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Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione · Il Nuovo Rinascimento · Rivista della Soka Gakkai Italiana dal 1982 ·Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione ·Il Nuovo Rinascimento · Rivista della Soka Gakkai Italiana dal 1982 ·

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3 novembre 2025

Verso una nuova alba dell’umanità 

In questi estratti dalla lezione di Bologna del 1994, il maestro Ikeda approfondisce l'importanza della riforma - o rivoluzione - interiore per poter realizzare una radicale trasformazione della società, della sua cultura e istituzioni, mettendo anche in evidenza gli elementi caratterizzanti un/a cittadino/a del mondo

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Mi è stato chiesto di esporre alcune considerazioni sul ruolo dell’ONU. Credo che Bologna sia la sede più adatta per riflettere insieme su questa organizzazione mondiale così importante per il futuro del nostro pianeta. Cinque anni fa, a Tokyo, manifestai al rettore Roversi Monaco e al prorettore Rinaldi la convinzione che le Nazioni Unite dovrebbero avere lo stesso spirito di universalità che anima da 900 anni il vostro ateneo: un patrimonio così prezioso di internazionalità e cosmopolitismo, infatti, permetterebbe all’ONU di superare i limiti imposti dalle sovranità nazionali e di aprirsi nuovi spazi di autonomia. Sappiamo che moltissimi studenti, già nel 1200, confluivano all’Università di Bologna da ogni parte d’Europa. E che la città era famosa non solo per il suo carattere internazionale, ma soprattutto per la grande autonomia intellettuale e culturale che aveva sviluppato nel corso del tempo. Negli annali dell’epoca si legge che gli studenti rifiutarono di sottomettersi anche all’autorità dell’imperatore Federico II: «Non siamo canne palustri che pieghiamo a un fiato di vento – dichiararono – Se verrai ci troverai». (G. Zaccagnini, La vita dei maestri e degli scolari nello Studio di Bologna nei secoli XII e XIV, L. Olschki, Ginevra, 1926, p. 7).

Credo che l’essenza fondamentale di un “cittadino del mondo”, ieri come oggi, si trovi proprio in questo spirito di autonomia. Io stesso, in varie occasioni, ho presentato numerose proposte per la pace, per il disarmo e per la riforma delle Nazioni Unite. Alcune di queste erano destinate, in tre occasioni, all’Assemblea Straordinaria per il disarmo. È importante sottolineare, comunque, che la SGI non è un’organizzazione politica. La sua radice spirituale affonda nel pensiero buddista il quale, prima di tutto, promuove la riforma interiore dell’essere umano. Per questo motivo, oggi, lascio da parte i problemi specifici dell’ONU, per mettere a fuoco i princìpi spirituali necessari a trasformare le Nazioni Unite in un vero “Parlamento dell’Umanità”. Vorrei quindi delineare alcuni tratti della personalità, dell’etica, della figura ideale dei “cittadini del mondo”, gli unici, penso, in grado di realizzare tale trasformazione. La SGI, partendo da questa condanna della guerra, promuove un movimento per la pace e la cultura, cominciando dal sostegno offerto alle Nazioni Unite. In breve, crediamo che la riforma e la trasformazione sociale debba essere sostenuta e promossa dall’autoriforma individuale, da quella che, in termini buddisti, viene definita “rivoluzione umana”. Si può dire che la “volontà di essere padrone di se stesso” di Leonardo abbia radici comuni con il concetto buddista di “rivoluzione umana”. Sono certo, inoltre, che la convinzione leonardesca di controllare la propria “parte interiore”, acquisterà sempre più importanza per noi che viviamo in questo scorcio di secolo, per noi che assistiamo alla tragedia dei conflitti etnici come risultato di uno sguardo unicamente rivolto agli “aspetti esterni” dell’essere umano, alle istituzioni, all’ambiente. La Carta delle Nazioni Unite inizia con queste parole: «Noi, popoli delle Nazioni Unite (…)». Ciò significa che i cittadini comuni sono sempre il soggetto principale e la base della convivenza umana. Per questo motivo, grazie all’unione e alla spinta di tutti i “cittadini del mondo”, desideriamo che l’ONU diventi un vero “Parlamento dell’umanità”, un luogo, cioè, dove la voce e i desideri della gente possano essere ascoltati e realizzati. Allo stesso tempo mi chiedo: «Dov’è la dignità di un essere vivente? Dov’è il reale valore di un essere umano? Qual è il punto essenziale nei rapporti di amicizia tra i popoli e le nazioni?». Credo che la risposta si trovi in un umanesimo rinnovato. Un umanesimo che, approfondendo gli scambi e superando ogni diversità etnica e di pensiero, riempia con la cultura la vena d’acqua sotterranea dei rapporti di amicizia tra i popoli. Anche io, come buddista, sono determinato a dirigermi insieme a voi tutti verso una nuova alba della storia dell’umanità, facendo tesoro dell’insegnamento che ci ha lasciato Leonardo.

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