Il 4 gennaio 1956 a Osaka faceva freddo. La pioggia gelida che aveva cominciato a cadere alle prime luci dell’alba diminuì nel pomeriggio e cessò verso sera, ma il cielo rimase coperto. Shin’ichi Yamamoto era partito alle 9.00 sull’espresso Rondine da Tokyo ed era arrivato al centro della Soka Gakkai del Kansai verso sera. Fermandosi davanti all’edificio lo contemplò per alcuni istanti.
“È un vecchio edificio a tre piani”, pensò dentro di sé, “ma sembra più grande del centro di Tokyo”. Il palazzo in precedenza aveva ospitato un conservatorio ed era stato acquistato nell’autunno precedente. Per dicembre erano state completate delle ampie ristrutturazioni e il 13 dicembre si era tenuta l’inaugurazione, con l’apertura del Gohonzon al Centro culturale. Davanti al Gohonzon appena aperto, Josei Toda, riferendosi al Centro culturale, aveva detto ai membri del Kansai che avevano ottenuto un tesoro inestimabile senza nemmeno cercarlo. Il fatto che fossero in grado di accogliere il Gohonzon speciale iscritto appositamente dal patriarca corrispondeva perfettamente al passo del Sutra del Loto che afferma: «Abbiamo ricevuto un tesoro inestimabile senza cercarlo». Le fondamenta per un movimento che avrebbe agito in favore del futuro di Kansai, egli dichiarò, erano state poste. «D’ora in avanti proteggete questo Centro culturale», proseguì Toda. «Sono molto grato a tutti voi e vi chiedo dal profondo del cuore di fare del vostro meglio.
Non sono solito adulare o lusingare alcuno, quale che sia la sua posizione sociale. Non potrei farlo neanche se volessi. Di solito le persone tendono a giudicare gli altri proprio in merito alla reputazione o alla ricchezza, ma nel Buddismo le cose non stanno così.
A che cosa serve il denaro in fin dei conti? Se ne avete abbastanza per soddisfare tutte le vostre esigenze è inutile che ne desideriate di più. Se anche ne aveste dell’altro, non sareste in grado di utilizzarlo. Ho parlato con una persona oggi, e le ho detto che non ho assolutamente più bisogno di denaro. Sono pronto a sacrificare la mia vita per il bene della Legge, e sento di rispettarvi profondamente per gli sforzi che state sostenendo per realizzare kosen-rufu». Incalzato dal proprio senso di responsabilità in quanto persona che aveva richiesto questo Gohonzon, Toda sottolineò che i membri del Kansai non dovevano lasciarsi sviare dalla tendenza della regione a porre il massimo interesse sul profitto. Piuttosto, ribadì, avrebbero dovuto coltivare una fede pura e risoluta fino alla fine. «Desidero quindi che voi, membri di Osaka, preghiate davanti a questo Gohonzon e riempiate le vostre vite di benefici», disse in conclusione, con gli occhi che esprimevano a un tempo calore e severità. «Recuperate la salute se siete malati. Guadagnate abbastanza denaro per vivere confortevolmente se siete poveri. Portate avanti la vostra fede in modo perfetto e diventate felici. Questo è il miglior modo che avete per ricambiare il vostro debito di gratitudine nei miei confronti». Shin’ichi Yamamoto non aveva potuto partecipare alla cerimonia di apertura del Gohonzon il 13 dicembre. Era un martedì, ed era dovuto rimanere a Tokyo per affrontare i molti compiti legati alle sue responsabilità. Era alla guida dello staff generale dei giovani e del Dipartimento di pubbliche relazioni della Soka Gakkai, e contemporaneamente era responsabile del capitolo Bunkyo. Inoltre lavorava presso la compagnia per l’industria e il commercio Daito. In quel periodo era particolarmente indaffarato a causa di un evento del tutto inatteso.
Nel corso del mese precedente, un giornale aveva pubblicato un resoconto erroneo secondo il quale le campagne della Soka Gakkai violavano la legge contro le attività sovversive. Shin’ichi si era fatto carico personalmente di condurre i colloqui con la testata e ottenere la ritrattazione dell’articolo. Ma ora, 4 gennaio, Shin’ichi Yamamoto finalmente era in grado di osservare con i propri occhi l’edificio che era diventato il centro della regione di Kansai.
Aveva visitato per la prima volta Osaka nel 1952, nel corso della campagna estiva di propagazione. Da allora aveva accompagnato Josei Toda in quella città diverse volte, per partecipare alle riunioni generali del capitolo e alle grandi riunioni della Divisione giovani. Dal mese di settembre del 1954, inoltre, era stato incaricato di tenere le lezioni per la quinta classe dei candidati del Dipartimento di studio, e aveva visitato la città regolarmente ogni mese. Sebbene il capitolo fosse ancora nella fase iniziale della sua crescita, i membri erano dotati di un forte spirito di ricerca e Shin’ichi si era subito sentito in grado di trasmettere a tutti loro cosa fosse la linfa vitale della fede e dello studio. In occasione di quella visita, invece, nel suo cuore già avevano cominciato a prendere forma i piani per la grande campagna che si sarebbe tenuta nel 1956. Diversi responsabili lo accolsero all’ingresso. Cominciò con una visita di tutto l’edificio in loro compagnia. I corridoi erano abbastanza stretti e i soffitti relativamente bassi. Sembrava che l’edificio si fosse gradualmente sviluppato in fasi successive, e come risultato di ciò vi erano moltissime piccole stanze. In precedenza il palazzo aveva ospitato una scuola di musica, e quindi era dotato di un auditorium con un palco e di almeno cinquanta piccole aule. Naturalmente erano occorsi notevoli interventi di ristrutturazione. L’auditorium al primo piano era stato trasformato in una grande sala da centoventi tatami. I muri delle classi erano stati abbattuti per realizzare gli spazi per uffici, sale di riunione e così via.
Al piano terra vi erano un ufficio, una grande sala, l’alloggio del sovrintendente e un garage. Al primo piano c’erano sei piccole stanze per riunioni, dove i responsabili potevano incontrare i membri che venivano per ricevere i consigli personali, e dove gli staff della statistica e delle altre divisioni potevano lavorare. Inoltre, vi erano diverse stanze allestite con tatami che potevano accogliere i responsabili in visita nel caso fosse stato necessario.
Al secondo e ultimo piano era stata realizzata una sala da sessantacinque tatami per ospitare il Gohonzon, la sala del presidente, una sala da disegno e due camere in stile giapponese. (RU, 10, 1-4)
"La determinazione" - prima puntata
Nel 2026 celebreremo il settantesimo anniversario della Campagna di Osaka, in cui il maestro Ikeda mostrò come, attraverso una incrollabile fede nel Gohonzon, l'impossibile può trasformarsi in possibile. Per questa occasione pubblicheremo due volte a settimana (a partire dalla prima settimana di gennaio, il martedì e il giovedì) degli estratti dal volume 10 de La rivoluzione umana, capitolo "Determinazione" in cui il maestro Ikeda parla nel dettaglio di questa Campagna

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