Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione · Il Nuovo Rinascimento · Rivista della Soka Gakkai Italiana dal 1982 ·Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione ·Il Nuovo Rinascimento · Rivista della Soka Gakkai Italiana dal 1982 ·

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16 ottobre 2025

Buongiorno con i giovani. Brevi letture da La nuova rivoluzione umana

immagine di copertina

Ogni giorno, dal lunedì al venerdì alle ore 07:00, sarà possibile collegarsi a un link per ascoltare in diretta la lettura di un breve brano de La nuova rivoluzione umana di circa cinque-dieci minuti, a cura di uno o una responsabile nazionale giovane.
Il link è il seguente:

Il lancio di questa attività avverrà sullo stesso link domenica 19 ottobre alle ore 19:00 e avrà durata di circa trenta minuti. È stata scelta questa data poiché è nota come il Giorno d’Italia. Infatti, il 19 ottobre 1961 il maestro Ikeda arrivò in Italia per la prima volta.

Le brevi letture continueranno ogni mattina alle ore 07:00 dal lunedì al venerdì. Appuntamento sempre allo stesso link, per circa cinque-dieci minuti, fino a venerdì 28 novembre.

“Buongiorno con i giovani, brevi letture da La nuova rivoluzione umana” sarà quindi un appuntamento quotidiano per sostenere al meglio le attività che ci vedranno protagonisti e protagoniste in questi mesi, inclusi gli zadankai dal 10 al 23 novembre e gli incontri cuore a cuore che realizzeremo nella settimana successiva, dal 24 al 30 novembre.

Buona nuova rivoluzione umana a tutti e tutte!


La lettura di Shin’ichi terminò. Per un attimo ci fu silenzio nella stanza, ma poi tutti applaudirono vigorosamente. Alcuni si alzarono in piedi per acclamarlo. Un tempo Atsuta era stato un fiorente porto dedito alla pesca delle aringhe. Ora però la popolazione era in calo e le prospettive economiche erano abbastanza incerte. La poesia di Shin’ichi, lodando la bellezza del villaggio e mettendo in luce la sua importanza come luogo di nascita di Josei Toda, contribuì a risvegliare l’orgoglio sopito dei suoi abitanti, infondendo loro il coraggio e la speranza necessari per assicurare un solido futuro alla loro città. 
Nichiren afferma: «Non ci sono terre pure e terre impure di per sé. La differenza sta unicamente nella bontà o malvagità della nostra mente». La nostra convinzione interiore è ciò che determina la qualità del nostro ambiente. Se le persone abbracciano l’insegnamento corretto del Buddismo e si sforzano con una forte e onesta intenzione di migliorare il luogo in cui vivono, allora quel luogo, ovunque esso si trovi, diventerà la Terra della luce eternamente tranquilla. Questo è ciò che insegna il Buddismo. 
Nel suo cuore Shin’ichi incitò: «Amici di Atsuta, non lasciatevi sconfiggere!» 
Poi ci furono alcune esibizioni musicali. Dopo l’esecuzione in coro di alcune canzoni da parte degli alunni delle scuole elementari e medie, ci fu l’esibizione di alcuni componenti della banda musicale della Soka Gakkai di Sapporo che eseguirono vari canti popolari. I partecipanti applaudivano a tempo di musica riempiendo la sala di vibrante energia. 
Shin’ichi si alzò silenziosamente dal suo posto e cominciò a girare nella palestra distribuendo dolci e pannocchie arrostite ai bambini e a tutti i presenti, offrendo parole di incoraggiamento. I cittadini di Atsuta rimasero sbalorditi dai modi sinceri e spontanei di Shin’ichi. Per quanto una persona possa fare una buona impressione, se è altezzosa e arrogante, il suo comportamento sarà solo vuota apparenza. Il vero carattere brilla nell’umanità che una persona manifesta quando interagisce in maniera onesta e sincera con gli altri. 
Il presidente dell’associazione delle cooperative dei pescatori disse al presentatore che voleva cantare una canzone. Era contento per la realizzazione dell’evento e per aver potuto invitare l’amato discepolo del loro conterraneo Josei Toda. Profondamente commosso nel vedere Shin’ichi interagire in modo affettuoso con i presenti, sentì l’impulso irrefrenabile di alzarsi e cantare. 
Prese il microfono che era stato collocato al centro della palestra e iniziò a cantare la canzone popolare locale, Tsugaru Ohara Bushi. Aveva una voce profonda e risonante e il pubblico applaudiva a ritmo di musica. Quando ebbe finito di cantare, era già pronto a cantare un’altra canzone, ma gli si seccò la gola e non riuscì più a emettere una nota. Si schiarì la gola più volte, ma inutilmente. Shin’ichi pregò subito un responsabile della sua delegazione di andare a portargli un bicchiere d’acqua. 
L’uomo bevve l’acqua tutto d’un fiato e disse con naturale soddisfazione: «Grazie, presidente Yamamoto!» Poi attaccò con la popolare canzone dello Hokkaido Soran Bushi e proseguì con Iyasaka Ondo, eseguendole entrambe splendidamente. Il pubblico partecipò cantando i ritornelli. Invece di una sola, le canzoni erano diventate tre. Quando terminò, l’uomo si scusò per la lunghezza della sua performance e fece un inchino con aria imbarazzata. La palestra eruppe in applausi e risate. Anche Shin’ichi lo applaudì con entusiasmo. 
Seguirono l’esecuzione di alcune famose canzoni, come Aoi Sammyaku (Montagne verdi) e alcune danze popolari. I partecipanti, persone di tutte le età vestite secondo vari stili, dallo yukata giapponese alla classica camicia bianca e cravatta, formarono diversi gruppi che si misero a ballare in cerchio in mezzo alla palestra. Tutti avevano il volto illuminato dal sorriso e Shin’ichi, godendosi questo meraviglioso scambio da cuore a cuore, applaudiva a ritmo con la danza per incoraggiarli. 
Quando terminò la parte di intrattenimento, il sindaco si alzò per fare un breve discorso: «Il presidente Yamamoto ha contribuito allo sviluppo della nostra città. Ha donato libri alle biblioteche delle nostre scuole e ha inviato medici e infermieri per dare assistenza ai nostri concittadini. A nome di tutti, vorrei esprimere la più profonda riconoscenza per il suo sostegno e il suo caloroso affetto nei confronti della nostra comunità. Seguendo l’esempio del signor Yamamoto, ci sforzeremo di rendere Atsuta una comunità ideale». 
Shin’ichi fece un profondo inchino in segno di gratitudine per la sincera determinazione del sindaco. Poi toccò a lui pronunciare un discorso. Dopo aver ringraziato per il caloroso benvenuto, proseguì dicendo che essendo nato e cresciuto a Tokyo aveva sempre desiderato nascere in un luogo ricco di bellezze naturali. Poi osservò: «Considero Atsuta, una comunità armoniosa e ricca di bellezze naturali, come la mia seconda città natale. Siete d’accordo che io continui a considerarmi un vostro concittadino?» 
Gli abitanti di Atsuta applaudirono ed espressero il loro consenso con acclamazioni. «Grazie» aggiunse Shin’ichi. «Niente mi potrebbe rendere più felice.» 
Toda era grato al suo villaggio, che egli considerava “il paese” di cui parla il Buddismo, ovvero il regno dell’ambiente, uno dei tre regni dell’esistenza. Le condizioni del paese riflettono lo stato vitale delle persone che vivono in esso. Toda notava spesso che il mare e l’ambiente naturale aspro di Atsuta avevano influenzato fortemente il suo carattere. 
Shin’ichi pensò: “Se il signor Toda fosse vivo, farebbe il massimo per contribuire allo sviluppo di Atsuta. Come suo discepolo, devo proteggere questa terra e preoccuparmi del suo futuro”. 
La quintessenza dello spirito di maestro e discepolo consiste nel fare proprio il cuore del maestro, per tutta la vita. Questo era il personale voto di Shin’ichi. 
Per Shin’ichi Atsuta non era soltanto il villaggio natale del suo maestro, ma era anche il luogo in cui egli stesso aveva pronunciato la sua promessa al maestro. 
Nel 1954, mentre erano ad Atsuta, Toda aveva guardato verso il mare e aveva detto a Shin’ichi: «Io costruirò fondamenta solide per kosen-rufu in Giappone, tu dovrai aprire la strada alla realizzazione di kosen-rufu in tutto il mondo […] Oltre il mare esiste un vasto continente. È un mondo grande, immenso. In molti paesi le persone piangono in preda all’angoscia e i bambini si rannicchiano in mezzo al fuoco incrociato delle bombe. Devi illuminare l’Asia e il mondo intero con la fiamma della Legge mistica. Lo dovrai fare al mio posto». Quelle parole colpirono profondamente Shin’ichi. 
La mattina dopo, era andato da solo al porto. Nella sua mente risuonavano ancora le parole di Toda, e rivolgendosi verso l’oceano, come per liberare l’onda di emozione che gli saliva nel petto, aveva gridato: «Sensei! Realizzerò kosen-rufu in Asia. Costruirò il ponte dorato di kosen-rufu in tutto il mondo!» 
Quella dichiarazione racchiudeva il fermo proposito di Shin’ichi di dedicare la vita alla realizzazione di kosen rufu in tutto il mondo; era il possente ruggito di un leone. In quell’occasione aveva promesso a se stesso di scrivere La rivoluzione umana, un romanzo biografico che avrebbe raccontato la nobile esistenza e le gesta del suo maestro, il cui lungo viaggio per portare la felicità a tutto il genere umano aveva preso le mosse da quel piccolo villaggio di pescatori.

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Successivamente, Shin’ichi Yamamoto riconfermò le tre linee guida che aveva presentato otto anni prima nel corso della riunione generale dei responsabili di centro nell’ottobre del 1969: “Fukushima, avanza con ardente speranza”, “Fukushima, vinci nelle lotte quotidiane”, e “Fukushima, sviluppa una fede traboccante di forza vitale”.
«Ho messo “Fukushima, avanza con ardente speranza” come prima linea guida perché la fede buddista ha il potere di far emergere la speranza.
«La vita ci pone di fronte a molte prove e avversità. Inoltre, ognuno di noi ha il proprio karma e, come se non bastasse, quando pratichiamo con assiduità, gli ostacoli emergono inevitabilmente. Non esiste vita che sia in discesa. Per quanto nera possa essere la nostra disperazione, la fede ci consente di tenere viva nel nostro cuore la fiamma della speranza.
«Nichiren Daishonin scrive: “Mantieni la tua fede e consegui la Buddità in questa esistenza. Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo”. Anche quando ci ritroviamo schiacciati o paralizzati dalle circostanze, la Legge mistica ci consente di superare qualsiasi ostacolo e di stabilire uno stato vitale di felicità indistruttibile.
«La cosa importante è avere fede nel Gohonzon, recitare Daimoku con tutto il cuore e impegnarci a condividere questo Buddismo con gli altri. Così facendo, saremo in grado di trovare la via d’uscita. Siamo venuti al mondo come esseri umani con la missione di diventare forti e felici».
Shin’ichi passò a spiegare il significato della sua seconda linea guida, “Fukushima, vinci nelle lotte quotidiane”.
«Una delle lotte più importanti è quella per la sicurezza economica. Tuttavia, anziché ricercare dei modi per arricchirvi velocemente, spero che tutti voi viviate la vita con onestà, responsabilità, saggezza, creando valore e ispirando fiducia negli altri. Come buddisti, per vincere nella società dobbiamo allenarci, usare l’ingegno e impegnarci più di ogni altra persona. Non dimenticate mai che la fede buddista è la fonte della nostra prosperità. Come osserva il Daishonin: “Se un albero ha radici profonde, i rami e le foglie non avvizziranno mai”. Dovremmo affondare salde radici nel suolo della Legge mistica e da queste radici trarre il nutrimento della buona fortuna. Questo è il modo per prosperare in ogni ambito. Spero che tutti voi possiate dare prova concreta di vittoria nelle vostre lotte quotidiane e fare di Fukushima, proprio come la radice etimologica del suo nome suggerisce, l’“isola della buona fortuna”, un’“isola di felicità”».

Shin’ichi infine approfondì la terza linea guida, “Fukushima, sviluppa una fede traboccante di forza vitale”.
«La forza vitale è ciò che fa emergere il coraggio, la saggezza, la perseveranza e l’energia di cui abbiamo bisogno
per poter trionfare nella vita. Se manchiamo di forza vitale, il nostro spirito si ritroverà avvolto dalla tristezza, dal sentimentalismo, dalla disperazione e dalla rassegnazione. Ci lamenteremo facilmente e il nostro volto sarà cupo quanto il tono della nostra voce. Faremo allontanare le persone. Tutti preferiamo stare attorno a chi è ottimista e pieno di energia. Quando trabocchiamo di forza vitale e bruciamo di entusiasmo, siamo come un sole che illumina gli altri con la luce della speranza, tendiamo ad avere un approccio positivo verso le cose e più grande è l’ostacolo che ci si pone davanti, più forte arde il nostro spirito combattivo per superarlo.
Dentro di noi possediamo la grande condizione vitale di Buddità dei Bodhisattva della terra. Come afferma Nichiren Daishonin: “Il Daimoku del Sutra del Loto è come il ruggito di un leone”. Il Daimoku ha il potere di farci tirare fuori la forza di un campione dal cuore di leone.
Attraverso la recitazione la nostra vita si riempie di grande vitalità e riusciamo a superare tranquillamente
qualsiasi sfida senza mai lasciarci sconfiggere. Pertanto, mi sento di dichiarare che non c’è avversità che noi, membri della Soka Gakkai, non possiamo superare».

da pag. 72 a 74
È importante pregare con fervore proprio nel momento in cui affrontiamo le sfide più grandi. Come scrive il Daishonin: “[Pregate] con tanta convinzione come se [doveste] accendere il fuoco con legna bagnata o estrarre l’acqua dal terreno riarso”. In questi momenti, è vitale recitare con tutte le nostre forze e assoluta determinazione.
Quando recitiamo accumuliamo benefici. Possiamo manifestare un forte stato vitale e saggezza. E questa saggezza la dobbiamo usare, riflettere a fondo e agire con coraggio. È un errore pensare che basti recitare, che ciò farà cadere dal cielo tra le nostre mani un buon lavoro. 
Quando si inizia un nuovo lavoro è importante avere la giusta idea di quello che è il ruolo assegnatoci. A volte si potrebbe avere bisogno di rivolgerci ai contatti in nostro possesso. Le chiavi per migliorare la nostra situazione sono: recitare Daimoku con serietà, riflettere attentamente sul problema e agire coraggiosamente».
Incidendo i consigli di Shin’ichi nel cuore, il responsabile che gli aveva fatto la domanda rispose animatamente: «Ho capito!».
Con grande energia, Shin’ichi aggiunse: «Come membri della Soka Gakkai e come campioni, dobbiamo traboccare di convinzione nella fede, essere colmi di forza vitale e avere il desiderio ardente di affrontare qualsiasi sfida la vita voglia porci davanti. In altre parole, è importante essere energici e condurre una vita che risplenda veramente. La lucentezza di una vita che risplende illumina l’oscurità. Questa è la luce della felicità».
Come per cercare una conferma del fatto che il responsabile avesse davvero inteso le sue parole, Shin’ichi Yamamoto disse: «La nostra forza vitale è ciò che più conta. Capisce cosa intendo?».
Osservando la reazione dell’uomo, aggiunse: «Quando vengono meno i mezzi di sostentamento, la tendenza
comune è quella di cadere in depressione e, se non vi sono evidenti prospettive future, è facile lasciarsi andare all’apatia e alla disperazione. Se invece in questi momenti siete in grado di mantenere la vostra forza vitale, la vostra energia e la voglia di affrontare le nuove sfide che vi si presenteranno, potete infondere un grande coraggio agli altri. Il coraggio si diffonde con un effetto a catena. Inoltre, quando i membri della Gakkai sono positivi, pieni di energia e affrontano le sfide della vita, essi danno prova del potere del Buddismo.
Il potere della religione si manifesta nel modo in cui le persone vivono la loro vita.
In molti casi le abilità tecniche e l’esperienza specifica acquisite lavorando in miniera non potranno essere utilizzate se si cambia lavoro, altra ragione per cui la perseveranza, la forza, l’ottimismo e un atteggiamento pronto ad affrontare nuove sfide sono di fondamentale importanza. Alle aziende non interessa assumere personale dal carattere negativo e apatico.
In altre parole, più è difficile la situazione, più i “tesori del cuore” risplenderanno nella vita di coloro che si
sono forgiati con rigore. Le miniere di carbone possono chiudere e la situazione economica può essere negativa, ma i “tesori del cuore” non si possono distruggere. Essi non scompaiono. E con essi possiamo costruire qualsiasi cosa. Le avversità sono un’ottima opportunità che permette a ognuno di noi di dimostrare la grandezza della nostra fede e della pratica buddista. È in questo momento che determiniamo di vincere o perdere. Ciò che conta è vincere alla fine. E la nostra pratica buddista ci assicura la vittoria.
La prego di trasmettere queste parole a chi sta lottando per affrontare queste difficoltà: “Voi potete superare qualunque ostacolo abbiate davanti adesso. Siete assolutamente in grado di vincere. Non vedo l’ora di sapere delle vostre vittorie!”».

«La Soka Gakkai è ora diventata una grande organizzazione globale, un’enorme organizzazione per la pace e la cultura. Questo è il risultato degli sforzi e della determinazione dei vostri padri e delle vostre madri che si sono sforzati insieme a me, versando lacrime amare e lottando con tutte le forze. Abbiamo fatto proprio come ha detto il Daishonin, proprio come ha detto Makiguchi, e proprio come abbiamo promesso a Toda. Ora tocca a voi. Per i prossimi dieci, venti, trent’anni, dovete rendere la Soka Gakkai anche migliore e più forte sulle basi che sono già state poste. La vostra missione e il vostro destino eterno sono quelli di ottenere una straordinaria espansione di kosen-rufu per il bene dell’umanità».
Le parole di Shin’ichi colpirono profondamente i presenti: «La Soka Gakkai è l’unica vera e sincera organizzazione mondiale in accordo con la volontà e il decreto del Budda. Di conseguenza, alla luce degli insegnamenti del Daishonin, ci possono essere momenti in cui verrà attaccata dalle congiure delle persone malvagie. Ma spero che voi, membri del gruppo Hosukai, proprio come le radici di un bambù che sono saldamente unite tra loro nel sottosuolo, vi sosterrete energicamente gli uni con gli altri e vi alzerete in modo solidale per portare avanti kosen-rufu.
Se l’avanzata della Soka Gakkai dovesse fermarsi o addirittura retrocedere in futuro, sarà vostra piena responsabilità. Lo sarà perché siete stati negligenti. Voglio dichiarare qui e ora che la responsabilità appartiene a voi».
Era un grido che sorgeva dal profondo di Shin’ichi; trasformò quell’occasione in una cerimonia solenne di consegna del futuro di kosen-rufu ai suoi successori. I giovani fissavano intensamente Shin’ichi mentre parlava, ascoltando con attenzione ogni parola. Shin’ichi continuò: «Siete i veri figli della Soka Gakkai. Siete i miei sinceri discepoli e i successori della Soka Gakkai. I membri della Gakkai e le altre persone soffriranno se voi, miei giovani successori, mancherete di compassione o coraggio. Fissando da qui a dieci anni il vostro primo traguardo, vi esorto a proseguire con coraggio nello spirito di assumervi la piena responsabilità nei confronti della Soka Gakkai».
I responsabili centrali che partecipavano alla riunione con Shin’ichi ascoltavano con stupore. I membri del gruppo Hosukai non erano pronti né per età né per la loro posizione organizzativa ad assumersi la piena responsabilità della Soka Gakkai. Ma Shin’ichi, sulla base della sua stessa esperienza, sapeva che se si fossero alzati con serietà, non avrebbero avuto importanza l’età o la posizione, ed era certo che i membri del gruppo Hosukai potevano assumersi la piena responsabilità della Soka Gakkai.
Quando Josei Toda, il maestro di Shin’ichi, si era dimesso dalla sua posizione di direttore generale della Soka Gakkai a causa di problemi legati alle sue attività economiche, Shin’ichi aveva deciso fermamente in cuor suo che Toda avrebbe presto preso il comando di kosen-rufu come presidente dell’organizzazione, e si era impegnato da solo a proteggere il suo maestro e a trovare il modo di realizzare questi scopi.
A quel tempo aveva ventidue anni. Shin’ichi era entrato nella società di Josei Toda all’età di ventun anni. Poco dopo gli affari di Toda erano entrati in una profonda crisi, ma Shin’ichi aveva protetto fedelmente il suo maestro. Dopo aver superato tutte le difficoltà grazie all’impegno assiduo di Shin’ichi, Toda era stato nominato secondo presidente della Soka Gakkai e aveva preso il comando per kosen-rufu.
A ventiquattro anni Shin’ichi aveva avviato una campagna di propagazione come consigliere del capitolo Kamata di Tokyo e aveva raggiunto l’obiettivo di duecentouno nuove famiglie di membri in un solo mese in quel capitolo. Questo episodio era diventato la svolta cruciale nel raggiungimento dell’obiettivo di 750mila famiglie membri, che Toda aveva annunciato durante la cerimonia inaugurale della sua nomina a presidente. 
A venticinque anni Shin’ichi era stato nominato responsabile del capitolo Bunkyo di Tokyo. Grazie al suo energico impegno, quel capitolo stagnante era in breve salito ai primi posti in quanto a risultati di propagazione. Shin’ichi era ancora giovane e non nella posizione di condurre la Soka Gakkai nel suo insieme. Ma dopo aver scelto come propria la missione di realizzare la visione di Toda, aveva acceso una fiamma di vittoria senza precedenti partendo dal suo angolo dell’organizzazione e aveva continuato a realizzare progressi significativi per kosen rufu. Si possono trovare moltissime ragioni per giustificare il fatto di non tirare fuori il nostro potenziale: si è troppo giovani, non si occupa un ruolo di responsabilità sufficientemente alto, non si ha autorità, il tempo non basta, ecc. Ma quando si tratta di realizzare la missione e la responsabilità di kosen-rufu, cioè la volontà e il decreto del Budda, dettagli come l’età e la posizione sono irrilevanti. Nel regno del Buddismo e della fede che collega l’individuo all’intero universo, cose del genere non sono da considerare ostacoli. Usarle come scuse perché non si è in grado di far emergere le proprie abilità significa ignorare il proprio infinito potenziale: significa essere sconfitti dalle funzioni demoniache. La questione centrale è se la propria consapevolezza, la preghiera e la pratica sono tutt’uno con il proprio maestro nella fede. Shin’ichi era una persona che incarnava perfettamente tutto questo. Come figura centrale degli staff del Gruppo giovani della Soka Gakkai, all’età di ventisei anni, Shin’ichi era di fatto responsabile dell’intera Soka Gakkai.
Nel 1956, a ventotto anni, realizzò un primato aureo nel Kansai “sempre vittorioso”, avendo esteso la diffusione del Buddismo di Nichiren Daishonin a undicimila e centoundici famiglie in un capitolo in un solo mese. Shin’ichi aveva pronunciato una solenne dichiarazione tra sé e sé: “I membri del gruppo Hosukai sono miei discepoli! In altre parole, sono tutti discepoli che incarnano lo stesso spirito e l’impegno di Shin’ichi Yamamoto!”. A questo proposito, “Shin’ichi Yamamoto” può essere considerato un altro nome per un campione che si è dedicato a kosen-rufu insieme al proprio maestro, innalzando così il vessillo della vittoria. (NRU, 23, 264-268)


Domenica 19 ottobre, Giorno d’Italia, si è tenuto il primo incontro dell’attività “Buongiorno dai giovani – Brevi letture da “La nuova rivoluzione umana”

In questa data significativa del Giorno d'Italia - iniziamo questo viaggio, tutte e tutti insieme, con il maestro Ikeda, attraverso la lettura quotidiana di passi da La nuova rivoluzione umana. Verso due tappe importanti: la riunione di scambio con il Giappone che si terrà domenica (26 ottobre) e le attività di zadankai nelle due settimane di novembre. Come discepoli che hanno la missione di trasmettere il cuore del maestro alle nuove generazioni, determiniamo di vincere sugli obiettivi per noi più impossibili per mostrare la prova concreta. Quando prendiamo una decisione, il nostro destino inizia a cambiare, la storia cambia. Vorrei condividere con voi la mia decisione di incoraggiare le persone intorno a me a sperimentare la gioia senza limiti che emerge della pratica buddista. Leggiamo un estratto de La nuova rivoluzione umana in cui si racconta del primo viaggio di Sensei in Italia 19 ottobre 1961. Buone vittorie a tutte e tutti!

«Shin’ichi disse al signor Yamagishi: “Eccezion fatta per il signor Kawasaki, lei è il primo membro del Gruppo uomini che incontro in Europa. Sento che c’è un significato in tutto ciò. Vorrei chiederle di piantare i semi per il futuro sviluppo di kosen-rufu a Roma, aumentando i nuovi membri anche di una sola persona. Qual è la maggiore impresa per un essere umano? È lasciare dietro di sé altri che condividono i propri ideali. Visto che siamo limitati in ciò che possiamo compiere durante la nostra vita, è importante crescere persone capaci. Questo darà vita a un movimento che continuerà a diffondersi in tutta la società”. Se si pianta anche un solo seme, questo crescerà diventando una pianta che ne produrrà molti altri; ognuno di questi semi è l’inizio di una generazione di innumerevoli altri. Allo stesso modo, tutto inizia con un singolo individuo. Ecco perché è così importante curare ogni persona. Dare valore a ciascun individuo e considerarlo un tesoro è la chiave per raggiungere kosen-rufu. […] Nichiren scrisse: “Se la compassione di Nichiren è veramente grande e omnicomprensiva, Nam-myoho-renge-kyo si diffonderà per diecimila anni e più, per tutta l’eternità.” La Legge mistica è eterna. In modo simile, la pace e la prosperità basate sulla Legge mistica devono durare per l’eternità. Solo così sarà possibile creare un grande regno spirituale in cui l’umanità conoscerà il trionfo sul dominio della forza militare e sul potere autoritario. La missione della Soka Gakkai è di edificare questo regno spirituale, la terra della mistica Legge, nel cuore di ciascun individuo. Questo è ciò che si sarebbe dovuto raggiungere per aprire la strada a un nuovo futuro pieno di speranze. Ripromettendosi di compiere tutto questo Shin’ichi, mentre ammirava la luna su Roma, compose mentalmente una poesia:

In piedi,
tra le rovine di Roma,
sento la certezza che la Terra della mistica Legge
non perirà mai»

(NRU 5, 92-108)

Stiamo tenendo questo incontro anche per lanciare l’iniziativa “Buongiorno giovani. Brevi letture da La nuova rivoluzione umana”. Ogni mattina dal lunedì al venerdì alle 07:00 per cinque-dieci minuti ci si potrà collegare usando sempre lo stesso link che stiamo usando oggi. Cominciamo domani e andremo avanti fino al 28 novembre, come detto dal lunedì al venerdì alle 7 per massimo 10 minuti. Sarà un appuntamento live a cui collegarsi insieme da tutta Italia durante il quale ogni giorno un responsabile nazionale giovani leggerà un breve brano de La nuova rivoluzione umana allo scopo di incoraggiarci insieme nel vivere una giornata meravigliosa e nel procedere passo dopo passo insieme verso tutte le attività che ci aspettano! A tal proposito, la prima attività di cui vorremmo parlarvi sarà domenica prossima, 26 ottobre alle 10:00, quando ci sarà una riunione bellissima, la prima del suo genere: infatti terremo una riunione di scambio tra i giovani italiani e i giovani giapponesi della regione del Chubu. Ci saranno interventi ed esperienze sia dall’Italia che dal Chubu e anche degli interventi artistici! Sarà un punto di partenza importante che non a caso si tiene quest’anno che è il cinquantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai Internazionale. Da domenica cominceremo a percorrere la strada di maestro e discepolo insieme ai nostri amici del Chubu! La riunione come detto sarà domenica prossima 26 ottobre alle 10:00 ora italiana e sarà possibile assistervi in diretta. I centri culturali di Roma, Firenze e Milano interverranno durante la diretta. Ma tutti i luoghi di Italia sono coinvolti! Infatti è previsto un link per assistere alla riunione. In ogni città e quartiere i giovani si stanno organizzando per assistere alla riunione insieme. Potete chiedere tutte le informazioni ai vostri responsabili regionali giovani! Vi saluto con un incoraggiamento del maestro Ikeda da La nuova rivoluzione umana in cui si rivolge ai membri del Chubu, tratto dal volume 30, capitolo Il voto, tra pagina 624 e pagina 628:

«“Adesso è il momento di dar vita a un nuovo corso per la cultura e la pace!” Con questo spirito, il 29 aprile, si aprì il primo Festival culturale per la pace dei giovani del Chubu, presso lo stadio della prefettura di Gifu. Circa settantamila giovani si erano riuniti per commemorare il trentesimo anniversario di kosen-rufu nella regione del Chubu. Contrariamente alle previsioni meteorologiche, che davano nuvoloso con pioggia, sopra le loro teste si apriva un terso cielo blu. […] Shin’ichi espresse la sua ammirazione per un festival “pieno di luci, di suoni e del potere della pace” e ringraziò gli ospiti che erano intervenuti, tra cui i governatori delle prefetture di Gifu e di Aichi. Quindi si rivolse agli spettatori per condividere con loro alcuni punti. “Per condurre una vita significativa e appagante è importante tornare ripetutamente alle basi e riflettere sulla direzione da prendere. Questo significa porsi delle domande: “Come vivere al meglio la mia vita?” “Qual è il vero scopo della mia vita?” “Quali sono i princìpi chiave per realizzare la pace?” In altre parole, è essenziale fondare la nostra vita su una solida filosofia. “Desidero dichiarare che noi membri della Soka Gakkai stiamo avanzando verso la realizzazione dell’ideale della pace discutendo di questa solida filosofia con molti amici e mettendola in pratica ogni giorno.” Gli applausi che accolsero queste parole echeggiarono fino al vicino monte Kinka, dove si erge il castello di Gifu. […] Vi prego di diventare persone affidabili nei vostri luoghi di lavoro, a scuola, in famiglia e nelle vostre comunità. Questo è il modo di dimostrare la grandezza del Buddismo di Nichiren e di aprire la strada alla pace.” La pioggia cominciò a cadere in quell’esatto istante, come se avesse aspettato la conclusione del Festival culturale dei giovani per la pace di Chubu. Osservando i partecipanti al festival che manifestavano tutto il loro vivace spirito giovanile, quel giorno Shin’ichi si sentì sicuro che un’indistruttibile e dorata cittadella Soka fosse stata edificata nel Chubu. Costruire un’inespugnabile fortezza di kosen-rufu nel Chubu, una regione situata a metà strada tra Tokyo e il Kansai, era il voto che Shin’ichi e il suo maestro Josei Toda avevano condiviso. Da giovane, Shin’ichi aveva dedicato a Toda una poesia: 

Ora è il momento
che i valorosi giovani si alzino 
e lottino risolutamente
per costruire il castello dorato,
l’invincibile fortezza di Chubu!

Toda aveva immediatamente risposto con un’altra poesia:

Ora è il momento di avanzare! 
Le forze del Budda
non hanno paura di nulla.
Quanto desidero vedere ergersi
l’invincibile fortezza di Chubu!»

(NRU 30, 624 - 628)

Il desiderio di maestro e discepolo era stato realizzato, e in modo splendido. Il festival culturale era stato un trionfo e un evento storico.

Sono veramente felice di poter condividere insieme oggi questa partenza che ci vedrà uniti ogni mattina da domani fino alla fine di novembre. Partendo dalla meravigliosa riunione di scambio con i giovani del Chubu di cui ci ha appena parlato Mirko, le nostre attività proseguiranno a novembre per celebrare gli anniversari del 15 novembre, che segna il secondo anno dalla scomparsa del nostro maestro Daisaku Ikeda, e del 18 novembre, giorno della fondazione della Soka Gakkai. In occasione di queste date dal 10 al 23 novembre ogni capitolo, settore e gruppo realizzerà quanti più zadankai possibile, creando molteplici occasioni per accogliere membri e ospiti. L’obiettivo è che ogni gruppo, con il supporto del settore e del capitolo e in generale di tutta l’organizzazione, possa realizzare tanti zadankai, favorendo così la partecipazione di tutti e tutte. Il desiderio, infatti, è creare le migliori condizioni per coinvolgere anche coloro che solitamente hanno più difficoltà a partecipare, come le giovani mamme o i giovanissimi del Gruppo futuro, oppure chi ha orari lavorativi che generalmente ostacolano la presenza alle riunioni.  
E non è finita qui!
 Durante la settimana successiva a questi incontri, dal 24 al 30 novembre, settimana che da programma è dedicata all’incoraggiamento, potremo incontrare individualmente le persone nuove e i simpatizzanti che hanno partecipato agli zadankai per trasmettere le basi della pratica buddista a partire da Gongyo, Daimoku e i princìpi fondamentali.
Il desiderio che ci muove è quello di ripagare il nostro debito di gratitudine verso Sensei e la Soka Gakkai, sfidandoci nell’invitare i nostri amici, familiari, conoscenti e vicini di casa per condividere la preziosa filosofia del rispetto per la dignità della vita contenuta nel Buddismo, che permette a ogni persona di risvegliarsi al proprio intrinseco potenziale di realizzare vera felicità e pace per sè e nelle proprie famiglie e comunità. Grazie alle letture mattutine che condivideremo, faremo nostro lo spirito che è alla base dei romanzi la rivoluzione umana e la nuova rivoluzione umana, ovvero la convinzione che “la rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine al cambiamento nel destino di tutta l’umanità”. Approfondendo questo potente ruggito del leone del nostro maestro, ci incoraggeremo così a realizzare profonde esperienze nella nostra vita uniti al cuore del maestro e ci impegneremo a sostenere le persone vicino a noi aiutandole a scoprire il prezioso tesoro contenuto nelle proprie vite. A questo proposito vorrei leggere alcune citazioni tratte dalla prefazione de La nuova rivoluzione umana

«All'esterno la nebbia avvolgeva la natura in un velo di silenzio e di quiete mentre io, in mezzo a questa bianca atmosfera, mi accingevo a iniziare la stesura de La nuova rivoluzione umana con in mente il ricordo del mio amato maestro, Josei Toda. Tutto questo avveniva il 6 agosto di quest'anno al centro di Nagano, presso Karuizawa, in Giappone. Proprio in questo luogo, otto mesi prima della morte del mio maestro, avevo deciso di scrivere il romanzo La rivoluzione umana con lo scopo di trasmettere alle future generazioni lo spirito e il significato della vita del presidente Toda. Il 6 agosto era anche il giorno in cui ricorreva il quarantottesimo anniversario del bombardamento di Hiroshima. L'8 settembre 1957 il presidente Toda aveva reso nota la sua dichiarazione sull'abolizione delle armi nucleari e all'idrogeno raccomandando ai discepoli di diffondere i suoi ideali e di considerarli parte della sua eredità spirituale. Il mio maestro era molto sensibile all'infinita e silenziosa sofferenza della gente oppressa dalla guerra o dalla tirannia. Toda era solito dire: “Voglio liberare il mondo dall'infelicità”. Tali erano il sogno e la determinazione del mio maestro. Maestro e discepolo sono inseparabili. Quando nei miei viaggi intorno al mondo traccio il corso di un grande fiume di pace e felicità, in realtà non faccio altro che trasmettere lo spirito del mio maestro. La portata di un fiume dipende dalla grandezza della sua sorgente. A riprova della grandezza del mio maestro, kosen-rufu è progredito incessantemente sin dal momento della sua morte» (Prefazione)

Il Mahatma Gandhi affermò solennemente che “il potere dello spirito” è più potente di qualsiasi ordigno nucleare. Per trasformare questo secolo caratterizzato dalla guerra in un secolo di pace dobbiamo coltivare l'illimitato potere insito nella vita degli esseri umani. Si tratta della “rivoluzione umana”, e sarà il motivo ricorrente che pervaderà in maniera consistente tutto il romanzo. Puntando ad approfondire il legame eterno che ci unisce con il nostro maestro, costruiamo nel nostro cuore una determinazione sempre più forte nel condividere il Buddismo con i nostri amici e amiche basandoci sul desiderio della loro felicità e realizziamo meravigliose esperienze di rivoluzione umana così da celebrare gli anniversari del 15 e 18 novembre con la diffusione della saggezza, della compassione e del coraggio della Buddità e l’espansione di una rete di fiducia, amicizia e solidarietà intorno a noi, contribuendo così a creare la pace a partire da noi.

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