Anche quest’anno l’Asvis, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, organizza dall’8 al 24 maggio la settima edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, la più grande iniziativa italiana dedicata alla sostenibilità e che coinvolgerà tutto il territorio nazionale, estero e la piattaforma online.
Gli eventi principali del Festival hanno come obiettivo l’approfondimento e la sensibilizzazione delle tematiche contenute nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. L’Asvis mira infatti ad aumentare la consapevolezza e promuovere la mobilitazione necessarie a realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
L’Istituto Buddista Soka Gakkai Italia parteciperà al Festival con la campagna Cambio Io Cambia, il mondo, oggi sabato 20 maggio a Roma, presso l’ex Cartiera Latina del Parco Appia Antica, in via Appia Antica 42, in cui sarà possibile visitare dalle ore 10:30 alle ore 18:30 la mostra L’eredità della vita. Il clima è una scelta: salviamo il futuro.
La mostra, nata nel 2020, ha lo scopo di infondere speranza, di far sorgere interiormente una necessità, una promessa, che renda tutti responsabili del clima e consapevoli di essere protagonisti del cambiamento. Il percorso espositivo si compone di 18 pannelli che, partendo dall'analisi della gravità dell'emergenza climatica provocata dalle attività umane, evidenzia cinque settori chiave su cui intervenire: energia, città, sistemi di produzione e consumo, alberi, sicurezza alimentare.
Infine, la riflessione sulla transizione ecologica giusta, su un nuovo modello di sviluppo, sui diritti umani e sulla pace, e sull’importanza delle azioni quotidiane (https://www.ereditadellavita.it/).
Dalle 10 alle 12 ci sarà una conferenza di apertura, ricca di condivisione di esperienze e interventi di vari ospiti e sarà possibile seguirla in diretta sui canali Facebook e Youtube dell'Istituto Soka Gakkai Italia.
Il presidente Ikeda nella Proposta di pace del 2012 scrive:
Come possiamo dunque intendere la sostenibilità? In termini semplici, penso che si potrebbe descrivere così: un modo di vivere nel quale ci si astiene dal ricercare la propria felicità a spese di quella degli altri; la determinazione di non lasciare in eredità alla prossima generazione il posto in cui viviamo, e il pianeta nel suo complesso, in condizioni più sporche o danneggiate di quando ci siamo arrivati noi; una società in cui il futuro non sia sacrificato ai bisogni passeggeri del presente, ma vengano operate decisioni e scelte ottimali avendo in mente l’interesse dei nostri figli e dei nostri nipoti. Questi ideali non andrebbero perseguiti con un senso di costrizione o perché si deve obbedire a regole imposte dall’esterno, né come un fastidioso fardello di responsabilità. Piuttosto dovrebbero essere il risultato naturale del desiderio condiviso di cui parla l’economista John Kenneth Galbraith (1908-2006) nel nostro dialogo: il desiderio di creare «un secolo in cui le persone possano dire: “Mi piace vivere in questo mondo”»
(BS 152, pag. 31)
Si può consultare il programma completo e seguire in streaming sul sito dell’Asvis tutti gli eventi del Festival dello Sviluppo Sostenibile.