Studiando i principi buddisti ci si imbatte spesso in concetti la cui traduzione nella nostra lingua è estremamente complessa perché qualsiasi parola sembra incapace di rendere la miriade di sfumature contenute nei caratteri originali. Di questo si occuperà questa serie che continuerà sotto forma di riquadri nei prossimi numeri per trattare dei vari termini dei principi buddisti Finora in Italia c’è stata un po’ di confusione sull’uso di questi termini per tradurre i nomi giapponesi dei principi buddisti; si parla indifferentemente di “inseparabilità di maestro e discepolo” oppure di “unicità di maestro e discepolo” e magari si chiama “unicità” sia quella di “persona e Legge” che quella della vita e del suo ambiente. In realtà tutte queste traduzioni, che si sono sedimentate e alternate nel corso degli anni e nessuna delle quali riesce a esprimere compiutamente il corrispondente concetto giapponese, si rifanno a due termini. Il primo è funi, quella…
Su unicità, identità, inseparabilità
Studiando i principi buddisti ci si imbatte spesso in concetti la cui traduzione nella nostra lingua è estremamente complessa perché qualsiasi parola sembra incapace di rendere la miriade di sfumature contenute nei caratteri originali. Di questo si occuperà questa serie che continuerà sotto forma di riquadri nei prossimi numeri per trattare dei vari termini dei principi buddisti
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