Conversazione spirituale tra credenti in Italia: questo il titolo dell’evento organizzato ieri, 27 giugno, dalla Commissione per il dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), presso la sede dell’organo di governo della Chiesa italiana, a Roma.
Hanno partecipato i leader di 11 religioni presenti in Italia, tra cui l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, l’Unione Induista Italiana, i Sikh, la Comunità dei Bahá’í, la Chiesa Ortodossa di Romania in Italia, l’Unione Buddhista Italiana, l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, l’Unione delle Chiese Evangeliche, la Chiesa Valdese e diversi rappresentanti delle organizzazioni islamiche italiane.
Nella sua introduzione Monsignor Derio Olivero (Vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo) ha espresso la sua emozione nel vedere per la prima volta i rappresentanti delle diverse confessioni religiose seduti allo stesso tavolo per dialogare e confrontarsi sul rapporto tra religione e spiritualità nel nostro paese.
Al centro del suo intervento introduttivo l’allegoria sulla celebre tela di Delacroix, intitolata La tempesta sedata.
«Quello di oggi è un incontro storico. Come i passeggeri di quella nave in mezzo al mare in tempesta, anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto proprio, ma solo insieme. Su questa barca… ci siamo tutti. La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e ci indica come riprendere insieme la rotta», ha commentato Mons. Olivero.
I partecipanti si sono raccolti in tre momenti di riflessione:
- Religioni e spiritualità nel contesto della vita italiana di oggi. Quali sfide e quali opportunità?
- Religioni e spiritualità al servizio della società italiana. Quali prassi generative?
- Come possiamo metterci al servizio delle persone del nostro tempo, in Italia?
I partecipanti, interagendo tra loro, hanno riportato una sintesi di quanto emerso nel lavoro di gruppo.
Il presidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Alberto Aprea, ha parlato dell’importanza del momento presente per costruire insieme un futuro differente.
A questo proposito ha ricordato la storia di Wangari Maathai, premio Nobel per la pace, che mirava a risvegliare in ogni membro della comunità locale un senso di responsabilità verso la propria terra e verso le generazioni future. Mentre promuoveva un movimento che ha portato alla piantumazione di 51 milioni di alberi in Kenya, Wangari Maathai incontrava talvolta persone che non volevano impegnarsi nel piantare gli alberi poiché, dicevano, non sarebbero cresciuti abbastanza in fretta. Ma lei rispondeva che gli alberi di cui stavano godendo i frutti oggi, erano stati piantati da coloro che li avevano preceduti.
«Allo stesso modo – ha messo in luce Aprea – adesso è necessario un impegno a beneficio della comunità futura. Un’azione comune delle religioni diffuse in Italia sicuramente inciderà in modo profondo nel destino del nostro paese».
Ha affermato inoltre quanto sia necessario accettare e valorizzare le molteplici caratteristiche di ogni singolo credo e, allo stesso tempo, afferrare la profonda verità e sapienza presente in ciascuna dottrina, così ogni religione potrà esercitare un’influenza positiva sulle altre e dedicarsi sempre più alla felicità del genere umano. Aprea ha concluso il suo intervento con le parole del maestro Daisaku Ikeda: «Continuando a percorrere questo cammino di dialogo e reciproco miglioramento, ogni fede potrà manifestare il proprio valore intrinseco, contribuendo alla creazione di un sodalizio di “religioni per l’essere umano” in grado di trasformarsi nella forza più grande per la realizzazione della pace nel mondo» (RSND, 1, xi).
«La giornata di oggi – ha concluso Mons. Olivero – ha rappresentato un primo passo per capire come interagire insieme con la società italiana senza interferire ma offrendo stimolo e sostegno, come aiutarci a creare coesione e fraternità e come riuscire a mantenere viva l’apertura alla trascendenza».