La parabola di Sessen Doji, il ragazzo delle Montagne Nevose, narra come il prendere coscienza dell’impermanenza della propria vita ci conduca a rompere il muro dell’illusione e a vivere secondo una prospettiva più profonda e più libera Abitualmente si considera illusa una persona che confonde i suoi desideri e le sue speranze con la realtà. Come se ci fosse una realtà oggettiva uguale per tutti, percepibile attraverso i sensi, che però qualcuno a volte deforma e trasforma in una realtà tutta sua, che sostituisce poi a quella “vera”. Naturalmente, mentre cogliamo con grande lucidità e prontezza le illusioni altrui, siamo avvolti nella nebbia più fitta per quanto riguarda le nostre, tranne poi riconoscerle in seguito a bruschi risvegli. Anche Nichiren Daishonin, nel Gosho Le quattordici offese, paragona l’illusione al sogno: «Quando siamo illusi è come se sognassimo, quando siamo illuminati è come se ci fossimo svegliati» (SND, 5, 177). Ma…
Tutto cambia… per fortuna
La parabola di Sessen Doji, il ragazzo delle Montagne Nevose, narra come il prendere coscienza dell’impermanenza della propria vita ci conduca a rompere il muro dell’illusione e a vivere secondo una prospettiva più profonda e più libera
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