Lettera da Sado
Discepoli, vincete col “cuore del re leone”!
Lezione generale a cura del Dipartimento di studio della SGI
[Riferimento 1]
Quando voleva ammonire i discepoli arroganti, Tsunesaburo Makiguchi, il presidente fondatore, citava spesso un’espressione di questo scritto: «Come una gazza che si prende gioco di una fenice»[1]. E ribadiva ampiamente che la grande missione della Soka Gakkai era quella di svolgere una vigorosa pratica di shakubuku, un punto fondamentale di Lettera da Sado.
Anche il secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda teneva spesso lezioni su Lettera da Sado, affinché il messaggio di questo Gosho ci rimanesse profondamente impresso.Durante la famosa campagna di Osaka[2] del 1956, per spronare alla vittoria i membri del Kansai, tenne una lezione su questo scritto a una riunione nella Sala Civica di Nakanoshima, a Osaka.
Quando ero giovane questo scritto è stato fonte di ispirazione anche per la mia pratica buddista. All’epoca soffrivo di tubercolosi e gli affari di Toda attraversavano gravi difficoltà. In questo periodo di amare prove leggevo e rileggevo Lettera da Sado, traendone il coraggio di continuare a lottare, di farcela ogni giorno, fino alla vittoria finale.
(Gli insegnamenti della vittoria, Esperia, pag. 22)
[Passo 1]
Questa lettera è indirizzata a Toki, ma deve essere mostrata a Saburo Saemon, al prete laico Okuratonotsuji Juro, alla monaca laica di Sajiki e agli altri miei discepoli.
(Lettera da Sado, RSND, 1, 266)
[Passo 2]
Se anche una sola persona non avesse mie notizie, potrebbe risentirsi. Perciò vorrei che tutti i credenti sinceri si riunissero e si incoraggiassero leggendo insieme questa lettera.
(Lettera da Sado, RSND, 1, 272)
[Passo 3]
Le cose che le persone temono di più in questo mondo sono il dolore del fuoco, il balenare delle spade e l’ombra della morte. Perfino i buoi e i cavalli hanno paura di essere uccisi, non c’è da meravigliarsi che gli esseri umani abbiano paura della morte; perfino i lebbrosi sono attaccati alla vita, a maggior ragione le persone sane.
(Lettera da Sado, RSND, 1, 266)
[Passo 4]
I pesci vogliono sopravvivere e, deplorando la scarsa profondità dello stagno in cui vivono, scavano buche sul fondo per nascondersi, eppure, ingannati dall’esca, abboccano all’amo. Gli uccelli sugli alberi temono che questi siano troppo bassi e si appollaiano sui rami più alti, eppure, abbagliati dall’esca, si fanno prendere nella rete. Gli esseri umani sono altrettanto vulnerabili. Danno la vita per superficiali cose mondane, ma raramente per i preziosi insegnamenti del Buddismo. Fa poca meraviglia che non conseguano la Buddità.
(Lettera da Sado, RSND, 1, 266)
[Passo 5]
È nella natura delle bestie minacciare il debole e temere il forte. Gli studiosi contemporanei delle varie scuole si comportano come loro: disdegnano un sapiente senza potere ma temono i governanti malvagi. Non sono altro che cortigiani servili. Solo sconfiggendo un potente nemico si può dimostrare la propria vera forza.
(Lettera da Sado, RSND, 1, 267)
[Passo 6]
Quando un governante malvagio si allea con preti che sostengono insegnamenti errati, per distruggere l’insegnamento corretto e liberarsi di un uomo sapiente, chi ha un cuore di leone conseguirà sicuramente la Buddità. Così ha fatto Nichiren. Non dico questo per arroganza, ma perché sono animato dalla forte volontà di preservare il corretto insegnamento.
(Lettera da Sado, RSND, 1, 267)
[Riferimento 2]
Le parole «Così ha fatto Nichiren» rappresentano un grido appassionato ai suoi discepoli. Era come se stesse esortandoli dal profondo di sé: «Io ho sconfitto tutte le forze demoniache, così anche voi dovete tirar fuori un cuore da leoni e vincere su tutte le forze negative. Battetevi con lo stesso spirito di Nichiren! Combattete al mio fianco, con la mia stessa determinazione!» Ciò che si aspettava era che sorgessero discepoli dotati del suo stesso spirito e della sua stessa dedizione. Durante la Seconda guerra mondiale solo Makiguchi e Toda dimostrarono il coraggio da leone del Daishonin. Il clero, al contrario, cedette al proprio vigliacco tornaconto. L’eredità del Daishonin, un re leone privo di egoismo, oggi vive soltanto nello spirito della Soka Gakkai. Abbiamo fedelmente ereditato il suo spirito generoso e pieno di coraggio e abbiamo tracciato saldamente un’ampia strada per la realizzazione di kosen-rufu a livello mondiale. Di conseguenza anche i nostri benefici saranno di portata immensa.
Con questa potente convinzione stabiliamo relazioni con ancor più persone e condividiamo con loro la vera grandezza del cammino Soka di maestro e discepolo.
(Gli insegnamenti della vittoria, Esperia, pag. 41)
[Passo 7]
La Raccolta degli insegnamenti orali dice: Il ruggito del leone (shishi ku) è la predicazione del Budda. La predicazione della Legge significa la predicazione del Sutra del Loto, o in particolare la predicazione di Nam-myoho-renge-kyo.
Il primo shi della parola shishi, o leone, [che significa “maestro”] è la Legge meravigliosa che è trasmessa dal maestro. Il secondo shi [che significa “figlio”] è la Legge meravigliosa ricevuta dai discepoli. Il “ruggito” è il suono del maestro e dei discepoli che recitano all’unisono.
Il verbo sa, “emettere” o “ruggire”, va interpretato col significato di dare inizio o metter fuori. Si riferisce al dare inizio a Nam-myoho-renge-kyo nell’Ultimo giorno della Legge.
(La raccolta degli insegnamenti orali, BS 116)
[Riferimento 3]
[Come insegna il Buddismo di Nichiren,] il desiderio del re leone – il Budda – è trionfare su ogni tipo di funzione demoniaca e mettere in grado chiunque di realizzare la propria felicità attraverso il grande ruggito che ha il potere di muovere ogni cosa in direzione positiva.
Qui il Daishonin insegna che l’essenza di questo ruggito del leone è la lotta condivisa di maestro e discepolo.
Il mio maestro Josei Toda non solo ruggì lui stesso come un leone per difendere apertamente la verità, ma spesso esortava anche i giovani a farlo: «Kosen-rufu è una battaglia verbale, quindi anche voi dovreste parlare instancabilmente!», «Noi siamo nel giusto, perciò dichiariamo la verità così com’è!». Kosen-rufu è una lotta spirituale per sconfiggere gli impulsi distruttivi che risiedono nella profondità della vita e ci rendono infelici. Perciò forze ostili e piene di risentimento nei confronti della Soka Gakkai, che tiene alta la bandiera della Legge mistica, ci hanno attaccato in ogni maniera concepibile cercando di distruggere il nostro movimento. Ma noi, uniti dal legame di maestro e discepolo, abbiamo sempre trionfato dichiarando apertamente insieme ciò che era giusto.
Il grande ruggito congiunto di maestro e discepolo ci permette di sconfiggere l’oscurità fondamentale o ignoranza e far emergere con forza la natura fondamentale dell’Illuminazione, o natura del Dharma.
(Dalla serie Il Buddismo del Sole per illuminare il mondo, lezioni di Daisaku Ikeda sugli scritti di Nichiren Daishonin, la religione della rivoluzione umana, parte undicesima: la lotta condivisa, BS, 192, 26)
[Riferimento 4]
Come insegna questo passo, i membri della Soka Gakkai, i nostri compagni Bodhisattva della Terra, indipendentemente dalle difficoltà che hanno dovuto affrontare hanno «raccolto il coraggio di un leone» (cfr. Le persecuzioni che colpiscono il saggio, RSND, 1, 885) e hanno continuato a perseverare nei loro sforzi per kosen-rufu.
In tutto il mondo i membri hanno sperimentato inequivocabili benefici grazie alla pratica buddista dimostrando l’incontestabile potere del ruggito del leone del Buddismo di Nichiren. Proprio perché l’epoca attuale è pervasa da così tanta confusione e incertezza, come membri della Soka Gakkai uniti dal legame di maestro e discepolo “diamo inizio” a un nuovo ruggito del leone e piantiamo ovunque i semi della Legge mistica nel cuore delle persone facendo sbocciare fiori di pace e felicità in tutto il globo.
(Dalla serie Il Buddismo del Sole per illuminare il mondo, lezioni di Daisaku Ikeda sugli scritti di Nichiren Daishonin, la religione della rivoluzione umana, parte undicesima: la lotta condivisa,BS, 192, 28)
[Passo 8]
Una bella spada si ottiene battendo il ferro incandescente. I santi e i saggi sono messi alla prova dagli insulti. Il mio attuale esilio non è dovuto ad alcun crimine mondano; è per permettermi di espiare in questa esistenza le mie gravi offese passate ed essere libero dai tre cattivi sentieri nell’esistenza futura.
(Lettera da Sado, RSND, 1, 269)
[Riferimento 5]
Nella mia lezione “Il Buddismo Mahayana e la civiltà del XXI secolo”, che tenni all’Università di Harvard, sollevai le seguenti questioni: la religione rende le persone più forti o più deboli, incoraggia in loro il bene o il male, le rende più o meno sagge?
Rendere le persone forti, buone e sagge è l’essenza del Buddismo di Nichiren. In un’epoca così piena di disumanità c’è sempre più bisogno di questa religione centrata sull’essere umano.
(Dalla serie Il Buddismo del Sole per illuminare il mondo, Lettera da Sado, parte 2, BS, 219, 5)
[Riferimento 6]
Ma il Daishonin espose il principio della trasformazione del karma basandosi sulla visione più vasta e profonda di causa ed effetto contenuta nel Sutra del Loto. Basarsi sul Sutra del Loto significa riconoscere che noi, e tutte le altre persone, possediamo uno stato vitale nobile come quello del Budda. Quando il sole sorge, disperde l’oscurità e illumina il mondo. Allo stesso modo, quando recitiamo Nam-myoho-renge-kyo facciamo sì che il sole della nostra Buddità intrinseca dal tempo senza inizio risplenda in noi. Come effetto, l’oscurità dell’ignoranza fondamentale svanisce, il karma passato si trasforma e in noi emerge il potere innato di vincere ogni sofferenza o difficoltà.
In quel momento il karma cambia significato. La nostra esistenza segnata dalle sofferenze karmiche compie una trasformazione radicale diventando una vita in cui sfidiamo il karma e dimostriamo l’autentico valore e la dignità dell’essere umano. Questa è l’essenza del Buddismo di Nichiren, che insegna il principio della trasformazione del karma, il fattore chiave per rivitalizzare la nostra esistenza e creare un futuro migliore.
(Dalla serie Il Buddismo del Sole per illuminare il mondo, Lettera da Sado, parte 2, BS, 219, 6)
[1] Alla fine di Lettera da Sado il Daishonin scrive: «Allo stesso modo, i discepoli rinnegati dicono che Nichiren è il loro maestro, ma che è troppo rigido ed essi propagheranno il Sutra del Loto in modo più tranquillo. Sono ridicoli, ridicoli come lucciole che ridono del sole e della luna, come il formicaio che guarda dall’alto in basso il monte Hua, come pozzi o ruscelli che disprezzano il fiume e il grande mare, o come una gazza che si prende gioco di una fenice» (RSND, 1, 272).
[2] Campagna di Osaka: nel maggio 1956 i membri del Kansai si raccolsero intorno al giovane Daisaku Ikeda, inviato appositamente dal secondo presidente Josei Toda a sostenerli, e convertirono 11.111 famiglie al Buddismo di Nichiren Daishonin. Nelle elezioni che si tennero due mesi dopo, il candidato sostenuto dalla Soka Gakkai nel Kansai guadagnò un seggio alla Camera alta, un risultato che allora era considerato impossibile.