Ci siamo! Oggi, sabato 4 febbraio, alle 10:00 presso l’Auditorium Parco della musica, prende il via l’evento Senzatomica Revolution Talks: Io disarmo il futuro. Un evento in cui 1.000 giovani si uniscono per rifiutare le armi nucleari. Qui su Il Nuovo Rinascimento il racconto live dell’evento.
Ore 09:55. Ultimati gli ultimi preparativi per accogliere i 1.000 partecipanti che cominciano a riempire la sala Sinopoli. Alle 10:00 previsto l'inizio dell’evento.
Ore 10:20 La sala si va riempiendo con i sorrisi dei giovani. Pronti a disarmare il futuro.
Ore 10:35. Calano le luci in sala. Si comincia. «Come possiamo costruire un mondo libero dalle armi nucleari? Qual è il ruolo delle persone comuni? E dei giovani in particolare? Oggi risponderemo a queste domande» Marco Carrara presenta l'evento e dà il benvenuto ai partecipanti in sala
Ore 10:40 Michela Pasi, vice presidente del Comitato Senzatomica, e Carlo Abrate, segretario, introducono i temi dell’evento e dalla campagna Senzatomica, una campagna promossa dai giovani.
«L'origine di Senzatomica e di questa giornata risale a un storica Dichiarazione che il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda fece di fronte a 50.000 giovani nel 1957. Una dichiarazione contro le armi nucleari. Ma la cosa che colpisce di più è che, più in profondità, si tratta di una dichiarazione contro gli artigli invisibili che ne stanno alla base» inizia Carlo Abrate.
«E questo vuol dire trasformare quella visione che ci porta a vedere gli altri come nemici e a sviluppare un concetto di sicurezza incentrato sulle persone» continua Michela Pasi. «E oggi tutto questo ha portato, nel 2017, a rendere le armi nucleari illegali, grazie al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW). Uno degli aspetti più importanti è che è un risultato che è stato reso possibile dagli sforzi della società civile di tutto il mondo, dalle persone comuni».
«Ma adesso è il momento che questo Trattato venga ratificato anche in Italia. Senzatomica sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione, “Italia ripensaci", affinché il Trattato venga ratificato anche dal nostro Paese».
Riportando i saluti di Daisaku Ikeda, presidente della Soka Gakkai, Michela e Carlo hanno salutato i giovani in sala sottolineando l'importanza di continuare a porsi la domanda: «Come possiamo noi, persone comuni, cancellare le armi nucleari dal nostro mondo?».
Ore 10:50. Massimo Temporelli, fisico e divulgatore scientifico, sale sul palco.
«Mi occupo di diffondere la bellezza della scienza. Ma oggi sono in difficoltà, perché stiamo parlando di un male assoluto. Come hanno detto i rappresentanti di Senzatomica, la cosa più paurosa è la bomba atomica in sé, ma la bomba atomica che è in me».
Chi sono i fautori delle rivoluzioni? Sono sempre i giovani. Tutto parte da qui.
Albert Einstein aveva 25 anni quando ha elaborato le sue teorie che hanno cambiato il mondo. I giovani hanno il potere di cambiare il mondo.
Dalle scoperte di Einstein il mondo scientifico fa passi avanti rapidissimi e nel 1939 si arriva alla consapevolezza che i tedeschi possono costruire la bomba atomica. Da qua parte un iter governativo che porteranno migliaia di scienziati a lavorare notte e giorno nel New Mexico nel cercare di realizzare una bomba nucleare per difendersi dalla Germania. Una spirale di paura che ha annebbiato i cuori delle persone fino al progetto Manhattan. E poi ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki.
Quando Einstein scopre tutto questo, rimane shockato.
Insieme e Russell, Einstein scrive un Manifesto. Che ci dice esattamente cosa dobbiamo fare adesso: «Ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto».
Gli scienziati si sono fatti ingannare e hanno seguito una luce nera, non hanno seguito la luce bianca che invece dovevano perseguire. Adesso è il momento di cambiare direzione e grazie a voi e a Senzatomica dobbiamo rendere realtà questo Manifesto nato decine di anni fa.
Ore 11:12. È il momento di un dialogo su informazione e guerra con Fabio Tonacci (La Repubblica), Annalisa Girardi (Fanpage.it), Monica Perosino (La Stampa) Micol Flammini (Il Foglio).
Prende la parola Monica Perosino, che il 24 febbraio dell'anno scorso era in Ucraina. «Ciò che più mi preoccupa è come siamo arrivati a questo punto». «Come società civile dobbiamo ripensare alle parole che utilizziamo ogni giorno: odio, amore, resistenza, guerra, nemico… Stiamo continuando a estremizzare le nostre esperienze ed è da qui che dobbiamo ripartire, per non contribuire a creare una cultura della divisione».
Fabio Tonacci racconta che quando era in Ucraina, improvvisamente, si è cominciato a parlare del possibile lancio di una bomba atomica tattica. «Mi hanno portato le tute antiradiazioni nucleari, non potevo crederci». «Anche io ho vissuto esattamente la stessa situazione» aggiunge Monica Perosino.
Tonacci riprende: «Che cosa succederebbe, ci siamo chiesti, se Putin davvero spingesse quel tasto? Ci sono cinque Paesi che possiedono l’atomica. Nel momento in cui uno di questi utilizza la bomba in senso offensivo, gli altri quattro devono intervenire». Parliamo di reazione nucleare a catena: la conseguenza di un uso di un arma nucleare porterebbe tutti quei Paesi che non hanno la bomba atomica a riarmarsi. Avremmo la corsa al riarmo nucleare.
«È difficile raccontare una guerra ed è difficilissimo farlo a un pubblico di lettori di età media giovane come quello di Fanpage.it» racconta Annalisa Girardi. «Ed è ancora più difficile parlare di disarmo nucleare sui social, che è la piattaforma che utilizziamo maggiormente, quando siamo in una situazione in cui c'è un Paese come la Russia che minaccia l'uso di una bomba atomica». È una questione che non riguarda semplicemente la sicurezza nazionale. Riguarda ognuno di noi. «Esiste un trattato per l’abolizione delle armi nucleari, è stato ratificato da tanti Paesi ed è entrato in vigore. Ma l’Italia non ha ancora non solo ratificato ma neanche partecipato come Paese osservatore».
Ore 11:40 Arriva una domanda dal pubblico: «Si parla abbastanza di pace sui giornali e sui media?»
Monica Perosino: «Parlare di pace sui mezzi di comunicazione è fondamentale. Purtroppo questo è un momento terribile. Vediamo come la diplomazia si porti avanti con le armi, come con il concetto della deterrenza. È pauroso per me rendermi conto come siamo arrivati alla minaccia dell’uso di un’arma nucleare. Dobbiamo rimanere vigili. Bisogna smettere di parlare di guerra e iniziare a parlare di più delle persone che la subiscono».
Micol Flammini mette in luce quanto sia difficile parlare di pace quando viviamo una fase così drammatica a livello internazionale. D'accordo con lei Annalisa Girardi: «È difficile parlare di pace quando c'è un aggressore e un aggredito. Ma dobbiamo continuare a parlarne, a intervistare chi manda messaggi diversi, come fa Senzatomica. Parlare di quale possa essere la via della pace è fondamentale».
Fabio Tonacci: «La guerra è uno spettacolo ipnotico, giorno dopo si crea come un’abitudine alla guerra. Noi vediamo però che ogni articolo che parla di diplomazia e di ricerca della pace genera un traffico dati notevole, quindi c'è molto interesse su questo tipo di messaggio».
Ore 11:50 Interviene Claudia Pratelli, Assessora alla Scuola del Comune di Roma: «Le centinaia di persone riunite qui oggi, tutti questi giovani, sono già la risposta alla domanda: come si fa a costruire un mondo libero da armi nucleari? La vostra battaglia è davvero preziosa». E ancora: «L’educazione è l’arma più potente della pace. Dovremmo insegnare la gestione dei conflitti a scuola. Imparare il supporto reciproco e dalle idee degli altri a costruire cose nuove. Si deve eradicare il pensiero di annientare l’altro per uscire dal conflitto. Mi porto dietro questa immagine, la più bella da quando sono Assessora alla Scuola: in una scuola dell'infanzia ho trovato un divano circondato da alcuni cuscini colorati e una scritta: “angolino per imparare a litigare bene”. Se i bambini imparano che i conflitti esistono ma imparano a gestirli vuol dire che stiamo già costruendo un futuro diverso. Vi ringrazio di cuore per il vostro impegno».
Ore 11:55 Con Ginevra Geracitano, del Comitato Senzatomica, e Aldo Bonati, di Etica SGR, si parla di finanza e disarmo nucleare. Anche il mondo della finanza può agire per realizzare il disarmo nucleare e per sensibilizzare alla ratifica del Trattato sulla proibizione delle arme nucleari (TPNW) da parte dell’Italia, e non solo.
Ore 12:15 È il momento di un’esibizione artistica, con la lettura della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo Segue la lettura del Manifesto Russell-Einstein e del TPNW.
Ore 12:22 Inizia un momento in cui i giovani in platea dialogano con le relatrici sul palco: Vanessa Hanson (ICAN), Alice Filiberto (Youth for TPNW), Marzia Grimaldi (Croce Rosse Italiana) e Alessia Trama (Senzatomica). Si parla delle possibilità che ognuno di noi ha per contribuire al disarmo nucleare, a partire dalle esperienze personali delle giovani donne sul palco.
«Non importa da dove inizi, o come inizi. Ciò che conta è iniziare con quello che hai» condivide Marzia Grimaldi.
E Vanessa: «Possiamo cominciamo dall'informare i nostri familiari e i nostri amici. Anche un singolo post che condividiamo è importantissimo».
Alessja Trama condivide la sua esperienza: «Mi sono risvegliato all'importanza dell'abolizione delle armi nucleari a 18 anni, grazie alla mostra Senzatomica nella mia città. Adesso so che se siamo insieme possiamo realizzare l'impossibile».
Anche Alice Filiberto racconta di come ha cominciato a informarsi e gire per il disarmo nucleare grazie a un suo amico all'università: «Anche se adesso c'è qualcuno che non pensa di essere interessato a nessuno di questi grandi temi di cui stiamo parlando, può decidere di farlo oggi. Questo sarà il suo inizio, il suo punto di partenza».
Ore 12:40 Sale sul palco Caterina Forza, giovane attrice impegnata, che condivide i suoi pensieri sul ruolo dei giovani per il disarmo nucleare. «La miccia che può innescare la guerra nucleare è dentro e fuori di noi. Io, adesso, come giovane, cosa posso fare per il mio disarmo interiore? Quella è la mia azione che disinnesca la miccia». L'atmosfera in sala è toccante.
Ore 12:50 Pietro Morello, artista e attivista per i diritti umani, dà inizio alla sua performance. Si parla di bullismo e di guerra, e del grande potere dei bambini. Tra note al pianoforte e monologhi Pietro racconta la sua storia, del suo rapporto con la guerra. Dopo una serie di incontri con bambini che gli hanno posto domande sconvolgenti e punti di vista rivoluzionari, ha deciso di andare nei luoghi di guerra. E lì scopre ogni volta come i bambini sono le sempre le grandi vittime delle guerre. «La guerra è il pensiero di farla. È la minaccia della violenza. Non è solo l'atto pratico in sé. È tutto quello che c'è prima. E che portano a conseguenze spaventose».
«La musica di per sé non ferma la guerra. Un'idea di per sé non ferma la guerra. Ma l'uso che ne facciamo sì. Se ci crediamo. Credeteci! Io l'ho imparato dai bambini, loro mi hanno insegnato che la felicità è una scelta. La pace è una scelta». Si alza un grande applauso con le lacrime di commozione di Pietro Morello.
Ore 13:20 Siamo arrivati alla conclusione, con la presentazione della nuova mostra Senzatomica. «L'evento di oggi è il primo tassello» conclude Alessia Trama. ”Come diceva Pietro la felicità è una scelta. La pace costruiamola noi».
Finisce qui il racconto live di Senzatomica Revolution Talks: io disarmo il futuro.