«Il carcere non mi avrebbe impedito di proseguire la mia rivoluzione, come non aveva impedito a Ikeda, Toda e Makiguchi di realizzare il loro sogno: propagare la Legge» Il Buddismo è comparso nella mia vita come “il puro fiore di loto che sboccia dalla melma”, in un momento che, per rimanere in tema, nella melma c’ero dentro fino al collo, solo che non lo sapevo. Succede spesso ai tossici. A dirla tutta, per essere uno della mia categoria, in quel periodo ero convinto di dare dei punti a molti. Avevo iniziato a diciotto anni nel tentativo di aiutare una ragazza, invece c’ero cascato io. Molto banale. In seguito mi distinsi pensando di diventare un vero outsider e, istruito da gente che la sapeva lunga, incamerando merce e pagando i fornitori con assegni a vuoto, davo il mio modesto contributo a far fallire sia società, intese come aziende, sia persone, intese…
Qualcosa d’insolito
Andrea Da Re, Vercelli
«Il carcere non mi avrebbe impedito di proseguire la mia rivoluzione, come non aveva impedito a Ikeda, Toda e Makiguchi di realizzare il loro sogno: propagare la Legge»
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