«Mi stava sempre addosso, non mi lasciava mai. E per paradosso era così entrata in me che, quando non la sentivo presente, avevo come un vuoto, una mancanza, e la cercavo io, come un bisogno della mente» La indicherò con le sole iniziali, per discrezione; si chiamava M.P. L’ ho incontrata tre anni fa. D’improvviso, mentre stavo faticosamente cercando di ricostruire la mia vita da solo, è arrivata, decisa, risoluta, imponendo la sua presenza, e per me è cambiato tutto. Ci siamo conosciuti in un ambulatorio medico dell’ospedale, dove mi trovavo per una visita. Eravamo lì soli, nel silenzio di un pomeriggio nuvoloso, nell’ospedale deserto. Lei s’è presentata, con semplicità e intensità, e ha cominciato a parlare di sè: chi era, cosa faceva, il suo carattere, le sue caratteristiche, insomma le cose che si dicono in queste occasioni. Ma me le diceva in modo strano, come se riguardassero più me…
Io e M.P. una storia d’amore
Eugenio Gardi, Bergamo
«Mi stava sempre addosso, non mi lasciava mai. E per paradosso era così entrata in me che, quando non la sentivo presente, avevo come un vuoto, una mancanza, e la cercavo io, come un bisogno della mente»
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