Per me essere buddista non significa far finta di non soffrire, ma è sedermi davanti al Gohonzon in lacrime, piena di rabbia e rimpianti e cercare dentro di me una spiegazione al mio dolore Avevo sedici anni quando incontrai mio marito: facevo la parrucchiera nel negozio di sua madre. Lui di anni ne aveva diciotto, bravissimo nel suo lavoro, mi conquistò subito. Decidemmo di vivere insieme e ci sposammo: eravamo innamorati e pieni di speranze. Dopo due anni nacque Fabio e ci sconvolse la vita perché, essendo sottopeso, aveva bisogno di controlli pediatrici tutti i giorni. Ma la nostra volontà superò ogni limite. Aprimmo un negozio di parrucchiere per signora vicino a casa. Eravamo orgogliosi di dimostrare ai nostri genitori che ce la stavamo facendo da soli. Fabio cresceva bene, ma a quindici anni scoprimmo che soffriva di crisi epilettiche e la sua vita subì molte limitazioni. All’ultimo anno di…
Le tempeste della vita
Nadia Scarpini, Rapallo (GE)
Per me essere buddista non significa far finta di non soffrire, ma è sedermi davanti al Gohonzon in lacrime, piena di rabbia e rimpianti e cercare dentro di me una spiegazione al mio dolore
©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata