Il mio sogno è sempre stato quello di fare l’illustratrice: di raccontare storie attraverso il disegno. Sensei spiega che essere intelligenti o avere talento non basta: per farcela nella vita bisogna diventare forti e accumulare buona fortuna Mi sono decisa a praticare nel giugno 2004, tre anni dopo che mi avevano parlato del Buddismo. A quel tempo ero piena d’amici, lavoro, impegni e passioni. Eppure mi sentivo stagnante e depressa, insicura al punto da non riuscire a recitare: non ne valeva la pena perché Nam-myoho-renge-kyo avrebbe funzionato con tutti tranne che con me. A settembre 2004 sono partita per andare qualche mese a Barcellona. Appena arrivata, sola e senza conoscere la lingua, la mia depressione è diventata disperazione ed è in quel momento che ho cominciato a recitare Daimoku tutte le mattine, pregando «con tanta convinzione come se dovessi accendere il fuoco con legna bagnata» (RSND, 1, 395). Sono entrata…
Le matite sono la mia voce
Martina Vanda, Roma
Il mio sogno è sempre stato quello di fare l’illustratrice: di raccontare storie attraverso il disegno. Sensei spiega che essere intelligenti o avere talento non basta: per farcela nella vita bisogna diventare forti e accumulare buona fortuna
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