«Posso dire – racconta Selena Mazzantini – che la mia rivoluzione umana “cammina” insieme alla trasformazione del mio ambiente: sono stata una figura inutile e fastidiosa in quanto donna, oggi invece sono a capo di tutti gli allenatori in qualità di responsabile tecnico della scuola calcio» Com’è iniziata la tua carriera di calciatrice? Ero una bambina quando ho iniziato a dare calci a un pallone insieme ai miei amici. Ero l’unica ragazza, ma non c’erano tante differenze tra noi perché ero brava e avevo una forte passione. Volevo fare la calciatrice, ma ero anche molto timida, tanto che al provino con la mia prima squadra femminile costrinsi mia sorella, che faceva la ballerina, a entrare in campo con me. Da allora il calcio è stata la mia professione per ventiquattro anni; ho giocato nell’Ascoli, nella Lazio, nel Torino, nella Roma e intanto continuavo a studiare finché a un certo punto…
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