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25 novembre 2024

#NessunaScusa

Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Per l’intera settimana Il Nuovo Rinascimento pubblicherà delle interviste a persone che lavorano quotidianamente per determinare un cambiamento culturale ed eliminare ogni forma di violenza nei confronti delle donne. Oggi, e tutti i giorni, anche noi possiamo contribuire a questa trasformazione, ripartendo da ora, senza dimenticare il ruolo chiave che ognuno e ognuna di noi svolge in questa radicale trasformazione

immagine di copertina

Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita nel dicembre del 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Questa data è stata scelta per ricordare tre attiviste, le sorelle Mirabal, uccise nella Repubblica Domenicana dopo essere state stuprate e torturate. Nel 1981, durante il primo incontro femminista latinoamericano e caraibico, si decise di istituire il 25 novembre come Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in ricordo delle sorelle Mirabal.

Tutt’oggi in Italia e nel mondo i dati riguardo alla violenza sulle donne sono aberranti e dovremmo tutti e tutte iniziare a chiederci in che modo possiamo agire per trasformare radicalmente questa spaventosa realtà.
Come ogni anno, le Nazioni Unite hanno lanciato i 16 days of activism (16 giorni di attivismo) che dal 25 novembre ci portano al 10 dicembre, anniversario dell’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti umani del 1948 per mettere in evidenza che l’eliminazione della violenza nei confronti delle donne rientra nella tutela dei diritti umani e che, per far sì che questi siano rispettati, gli aspetti culturali che giustificano e alimentano questa violenza devono essere decostruiti.

Ogni persona può partecipare attivamente a questi 16 days of activism, informandosi, avviando dialoghi e discussioni con i propri amici e familiari sul tema, prendendo parte alle proteste e manifestazioni organizzate in tutta Italia e nel mondo, e ponendosi la domanda: “Cosa posso fare io? Come posso io, in prima persona, decostruire tutti quegli aspetti che giustificano o tollerano la violenza, la prepotenza, l’usurpazione nei vari ambiti e relazioni della mia vita?”.

In merito a ciò, il maestro Ikeda ha affermato:

«Nulla è più spregevole della violenza contro le donne. È una cosa assolutamente imperdonabile. Voglio che tutti gli uomini lo ricordino. Purtroppo, nella società di oggi c’è una generale tendenza a incoraggiare la promiscuità sessuale e la violenza. Questa tendenza esiste anche in Giappone. Il punto è non cadere vittime di questa tendenza. Spero che gli uomini si comportino sempre in maniera irreprensibile. Sarebbe una vergogna se si comportassero diversamente. Le donne, da parte loro, dovrebbero essere sagge e prudenti, ed esercitare la massima attenzione per proteggere se stesse.
Posso solo immaginare l’incredibile angoscia fisica e mentale che devono provare le donne che sono vittime di violenze sessuali. A chi ha attraversato questa dolorosissima esperienza voglio dire: benché abbiate perso la fiducia negli altri, o vi sentiate insudiciate e annientate, ricordatevi per favore che nessuno può distruggere ciò che siete. Per quanto crudelmente siate state ferite, voi restate immacolate come la neve appena caduta.
Il Buddismo insegna che il fiore di loto cresce nelle acque melmose. Ciò significa che le nostre vite assolutamente nobili continuano a brillare anche in mezzo alle più sgradevoli realtà della vita, proprio come il puro bianco fiore di loto che sboccia in mezzo al fango senza esserne sporcato. Proprio a causa di ciò che avete subito, ci sono dolori e sofferenze nei cuori degli altri che solo voi potete notare, e puri sentimenti di amore e di amicizia che solo voi potete scoprire.
Sicuramente ci sono tante persone che hanno bisogno di voi. Se vi date per vinte, sarete solo voi a perderci. Nulla e nessuno potranno mai cambiare il vostro intrinseco valore. Vi chiedo di avere coraggio, di dire a voi stesse che non permetterete che questa terribile prova vi sconfigga.
Chi ha sofferto di più, chi ha sperimentato la tristezza più grande, ha il diritto di diventare la persona più felice di tutte. A che servirebbe la nostra pratica buddista se i più infelici non potessero diventare felici? Le lacrime che versate purificano la vostra vita e la fanno brillare.  Vivere con questa convinzione e continuare ad andare sempre avanti è lo spirito del Buddismo ed è anche l’essenza della vita. Forse non volete parlare a nessun altro del vostro dolore e della vostra angoscia, ma vi raccomando con forza di confidarvi con qualcuno, fosse anche un’unica persona di cui avete fiducia e sulla cui discrezione potete contare. Non dovete soffrire in totale solitudine.
Il Daishonin afferma che recitare Nam-myoho-renge-kyo significa entrare nel palazzo della propria vita. Il maestoso palazzo della propria vita non è nient’altro che lo stato vitale del Budda. Neanche la bomba atomica può distruggere questo palazzo interiore. Per favore, utilizzate le esperienze dolorose per aprire questo palazzo di felicità all’interno della vostra vita» (Amore e amicizia, Esperia, pag. 69)

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