Fa tappa a Reggello, Firenze, la mostra “L’eredità della vita”, realizzata dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai all’interno della campagna “Cambio io, cambia il mondo: Pensare globalmente, cambiare interiormente, agire localmente.
Più di 140 persone si sono riunite sabato pomeriggio presso la biblioteca comunale, dove la mostra sarà in esposizione fino al 3 dicembre con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Reggello e l’impegno gioioso dei membri della regione Toscana Est.
In una sala gremita, prima del taglio del nastro si sono alternati gli interventi di rappresentanti dell’Istituto e delle istituzioni locali. In apertura Roberto Francini, responsabile del Comitato “Cambio io, cambia il mondo” ci ha portato a riflettere su quale futuro vogliamo realizzare e che cosa intendiamo lasciare alle generazioni future, citando le parole di Daisaku Ikeda: «Come possiamo dunque intendere la sostenibilità? In termini semplici, penso che si potrebbe descrivere così: un modo di vivere nel quale ci si astiene dal ricercare la propria felicità a spese di quella degli altri; la determinazione di non lasciare in eredità alla prossima generazione il posto in cui viviamo, e il pianeta nel suo complesso, in condizioni peggiori di quando ci siamo arrivati noi; una società in cui il futuro non sia sacrificato ai bisogni passeggeri del presente ma vengano operate decisioni e scelte ottimali avendo in mente l'interesse dei nostri figli e dei nostri nipoti” (Proposta di pace 2012).
«Ogni cosa che facciamo ha delle ripercussioni» ha proseguito Irene Bartolini, Assessore alla cultura di Reggello, «e quando queste azioni sono positive diventano di esempio per tutti coinvolgendo la comunità locale». Bartolini ha lodato le attività dell’Istituto, che trasmette e promuove esempi di una vita rispettosa, uniti agli spunti di riflessione offerti dalla mostra e dagli eventi correlati.
Nel suo intervento è partito invece da un ricordo personale Piero Giunti, sindaco di Reggello: da un insegnamento che ha ricevuto quando era bambino da suo nonno, un uomo che a 94 anni piantava alberi e che alle domande del suo nipotino rispondeva senza esitazioni: lo faccio per te, li sto piantando per te questi alberi. Quello che facciamo oggi, ha proseguito Giunti, avrà delle ricadute sulle prossime generazioni ed è essenziale cambiare il proprio sguardo per imparare ad avere cura del futuro: anche se non vedremo i risultati nel corso della nostra vita è essenziale agire ora.
Dedicando l’iniziativa a Giulia Cecchettin, Stella Bianchi, direttrice esecutiva della campagna “Cambio io, cambia il mondo”, ha in chiusura ricordato come il cuore della mostra è il rispetto della dignità della vita di ogni persona: ognuno ha il diritto di vivere felice e a proprio agio, ognuno deve poter decidere come realizzare se stesso nel modo che desidera. La crisi climatica mette a rischio la vita delle persone, per questo è importante prendere consapevolezza e decidere di andare in un’altra direzione. Se scegliamo di fare un passo avanti, ripetendo un’azione anche piccola, possiamo affrontare la crisi climatica insieme. Con la certezza di poter vincere questa sfida.