Da tutta Italia si sono riuniti presso il Centro culturale di Firenze i trentatré redattori e redattrici de Il Volo Continuo, per partecipare al primo corso della redazione.
Una grande gioia incontrarsi in presenza per la prima volta dopo anni di attività svolta a distanza. La lontananza non ha impedito però di coltivare forti legami di amicizia basati sul desiderio comune di dare speranza ai giovani attraverso le parole basate sul Buddismo.
Ogni giornata del corso è iniziata con la lettura del messaggio che il maestro Ikeda ha inviato per il ventesimo anniversario della rivista (https://www.ilvolocontinuo.it/messaggio-ventesimo-anniversario/).
Nella mattinata di sabato c’è stata la proiezione di alcuni estratti del video sui viaggi del maestro Ikeda a Firenze nel ‘92 e nel ‘94, che raccolgono le sue guide ai membri italiani.
La lezione sul Gosho L’eredità della Legge fondamentale della vita
Si è poi tenuta la lezione sul Gosho L’eredità della Legge fondamentale della vita a cura di Luca Riccioni, Chiara Stefanacci, Andrea Yuji Balestra e Diana Albo, responsabili della redazione del Volo Continuo.
Alcuni punti chiave che sono stati approfonditi riguardano l’importanza di dare valore a ogni istante, da quando ci svegliamo al mattino e recitiamo Gongyo e Daimoku prima di iniziare qualsiasi attività per armonizzare la vita individuale con il ritmo della vita universale.
Al contrario, ciò che si intende nel Buddismo come “mondo d’inferno” consiste nell’avere vissuto una vita che non è stata spesa con l’ichinen di creare valore in ogni istante.
Come sottolinea un commento che ha colpito tutti i presenti:
«Finché non capiamo la preziosità della vita che stiamo vivendo, che ci permette di innalzare il nostro stato vitale fino a conseguire la Buddità, la nostra esistenza non avrà mai basi solide su cui poggiare, dimostrando tutta la sua fragilità».
Recitare Daimoku ci permette di risvegliare la nostra capacità innata di percepire e manifestare la Legge mistica. “Ereditare la Legge” è quindi una pratica attiva basata sull’iniziativa di ricercare la via della Buddità e, mettendo in pratica il cuore del maestro, saremo in grado di raccogliere i benefici della Legge, tra i quali l’armonia.
In questo Gosho infatti Nichiren spiega il significato dell’unità tra i credenti, commentato dai relatori con queste parole:
«Doshin indica che individui diversi agiscono con un unico spirito. Ribadiamo che “senza alcuna distinzione fra di loro” non significa rinnegare la diversità tra le persone, ma piuttosto evitare le azioni dettate dall’egoismo che impediscono una comunicazione profonda tra le persone. Quando manca questo scambio profondo, alla fine i rapporti umani si ledono e prendono piede i conflitti e le divisioni».
La lezione si è conclusa con la determinazione, in quanto giovani emissari di pace che creano valore con l’uso di parole, di aiutare anche una sola persona in più a non perdere la speranza, continuando a risvegliare la consapevolezza di essere Bodhisattva della Terra.
Visita all’Accademia della Crusca e scambi cuore a cuore
Il sabato pomeriggio è stata organizzata la visita all’Accademia della Crusca, l’accademia linguistica più antica al mondo, nata a Firenze nel 1583 e adiacente al Centro culturale di Firenze. Occasione preziosa sia a livello culturale che per creare legami di conoscenza reciproca.
Di ritorno dalla visita, i partecipanti si sono riuniti in gruppi prima per gli zadankai, momento importante per condividere esperienze e sfide personali, e poi per le riunioni dei vari team e rubriche di cui è composta la redazione. Mentre la sera di sabato i partecipanti hanno cantato insieme e approfondito i loro legami di amicizia.
Con l’obiettivo di far avanzare kosen-rufu
Domenica, ultima giornata di corso, è iniziata con l’esperienza di Marta Modena, viceresponsabile delle giovani donne italiane, che ha toccato il cuore e ispirato tutti i presenti.
Di seguito c’è stato ampio spazio alle domande, a cura di Michele Giuseppone (responsabile dei giovani), Jasmina Cipriani (responsabile delle giovani donne) e Chiara De Paoli (segretaria delle giovani donne e direttrice responsabile del Volo Continuo), che hanno risposto a quesiti importanti, tra cui la vicenda con la setta Nikken, cosa significa ricercare il cuore del maestro e quali sono i prossimi passi per lo sviluppo di kosen-rufu.
Il corso si è concluso con l’intervento di Anna Conti, vicepresidente e direttrice editoriale della Soka Gakkai italiana, che ha ripercorso alcuni momenti delle visite di Sensei in Italia nel ‘92 e nel ’94 e i primi passi della rivista Il Nuovo Rinascimento.
Rispondendo alla domanda su come rendere i contenuti del Volo Continuo sempre freschi e attuali, ha condiviso alcuni passi dal capitolo Il ruggito del leone (NRU, 18) che raccoglie gli incoraggiamenti di Sensei per lo staff del Seikyo Shimbun, tra cui:
«[Shin’ichi] suggerì poi cinque caratteristiche che avrebbero dovuto coltivare: spirito obiettivo, occhio critico, mente acuta, capacità di indagine e di scrittura. Al tempo stesso lanciò loro un monito: “Queste sono le capacità tipiche delle persone dei due veicoli, Apprendimento e Realizzazione. Quindi, i redattori devono avere una forte fede e comportarsi come Bodhisattva, non dimenticando mai che il loro scopo è quello di far avanzare kosen-rufu”» (NRU, 18, 49).
Ha concluso il suo discorso incoraggiando ognuno e ognuna a mantenere una salda fiducia in se stessi e a non perdere la passione e l’entusiasmo anche quando la forza dell’abitudine rischia di togliere la gioia di godere di ogni passo avanti che facciamo, per quanto piccolo. Questo è possibile mantenendo sempre un forte legame di non dualità di maestro e discepolo.
Nei saluti finali i responsabili della redazione hanno condiviso la loro determinazione da inviare al maestro Ikeda:
«Il nome Volo Continuo trasmette un’azione reattiva, coraggiosa e costante che tutti mettiamo in pratica nelle nostre vite. In questo senso i legami che abbiamo creato e stiamo coltivando saranno un sostegno eterno e indistruttibile. Per questo determiniamo che questo primo corso segni un punto di partenza nel realizzare la nostra missione unica che, passando dal centenario della Soka Gakkai, mirando al 2032 (30mo anniversario della fondazione della rivista), contribuirà al cambiamento della società».
Con il cuore colmo di gioia e commozione, i partecipanti sono rientrati nelle loro case accompagnati da una fresca e potente determinazione.