Anche con il mio nuovo compagno non avevo cambiato il modo di percepire il rapporto: stavo riproponendo il solito schema. I nodi irrisolti stavano tornando, ma questa volta avevo il Gohonzon Quando mio fratello, buddista da anni, mi ha parlato della pratica ero in un periodo difficile. Sposata e con un lavoro, non ero felice. Litigavo con mio marito e soffrivo perché, nonostante mi fossi sottoposta a diverse inseminazioni artificiali, non ero riuscita a diventare mamma. Una mattina mi sono svegliata con in mente Nam-myoho-renge-kyo, che riecheggiava insieme a tutte le parole incoraggianti di mio fratello, e tanta voglia di cambiare. Era il 2003 e iniziai a praticare. Ogni Daimoku rendeva tutto più chiaro. Attribuivo a mio marito la responsabilità di una vita noiosa, ma in realtà ero io ad avere l’inconscia convinzione che essere moglie significasse vivere in funzione di “lui”, e così, senza accorgermene, offendevo la mia vita…
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