non riuscire a recitare Daimoku oppure, nonostante recitiamo Daimoku, potremmo sperare che quel cambiamento arrivi magicamente dall’esterno. Il maestro Ikeda scrive:
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