«In quei ventuno giorni di carcere sperimentai una condizione vitale al di là di ogni immaginazione. Era come se avessi per compagno di cella Josei Toda, di cui leggevo l’esperienza di prigionia su La rivoluzione umana» Quando a vent’anni conobbi G, lui faceva uso di sostanze stupefacenti e conduceva una vita sregolata: ai miei occhi appariva brillante, ma anche tormentato. All’epoca non sapevo che questo era dovuto alla droga. Più cercava di tenermi a distanza, più io insistevo per toccare il suo cuore. Dopo i primi mesi ero riuscita a instaurare un rapporto di fiducia e G aveva cominciato a confidarmi ciò che lo teneva sveglio di notte. Per ripagare un debito ad alcuni spacciatori del quartiere, si era messo lui stesso a spacciare. Pur non condividendo minimamente questo suo stile di vita, non riuscivo a contrastarlo e, in qualche modo, era come se assecondassi le sue scelte. Ero praticamente…
Libera, per sempre
Giulia Chiodelli, Milano
«In quei ventuno giorni di carcere sperimentai una condizione vitale al di là di ogni immaginazione. Era come se avessi per compagno di cella Josei Toda, di cui leggevo l’esperienza di prigionia su La rivoluzione umana»
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