Nel 1260 Nichiren (1222-1282), il riformatore buddista giapponese che sviluppò la sua visione del Buddismo sulla base del Sutra del Loto – la scrittura che esprime l’essenza degli insegnamenti di Shakyamuni – sottopose il trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese alla massima autorità politica del suo tempo. In esso identifica la causa fondamentale del disordine dilagante in un diffuso senso di rassegnazione. A quell’epoca la popolazione giapponese soffriva a causa di ripetute calamità naturali e conflitti armati e molti erano sprofondati nell’apatia e nella rassegnazione. La società era intrisa di filosofie pessimistiche che disperavano di poter risolvere le difficoltà attraverso gli sforzi personali e di conseguenza, per molti, l’unica preoccupazione era mantenere una tranquillità interiore. Questo modo di pensare e di agire contrastava del tutto con gli insegnamenti che animano il Sutra del Loto, che esortano a mantenere una fede incrollabile nel potenziale insito in tutte le persone e ad adoperarsi nel farlo sbocciare appieno per costruire una società in cui tutti possano mettere in luce la propria dignità intrinseca.
Il trattato di Nichiren sollecita ad affrontare seriamente la sfida di accendere una luce di speranza nel cuore delle persone colpite da disastri e di avviare una mobilitazione sociale per impedire le guerre e i conflitti interni. Sottolinea il bisogno di sradicare la patologia della rassegnazione celata nelle profondità del nostro essere sociale, che ci contagia tutti: «Piuttosto che offrire diecimila preghiere, sarebbe meglio semplicemente bandire questo unico male». Il trattato ci invita a non rassegnarci di fronte ai mali della società e a raccogliere invece tutte le nostre capacità interiori per fronteggiare le dure sfide del nostro tempo come agenti di un cambiamento proattivo e contagioso. Quali eredi spirituali di Nichiren, i membri della Soka Gakkai, sin dai tempi del fondatore Makiguchi e del secondo presidente Toda, hanno ritenuto che la propria missione nella società fosse la costruzione di una solidarietà di azione tra le persone dedicata a eliminare l’infelicità dalla Terra. Analizzando la visione di Shakyamuni riguardo alla natura della sofferenza, che costituisce il punto di partenza del pensiero buddista, il filosofo tedesco Karl Jaspers (1883-1969) dichiarò che non vi era neanche un’oncia di pessimismo. In altri scritti Jaspers esplorò varie strade per superare il senso di impotenza e impiegò il termine “situazione limite” (ted. Grenzsituation) per descrivere le realtà inevitabili che gli individui affrontano. Fece notare che l’unico modo di evitare una situazione limite nella propria vita presente è chiudere gli occhi, ma fare così significherebbe anche far tacere il proprio potenziale interiore.
Sradicare la patologia della rassegnazione
Nella Proposta di pace del 2019, dal titolo "Verso una nuova era di pace e disarmo: un approccio centrato sulle persone", il presidente Ikeda affronta diverse tematiche: dal disarmo nucleare, alla crisi ambientale, ai conflitti che dilagano nel mondo. In questo articolo un estratto dalla Proposta di pace, in cui il maestro Ikeda ci incoraggia a sradicare la patologia della rassegnazione che potrebbe insinuarsi nei nostri cuori di fronte ad un mondo colmo di violenza. Trovate la versione integrale della Proposta di pace 2019 su Buddismo e Società 194

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