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15 luglio 2009

Infinita gratitudine

Antonella Incarnato, Genova

In ospedale, di fronte alla sofferenza degli altri, ho pensato che, se non avessi praticato, sarei stata depressa e impaurita. Lì ho capito che fare shakubuku significa salvare una vita, perché nessuno può sapere quali problemi si dovranno affrontare nel corso dell'esistenza

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