Di nuovo, corsie d’ospedale, medici, interventi. In quel momento, vista la sofferenza di mia madre pensai che l’università avrebbe aspettato. Ma fu proprio lei, con un filo di voce, a dirmi: «Vai Elena! E portami l’alloro della vittoria!» Ho iniziato a praticare nel 1988. A quel tempo, mi sentivo molto sicura di me, avevo già affrontato a testa alta un divorzio, avevo un lavoro, due splendide ragazze adolescenti e una situazione economica tranquilla. Dissi a tutti che avrei provato per un mese e che, se la cosa non dava un risultato tangibile, avrei smesso. Ma solo dopo quindici giorni, al ritmo di un’ora di Daimoku al giorno, sentii fiorire una forza nuova. Decisi di continuare. Il Gongyo e il Daimoku rigeneravano la mia vita: erano momenti preziosi e solo miei. Poco alla volta venivo a scoprire, e non senza dolore, chi ero veramente e dietro al paravento di una donna…
L’alloro della vittoria
Elena Magni, Verona
Di nuovo, corsie d'ospedale, medici, interventi. In quel momento, vista la sofferenza di mia madre pensai che l'università avrebbe aspettato. Ma fu proprio lei, con un filo di voce, a dirmi: «Vai Elena! E portami l'alloro della vittoria!»
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