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12 gennaio 2024

Trasformare il karma

Il karma è un concetto ben radicato nella cultura orientale, che ha trovato un’ampia diffusione in tutto il mondo. Ma cos’è il karma? Qual è il significato che ha nel Buddismo di Nichiren Daishonin? Approfondiamo questo concetto in questa nuova puntata di “Concetti chiave del Buddismo”, una serie curata da un gruppo di giovani coinvolti dalla redazione de Il Nuovo Rinascimento, con il supporto del comitato nazionale di studio

immagine di copertina

A cura di Nicoletta Centioni

Trasformare il karma significa trasformare il cuore, e trasformare il cuore significa cambiare radicalmente la traiettoria su cui stiamo dirigendo la nostra vita.
Ma che cos’è il karma? “Karma” è una parola sanscrita dagli innumerevoli significati che possono essere riassunti tutti nella parola “azione”. È un magazzino che custodisce la totalità delle azioni che abbiamo compiuto nelle vite passate e in quella presente, dove per “azioni” si intendono sia i pensieri, sia le parole, sia le azioni concrete.
Il Buddismo spiega che il nostro presente altro non è che il risultato o effetto delle nostre cause passate, di cui viviamo il potere di influenza, e che il presente è la causa che plasmerà il nostro futuro. La vita funziona in accordo con la legge di causa ed effetto generale, facilmente verificabile in ogni fenomeno dell’esistenza. Questo vuol dire che fino a che non avrò purificato la mia vita da tutte le cause negative poste nel passato non potrò essere felice? Assolutamente no.
Nichiren Daishonin, nel Gosho Alleggerire la retribuzione karmica afferma:

«Le sofferenze dell’inferno svaniranno immediatamente» (RSND, 1 , 173)

Immediatamente: quanta forza e quanta speranza in una singola parola. Al di là della visione fatalista del karma inteso come destino, il Buddismo espone il principio della causalità della Legge mistica.
Qual è la causa primaria di tutta la nostra sofferenza, e come si forma il karma negativo? Fondamentalmente si tratta dell’offesa alla Legge, dove per “Legge” si intende la natura di Budda in noi e negli altri, che esiste a prescindere dal fatto che ci crediamo oppure no. È una bontà innata, una dimensione pura e profonda che esiste dal tempo senza inizio. Ecco, ogni qualvolta dubitiamo della sua esistenza e quindi andiamo a “sporcare” la dignità della nostra o dell’altrui vita, stiamo commettendo un’offesa alla Legge e creiamo karma negativo. Siamo avvolti da un’ignoranza che il Buddismo chiama “oscurità fondamentale”, che però esiste nella vita tanto quanto l’Illuminazione. È come se oscurità e illuminazione, in principio, fossero due mattoncini dello stesso peso posti sui due piatti di una bilancia, in perfetto equilibrio. Siamo noi che scegliamo, spesso inconsapevolmente, di aggiungere peso a un piatto piuttosto che all’altro, e quindi di sbilanciare la nostra vita in una o nell’altra direzione.
Questa è la forza rivoluzionaria della causalità della Legge mistica, che riconsegna tutto il potere all’essere umano, unico creatore e trasformatore del proprio destino! Posso scegliere, sempre, in ogni istante. E proprio ora, in questa vita, nelle circostanze in cui mi trovo, posso aggiungere peso sul piatto dell’Illuminazione e ribaltare tutto. Il presidente Ikeda spiega che così come al sorgere del sole le innumerevoli stelle spariscono, allo stesso modo quando facciamo emergere lo stato vitale della Buddità l’insondabile “magazzino del karma negativo” termina di avere la sua influenza sulla nostra vita. Non significa che non esiste più, ma che viene illuminato e non ci crea più sofferenza.

Dunque basta un istante, un’azione, una determinazione nuova che però spesso facciamo fatica a trovare, sopraffatti dalla nostra oscurità. Come si fa allora? Il Buddismo di Nichiren Daishonin ci fornisce un “kit” molto chiaro, composto da tre elementi: credere nella Legge mistica, recitare Daimoku davanti al Gohonzon per risvegliare incessantemente una fede profonda, e dedicare la vita alla realizzazione di kosen-rufu, cioè aiutare quante più persone possibile a fare altrettanto. Questa è la strada diretta e più veloce per trasformare il karma negativo accumulato, perché il beneficio che otteniamo mettendo in pratica questi tre punti è quello di sconfiggere il dubbio e l’offesa alla Legge. Da un cuore che non crede, a un cuore che crede e che quindi pensa, parla e agisce sulla base di questo nuovo sentire consapevole.
Quindi sappiamo ora che questo karma negativo, qualunque esso sia, può essere trasformato sempre.
Potremmo domandarci però, soprattutto quando le difficoltà sono enormi e sembra che la lotta non abbia mai fine: “Perché proprio a me, perché proprio questo karma?”. È fondamentale dare una risposta a questa domanda. E il Buddismo lo fa, introducendo il concetto di “assumere volontariamente il karma appropriato”. Questo principio spiega che siamo stati noi a scegliere tutto, il posto in cui viviamo, i nostri genitori, le difficoltà che ci assalgono... Non possiamo averne memoria, ma tutti noi siamo Bodhisattva della Terra che volontariamente hanno scelto di affrontare delle prove e di superarle per condurre all’Illuminazione le persone con cui condividiamo legami karmici. Vinco io sulle mie sofferenze per mostrarti che puoi farlo anche tu. Quando ci risvegliamo a questa consapevolezza sgorga dentro di noi una forza illimitata che ci permette di superare qualsiasi ostacolo. Si tratta di un voto profondo, di un desiderio compassionevole: quello di essere felici insieme agli altri e di non risparmiarsi nell’infondere coraggio nella vita di tutte le persone con cui entriamo in contatto. È lo spirito di shakubuku: aiutando un'altra persona a far emergere la natura di Budda presente nella sua vita, al contempo sto lodando, proteggendo e attivando la Legge nella mia vita. Questo corrisponde a usare il nostro “kit” e così facendo trasformiamo il mio karma.

Lungo questo percorso di rivoluzione è fondamentale allineare il nostro cuore a quello del maestro, perché è sempre il primo a desiderare la nostra felicità, a mostrarci come qualsiasi karma possa essere trasformato in missione. Perché abbiamo bisogno di qualcuno che ce lo ricordi quando smettiamo di crederci. Incoraggiando una donna, il presidente Ikeda le dice:

«Lei diventerà sicuramente felice. Deve impugnare la vanga della fede, piantare i semi della felicità e perseverare nei suoi sforzi. Il sudore dei suoi sforzi per kosen-rufu si trasformerà in un prezioso germoglio di fortuna che per sempre renderà la sua vita nobile e splendente. Per favore, faccia in modo di diventare la persona più felice del Brasile!» (NRU, 1, 280)

Rispondendo al desiderio del nostro maestro, impegniamoci a diventare le persone più felici non indietreggiando mai neanche di un passo di fronte a qualsiasi manifestazione del nostro karma e dimostrando a tutti il beneficio incredibile che si ottiene praticando questo Buddismo!

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