Pratico il Buddismo da circa un anno. Non avrei mai iniziato se non mi fossi trovata in una situazione di dolore così profondo e di disperazione. Non avevo più niente da perdere perché il verdetto peggiore era stato emesso senza possibilità di appello. Tuttavia respingevo l’idea di caricare la mia mente e il mio corpo di una fatica ulteriore, il Daimoku. Lo feci solo per incoraggiare Maurizio, il mio compagno da sedici anni. I primi mesi che seguirono alla diagnosi di tumore maligno incurabile furono devastanti. Mi fu consigliato di mentirgli, di raccontargli una storia ben confezionata che motivasse validamente la sua lotta tenace contro la malattia. Non potevo piangere perché lo avrei insospettito e per non destare dubbi nei miei figli. Il pianto represso mi soffocava, sarei voluta scappare lontano e dimenticare questa vita che ci portava via Maurizio. Io non sono una persona coraggiosa. Eppure sono dovuta passare…
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