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19 maggio 2024

Revolution Talks

Il racconto live

immagine di copertina

Ore 15.20 : Inizia Senzatomica Revolution Talks, due attori e due attrici aprono l'evento attraverso la lettura di diversi estratti dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo, dal Manifesto Russell Einsten e del discorso dei festeggiamenti per l'adozione del TPNW.

Ore 15.28: Ecco il presentatore che dà ufficialmente avvio alla seconda edizione di Senzatomica Revolution Talks! Molti sono gli spettatori che ci seguono da casa. In questa edizione esploreremo la natura interconnessa dei problemi globali e qual è la chiave per affrontarli. Come possiamo costruire un mondo libero dalle armi nucleari?

Ore 15.31: Benvenuto a Michela Pasi, vicepresidente di Senzatomica.
Senzatomica è una campagna italiana nata nel 2011 dal desiderio dei giovani italiani di realizzare un mondo libero dalle armi nucleari. Trasformare lo spirito umano significa mettere al centro tutti e tutte noi. La mostra è diretta alle persone comuni affinché possa essere messa al centro la dignità della vita. Il vero nemico è il pensiero che ha portato alla nascita di queste armi: considerare accettabile annientare l'altro quando si frappone con i nostri scopi e obiettivi. E' nello spirito degli esseri che devono essere poste le basi della pace, attraverso il dialogo, corsi di formazione, educazione, la mostra ed eventi come questo. Michela ci racconta di come le armi nucleari non uccidono nel momento stesso del loro scoppio, ma uccidono il futuro. Ci ha ricordato del suo incontro con gli Hibakusha, unici individui che hanno trasmesso la prospettiva di vedere la bomba atomica non dall'alto, ma dal basso, dalla prospettiva delle persone comuni. Le bombe atomiche gettano un velo di paura sulla nostra esistenza. Adesso possiamo decidere di informarci, di agire, di impegnarci quotidianamente. Possiamo decidere fermamente di essere dalla parte giusta della storia.

Ore 15.40: Adesso diamo il benvenuto a cinque ospiti: Pietro Turano, Irene Facheris, Giulia Pellizzato e Chiara Sacchetto e Carlo Abrate. Si dà avvio ad un momento interattivo con i partecipanti e coloro che stanno assistendo all'evento da casa.
Quanto può fare la differenza il mio impegno nel mondo? Irene afferma che il suo impegno è utile quando questo viene riproposto. Ogni persona nella propria cerchia può fare la differenza, anche perché molte conversazioni iniziano come uno scambio di esperienze tra amici e amiche. Non c'è bisogno di essere supereroi e supereroine, non c'è bisogno di prendere una patente. E' fondamentale sentire di essere pronti e pronte per fare la propria parte.
Pietro risponde alla stessa domanda affermando che singolarmente non si può fare nulla, ma agire è un modo per responsabilizzare chi ha la possibilità di esercitare un potere diverso. Nella crisi si determina sempre uno spazio che è quello della possibilità e che l'utopia è lo spazio del possibile. La comunità di coloro che sono qui oggi e che stanno facendo qualcosa nel loro quotidiano, è molto più ampia di quello che ci vogliono far vedere e credere. Le persone che credono in un cambiamento e stanno agendo in tale direzione, sembra siano una minoranza, ma noi siamo la maggioranza.
Giulia afferma che si chiede spesso il significato di ciò che sta portando avanti tutti i giorni e sostiene che spesso si sente sommersa da ciò che succede nel mondo, ma poi si ricorda di quanto sia in grado di trasformare la realtà chiedendosi anzitutto come si può decolonizzare l'azione che stiamo compiendo, come posso approcciare in maniera differente tale circostanza in modo da portare un cambiamento.
Chiara ci parla di una differenza che riguarda il riconoscimento dell'altro, dell'altra, il desiderio di non lasciare indietro nessuno. Il rimettere al centro dei valori che sembrano essere lasciati indietro al giorno d'oggi.
Carlo racconta della sua sfida personale di superare ogni giorno quella voce interiore che ci disprezza e non ci permette di riconoscere il potenziale che abbiamo. Andare oltre questa voce, trasformarla, è già fare tanto. Se la pensiamo come comunità è molto più semplice perché in questo modo non la si sta superando solo per se stessi, ma anche per gli altri.

Ore 16.10: Inizia il momento interattivo con il pubblico.
Una domanda che lascia perplessi è: "Hai mai sentito parlare di intersezionalità?". Giulia ci dà una breve spiegazione del significato di questo concetto. Intersezionalità nasce in ambito giuridico da Kimberlé Williams Crenshaw successivamente ad un caso di una donna che era stata discriminata per due ragioni, perché nera e perché donna. In quel periodo storico il sistema giudiziario non permetteva di proteggere individui discriminati sulla base di molteplici ragioni. Questo significa che come individui abbiamo molteplici caratteristiche e il modo in cui siamo nella società e il modo in cui possiamo venire discriminati, dipende dall'intersezione tra tutte queste caratteristiche. Sulla base della nostra individualità, possiamo esperire diverse forme di discriminazione. Ovviamente questo non significa dover spacchettare le nostre individualità, affermando ad esempio di non poter sostenere qualcuno che sta vivendo una forma di discriminazione che noi non abbiamo vissuto in prima persona. La cosa importante è riconoscere che ognuno e ognuna è diverso, ha molteplici caratteristiche ma ognuno di noi ha il potere di agire per contribuire a trasformare la realtà in cui viviamo.
Irene afferma che guardando il mondo attraverso le lenti dell'intersezionalità è fondamentale, riconoscendo i nostri privilegi. Ci costringe a chiederci "è mai capitato che abbia fatto del male a qualcuno senza accorgermene?". Non serve fustigarci, ma è importante acquisire consapevolezza per migliorare, nei fatti, la vita di un'altra persona.
Pietro sostiene che il primo strumento del potere è sempre stato quello di dividere. Riconoscere la complessità, le nostre differenze, è un valore immenso perché ci permette di non dare per scontate le nostre vite. Riconoscere i propri privilegi non è una colpa, ma è fondamentale esserne consapevoli in modo che possano essere uno strumento per trasformare la società.
Giulia ci parla dell'importanza dell'intersezionalità per non cadere nell'ideologia. Ideologia intesa come trattare le differenze come cose permanenti, facendo delle gerarchie.
Chiara: cosa ci lega alla storia delle altre persone? Cosa ci lega a delle storie di persone che sono oppressi dalla società in cui viviamo? Ricordarci che tutte queste storie ci legano. L'intersezionalità si dovrebbe fare movimento per divenire attivi in diversi ambiti della società.
Riportare al centro della sicurezza

Ore 15.36: Terminato il momento interattivo con i partecipanti all'evento. L'ultima domanda riguarda quanto ogni persona senta di poter fare la differenza, dopo aver ascoltato gli interventi dei nostri ospiti. La maggior parte delle persone ha cliccato su "Tanto!", mettendo in evidenza quanto la creazione di una comunità e l'incoraggiamento condiviso, anche attraverso le storie degli attivisti che oggi hanno parlato, hanno il potere di far sì che ogni individuo possa percepire la capacità che ha di contribuire ad un cambiamento positivo.
Per tutti e tutte coloro che hanno risposto "per niente" o "poco" alla domanda di prima, Irene afferma che capisce il tipo di sensazione. Il punto fondamentale è che non siamo soli e non si può fare attivismo da soli.

Ore 16.40: Venessa Hanson, di ICAN, interviene all'evento di oggi. Venessa ci parla del concetto di MAD (Mutually Assured Destruction). Nel caso di una guerra nucleari, gli obiettivi potrebbero essere tutte quelle basi che contengono armi nucleari in Italia. Le armi nucleari sono armi di puro orrore e terrore: così devono essere viste. Anche se la minaccia nucleare è così vicina a noi, tante sono le iniziative e le trasformazioni positive che sono state realizzate negli ultimi anni. Un esempio è proprio l'adozione del TPNW. Questo strumento sta smantellando quel pensiero che ha da sempre ritenuto la necessità delle armi nucleari per sostenere la nostra sicurezza. Grazie a questo trattato si stanno creando le condizione per l'eliminazione totale delle armi nucleari, per il loro smantellamento. C'è bisogno di ogni persona, di ogni individuo che ama la vita, di persone che non accettano il genocidio, che siano audaci e coraggiosi.

Ore 16.53: Proiezione video promo di Senzatomica. "Ricordiamoci della nostra umanità". Gli attori e attrici che hanno realizzato il video promozionale della mostra, arrivano sul palco. Dobbiamo costruire un oceano di pace, un oceano di disarmo. Caterina Forza sostiene che sostiene la campagna Senzatomica, ricordando che la mostra sostiene lei e tutti i giovani. Greta Ragusa lancia un messaggio a tutti i giovani: noi abbiamo il potere di cambiare la realtà, il mondo. Siamo noi giovani la chiave per un futuro brillante e disarmato. Lidia Vitale afferma che si disarma ogni volta che decide di essere felice e di non diventare ragione. Quando rinuncio ad alcune parole e ne inizio ad utilizzare altre. Mi disarmo ogni volta che mi lascio andare e credo nei miei sogni. Loredana Maiuri incoraggia chi non è stato alla mostra, ad andare il prima possibile, con l'augurio che le persone possano uscirne arricchite e cambiate.

Ore 17.07: "Io disarmo, io disinvesto". Inizia una conversazione tra pace, intersezionalità, politica, investimenti. Barbara Setti ci parla di come un certo tipo di finanza utilizza lo stesso linguaggio della guerra. La finanza di cui abbiamo bisogno è una finanza che parte dal basso, dove non ha importanza se l'imprenditrice è donna o è un imprenditore uomo. È una finanza che dice anche molti "no". Solitamente questo tipo di finanze non vengono prese in considerazione, nel mondo oggi ne abbiamo 71 e muovono 140 miliardi di dollari. Queste nuove realtà finanziarie si sono incontrare a Milano e hanno lanciato la "Dichiarazione di Milano", nella quale si afferma la necessità di disinvestire dalle armi. Alla domanda "economia ed etica possono essere amici?" Raffaella risponde che devono essere amici e sta a noi far sì che questo avvenga. L'economia è uno di quegli ingranaggi su cui dobbiamo andare a lavorare. "Stiamo andando verso un mondo sempre più etico?". Raffaella di Felice sostiene che sì, il mondo sta cambiando e virando verso quella direzione, le persone richiedono questa azione anche se di strada ce ne è ancora da fare. Maura Gancitano, progetto Thlon. "Come li vedi i giovani di oggi? Sono interessati a questi argomenti?". Maura afferma che il problema fondamentale non sono i giovani, bensì chi ad oggi è al potere e che giovane non è. Maura ci ricorda Michela Murgia e il grande impatto che possiamo avere sul potere.

Ore 17.47: Performance di danza contemporanea di Beatrice Scalzo, con la coreografia di Valeria Proietti Semproni.

Ore 17.54: Federica Carta ci canta alcune delle sue canzoni per concludere con gioia questo evento spettacolare. Ci ha trasmesso freschezza ed energia! Grazie Federica.

Ore 18.08: Torna sul palco Michela Pasi che ci ricorda che la mostra Senzatomica è stata prorogata fino al 26 maggio. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 19, mentre venerdì, sabato e domenica dalle 9 alle 20. Con la mostra siamo chiamati a formulare una determinazione, una decisione insieme.

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