Nichiren Daishonin istituì la pratica di Nam-myoho-renge-kyo per liberare gli esseri umani dalla sofferenza. Anche il maestro Josei Toda, in un Giappone devastato dalla guerra e dalla bomba atomica, lottò per costruire la Soka Gakkai con l’obiettivo di eliminare le parole “miseria” e “infelicità” dalla Terra.
Non dobbiamo mai dimenticare che lo scopo per cui siamo nati è diventare felici insieme agli altri. Dunque, abbracciando questa religione noi scegliamo ogni giorno la pace.
Ma cos’è la pace? E come può un singolo individuo crearla?
Sia la pace sia la guerra nascono dalle persone. Prima di tutto quindi la pace si costruisce nel cuore di ciascuno di noi che si disarma. Dove disarmarsi vuol dire capire e rivoluzionare il ragionamento che porta alle armi.
Ciò che porta alle guerre, alla distruzione, alla divisione, alla violenza si trova nella tendenza dell’individuo a pensare solo a se stesso e ai suoi interessi, e ad annullare l’altro, a non riconoscerlo più come essere umano.
Nella vita di tutti i giorni incontriamo persone che non ci piacciono, ma il punto è riconoscere che la vita di ciascuno è preziosa e nessuno ha il diritto di ferirla e distruggerla. Se questo pensiero entra nella quotidianità delle nostre vite, sicuramente genererà un cambiamento della società.
Il presidente Ikeda afferma:
«Se vogliamo lasciarci alle spalle l’era del terrore nucleare dobbiamo combattere contro il vero “nemico”. Quel nemico non sono le armi nucleari in quanto tali, né gli Stati che le possiedono o le costruiscono. Il vero nemico da affrontare è il modo di pensare che le giustifica: l’esser pronti ad annientare gli altri qualora li avvertiamo come una minaccia o un ostacolo per la realizzazione dei nostri scopi» (Proposta di pace 2010, BS, 140, 21)
Perciò la chiave è racchiusa nel nostro impegno quotidiano a fare la propria rivoluzione umana, a diventare, anche se di poco, migliori di ieri.
Per scegliere la pace bisogna partire dal proprio cuore, sempre. Orientare ogni giorno la vita nella direzione del massimo valore significa scegliere la pace.
Non alimentare la nostra oscurità significa pace.
Ricordarci che anche l’altro è un essere umano significa scegliere la pace.
Noi che pratichiamo il Buddismo di Nichiren Daishonin abbiamo fatto il voto di realizzare kosen-rufu, cioè realizzare questa visione di pace, a partire dalle nostre vite. Questo insegnamento non è una teoria idealistica ma una chiara guida verso la pace e la felicità.
In che modo? Rendendoci capaci di manifestare l’infinito potenziale inerente alle nostre vite.
E quando la pace ci sembra lontana o un’utopia?
Possiamo ripartire dal Daimoku per trasformare quell’impotenza che ci fa sentire deboli o insignificanti, e comprendere che ogni vita è infinitamente e ugualmente degna di rispetto, in grado di manifestare il supremo potere del Budda che è un tutt’uno con l’universo. Come spiega il maestro Ikeda:
«La via più sicura per una pace duratura consiste nella purificazione e nella trasformazione della vita di ogni individuo. Questo insegna il Buddismo, questo è il nucleo della pratica buddista. Sono fermamente convinto che qui si trovi la ricetta migliore per guarire in modo definitivo le malattie spirituali dell’umanità e della società» (Proposta di pace 2005, BS, 110)
In poche parole, l’unico modo per realizzare felicità e pace nella società caotica di oggi, è sviluppare pienamente il nostro potenziale umano e quello di ogni persona.