Fin dall’infanzia ho sperimentato una serie di sofferenze: ho avuto un padre molto autoritario e violento e un fratello che contrasse la meningite a 9 mesi che gli provocò disabilità multiple. Ho avuto la tubercolosi dai 16 ai 18 anni e lungo il percorso ci sono state altre numerose difficoltà e ostacoli. Nel profondo della mia vita avevo una grande tristezza.Ho iniziato a praticare il Buddismo di Nichiren per diventare una donna felice, anche se non credevo veramente che ciò potesse accadere. Ero molto colpita dall’idea che la mia trasformazione interiore, attraverso un effetto a catena, avrebbe portato benefici a tutta l’umanità. Questo è il principio buddista secondo cui “quando cambio io, cambia il mio ambiente”.Il 26 gennaio 1975 ho ricevuto il Gohonzon. In quella occasione speciale, ricevemmo tutti questa frase di Nichiren Daishonin: «Non dubitate semplicemente perché il cielo non vi protegge. Non scoraggiatevi perché non godete di un’esistenza…
“Siate felici!”
Betty Mori, Francia
Betty Mori, membro della SGI francese dal 1975 e vicepresidente della SGI Europa, ricorda i momenti chiave della sua vita in cui, grazie agli incoraggiamenti del maestro Ikeda, è riuscita a sviluppare la capacità di sperimentare la vera felicità

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