Desidero ringraziare con tutto il cuore ognuno di voi per la vostra determinazione e per gli sforzi che state portando avanti, nonostante le difficoltà, per lo sviluppo di kosen-rufu in Italia.
Ci troviamo in una fase molto delicata per la società globale, nella quale la Soka Gakkai italiana sta comunque compiendo un ulteriore balzo in avanti come movimento religioso. Questo è il momento di rinnovare il nostro voto di diffondere ampiamente la Legge mistica incidendo nel cuore l’iscrizione presente nel Joju Gohonzon affidato alla Soka Gakkai: “Per la realizzazione del grande voto di kosen-rufu attraverso la compassionevole propagazione della Legge mistica”.
La prima cosa, quella fondamentale, per realizzare una grande propagazione della Legge mistica, è avanzare sulla base di un’unità indistruttibile.
In questo senso i membri del Kansai sono un chiaro esempio da seguire. Il presidente Ikeda scrive: «I membri del Kansai hanno un forte senso di unità. […] Quando arriva il momento di lottare, i coraggiosi membri del Kansai promettono nel loro cuore: “Non lasceremo indietro nessuno. Vinceremo tutti insieme!”. […] Se ci sono compagni di fede che stanno affrontando delle avversità, i membri del Kansai accorrono al loro fianco per incoraggiarli, […] non considerano mai i problemi degli altri come qualcosa che non li riguarda. Questa è la forza del Kansai, questo è l’umanesimo buddista» (cfr. NR, 673, 4).
Anche per noi membri italiani è arrivato il momento di sviluppare un appassionato spirito di unità, come una grande famiglia in cui si lavora insieme per la felicità di tutte le persone.
Alla fine del 1957 il presidente Toda realizzò lo scopo della sua vita: 750.000 famiglie di praticanti.
Pochi mesi prima, nel periodo cruciale della lotta che portò a quella vittoria, il suo amato discepolo fu incarcerato a Osaka per accuse infondate. Era il 3 luglio.
Per proteggere i membri della Soka Gakkai e il suo maestro, il giovane Ikeda si assunse tutte le responsabilità e venne rilasciato dopo due settimane. Solo dopo un processo di quattro anni e mezzo la sua innocenza sarebbe stata riconosciuta.
In quel contesto, alla riunione di Centro del dicembre 1957, Josei Toda enunciò per la prima volta le tre guide eterne della Soka Gakkai, come un lascito ai suoi discepoli.
Nel 2003 il presidente Ikeda ne aggiunse altre due, «per il futuro di kosen-rufu nel ventunesimo secolo» (Le cinque guide eterne, Esperia, pag. 2). Queste cinque guide eterne sono il frutto del voto condiviso di maestro e discepolo e rappresentano la base fondamentale della pratica buddista per i membri di tutto il mondo.
Oggi, nella fase di grande incertezza che viviamo, è essenziale confermare ancora una volta il nostro impegno a mettere in pratica queste cinque linee guida (cfr. NR, 676, 11):
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15 luglio 2020
L’indistruttibile unità della famiglia Soka
Alberto Aprea, presidente della Soka Gakkai italiana
Il voto eterno dei nostri tre maestri è che i membri di tutto il mondo possano avanzare con fiducia lungo il sentiero dell’armonia, della felicità, del successo, della salute, della longevità e della vittoria. Continuiamo ad avanzare sul sentiero di maestro e discepolo, uniti a tutti i compagni di fede, facendo nostro questo voto
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