Accogliere. Una parola nuova nel vocabolario dei rapporti umani che può assomigliare a tollerare ma ha sfumature molto più profonde. A partire dal fatto che per accogliere gli altri si deve fare spazio dentro di sé Credo di essere una persona tollerante. Cerco di andare d’accordo con tutti, coi colleghi non ho grossi problemi, a casa qualche discussione c’è ma si sa com’è, succede nelle migliori famiglie. Certo, a pensarci bene, il termine tollerare ha in sé qualcosa di negativo, si porta dietro un senso di pesantezza, di fastidio, di sopportazione. Ti tollero, e dietro questa parola si sente la fatica, lo faccio perché devo. Anzi, quasi quasi nascondo il mio fastidio per la tua presenza. Chi parla male, pensa anche male, diceva Michele Apicella-Nanni Moretti in Palombella rossa, allora come cambiare le parole e allo stesso tempo i cuori? Provo intanto a sostituire tolleranza con accoglienza. Accolgo a braccia…
Un posto per gli altri
Accogliere. Una parola nuova nel vocabolario dei rapporti umani che può assomigliare a tollerare ma ha sfumature molto più profonde. A partire dal fatto che per accogliere gli altri si deve fare spazio dentro di sé
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