Mi fu consigliato di alzare il mio stato vitale e maturare come figlia, trasformando le loro critiche in stimoli per migliorarmi. Senza questo cambiamento, non avrei potuto avanzare nel mio viaggio Sulla “nave per attraversare il mare della sofferenza” mi sono imbarcata nel 1990, avevo vent’anni, ma me ne sentivo cento! Mi parlarono di Buddismo e di una frase che faceva stare bene: iniziai subito. Il benessere che sentivo mentre recitavo Nam-myoho-renge-kyo si mescolava al dubbio di essere capitata in una setta e anche alla paura di essere giudicata da genitori e amici. Tuttavia, “quei buddisti” mi sembravano persone sincere e felici, e continuai. Più praticavo, più l’ansia diminuiva. Cominciavo a portare a termine le cose prefissate, il mio stato vitale non ricadeva più tanto in basso, iniziavo ad avere desideri e fiducia in me stessa. Recitando affiorò il primo grande scoglio da affrontare: l’astio verso i miei genitori. «L’inferno…
Un altro giro di boa
Domiziana Balatti, San Vito al Tagliamento (PN)
Mi fu consigliato di alzare il mio stato vitale e maturare come figlia, trasformando le loro critiche in stimoli per migliorarmi. Senza questo cambiamento, non avrei potuto avanzare nel mio viaggio
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