Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione · Il Nuovo Rinascimento · Rivista della Soka Gakkai Italiana dal 1982 ·Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione ·Il Nuovo Rinascimento · Rivista della Soka Gakkai Italiana dal 1982 ·

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1 maggio 2013

Il Papa accoglie in Vaticano le religioni presenti in Italia

L'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, per la prima volta tra le mura vaticane, incontra Papa Francesco: un punto fermo per continuare a sostenere il dialogo interreligioso Il 20 marzo l'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai è stato ufficialmente invitato in Vaticano alla udienza con Papa Francesco, in occasione dell'incontro tra il Santo Padre e le confessioni religiose riconosciute nel nostro Paese. Al termine dei discorsi ufficiali si è svolto il rituale saluto al Vescovo di Roma. Durante l'incontro si è tenuto un breve colloquio tra la responsabile nazionale della Divisione donne Asa Nakajima e Sua Santità il Papa Francesco. Asa Nakajima ha portato i saluti del maestro Daisaku Ikeda e della intera comunità buddista della Soka Gakkai italiana insieme ad alcuni doni. Sua Santità, ricambiando affettuosamente, si è soffermato sul juzu donatogli quale simbolo della preghiera come base della fede. L'udienza si è tenuta presso la Sala Clementina. All'udienza erano presenti tra gli altri: il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, il Rabbino Capo della comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni, il presidente del Centro Culturale Islamico d'Italia Abdellah Redouane, il responsabile europeo dei Sikh Bhai Sahib Mohinder Singh, il leader degli induisti americani Ghanapati e il leader internazionale della scuola buddista Rissho Kosei Kai, Nichiko Niwano. L'Istituto Buddista ha inoltre partecipato alla cerimonia di inaugurazione del ministero petrino che si è svolta il giorno precedente in Piazza San Pietro. La libertà religiosa nell'epoca contemporanea Il libro Credere è reato? Libertà religiosa nello stato laico e nella società aperta è a cura di Luigi Berzano, sacerdote, professore ordinario di sociologia dei processi culturali all'Università di Torino e uno dei massimi esperti di minoranze religiose in Italia. Il volume, uscito di recente, raccoglie i contributi dei più grandi studiosi italiani sulla tutela della libertà di religione e su come in uno stato laico si debba impedire ogni discriminazione delle minoranze religiose. All'autore abbiamo rivolto alcune domande. Da dove nasce l'idea di Credere è reato? Il primo contesto è la necessità di giungere in Italia a una legge sulla libertà religiosa. Nel nostro paese le posizioni tra le diverse religioni riconosciute e lo Stato sono molto differenziate. Da quella privilegiata della religione che ha un Concordato, ad altre che hanno un'Intesa, si passa a un numero notevole di altre ancora che aspettano un'intesa o che hanno già subito un rifiuto, ma soprattutto a tanti, tantissimi gruppi o nuove religioni che non hanno nessun rapporto con lo Stato e che spesso pagano il prezzo di essere oggetto di diffidenze generalizzate. Che cosa c'è alla base della diffidenza nei confronti delle minoranze religiose? La non conoscenza dell'altro è la prima ragione di diffidenza e di intolleranza. [...] Questo volume nasce soprattutto per rispondere alla confusione e alla diffidenza, rafforzate anche da qualche pubblicistica nostrana. [...] Credere è reato? ha voluto raccogliere i contributi di venti tra i migliori giuristi, semiologi, sociologi per affrontare e discutere del tema della libertà religiosa. Per fare innanzitutto chiarezza in questo universo variegato. Il testo integrale è presente sul sito www.sgi-italia.org Dialoghi fra le religioni Come possiamo mettere in atto un dialogo interreligioso, nell'accezione moderna del termine? Il presidente della SGI Daisaku Ikeda suggerisce che «una serenità spirituale forte e splendente come il diamante, la felicità di tutti gli esseri umani e la pace sono aspirazioni che troviamo alla radice di tutte le religioni le quali, in tal senso, dovrebbero mirare a diventare sempre più "religioni per l'essere umano". [...] Sono convinto che il requisito essenziale di una religione, in un'epoca di globalizzazione come la nostra, sia quello di diventare sempre più capace di interpretare questi ideali comuni , e che in tali aspirazioni si trovino le basi per la promozione del dialogo interreligioso, uno dei temi più importanti della nostra civiltà» (RSND, 1, xi). Le testimonianze riportate in questa pagina sono l'esempio di momenti di scambio e condivisione, avvenuti negli ultimi mesi fra l'Istituto Buddista e le altre confessioni all'insegna dei comuni valori positivi e di speranza. In Calabria "Con gli occhi dell'altro" Per la quarta Festa della convivialità delle differenze alcuni membri dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai hanno partecipato all'incontro dal titolo "Con gli occhi dell'altro" che si è tenuto il 16 dicembre 2012 a Cosenza nella sede dell'associazione Stella Cometa. La festa, nata con l'intento di offrire ai bambini di famiglie immigrate dei giocattoli per il Natale, è diventata negli ultimi due anni l'occasione per un incontro di scambio e di preghiera interreligiosa. I passi della Dichiarazione Conciliare Nostra Aetate, documento del 1965 della Chiesa cattolica sul senso religioso e sui rapporti con le altre religioni non cristiane, sono stati commentati dall'Imam Ahmed Berraou della Comunità islamica "Arahama", da Alessandra Vuono dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, da Maria Carmela Stancati Errico della Comunità Baha'i e da Vanda Scornaienchi della Chiesa Valdese di Dipignano. L'incontro è il risultato di un percorso di dialogo cominciato nel 2001 per la mostra "Cosenza, città dei diritti umani", e rappresenta un'occasione per costruire relazioni che creano pace. in Toscana Il volontariato unisce le religioni "Dialogo interreligioso nel mondo del volontariato idee e testimonianze su come si vive l'incontro e il confronto fra le diverse religioni nella realtà del volontariato". Questo è l'argomento dell'ultimo incontro del ciclo religioso organizzato dal movimento culturale "Il Cenacolo" e tenutosi nella Sala delle Feste a Palazzo Bastogi di Firenze lo scorso 28 febbraio. L'iniziativa ha raccolto allo stesso tavolo esponenti di diverse religioni e del volontariato: cosa spinge a donarsi agli altri? Non si può vivere pensando solo a se stessi, ma possiamo costruire una società aperta all'universo, a prescindere da razza sesso o fede. Alessandro D'Alessandro, quale rappresentante dell'Istituto Buddista, ha sottolineato come il volontariato è uno dei cardini della Soka Gakkai, sia nelle sue qualità di organizzazione non governativa presente alle Nazioni Unite, sia nella sua organizzazione interna. «Il nostro volontariato non ha natura caritativa o assistenziale ma cerca di sviluppare negli esseri umani l'attitudine alla benevolenza e alla compassione, risvegliando in loro la fiducia nel proprio valore». Romagna, all'insegna dell'unità tra le fedi Grazie alla disponibilità e collaborazione di don Silvio, parroco di Savio, il 3 febbraio il territorio Romagna ha organizzato un incontro interreligioso che si è svolto all'insegna dei punti in comune, come scrive anche il presidente della SGI Daisaku Ikeda: «Stabiliamo legami d'amicizia con gli altri e lavoriamo insieme a loro per creare la pace. Un simile rapporto con la propria città e il proprio paese è manifestazione concreta del fatto che la nostra vita permea tutte le cose». Il racconto di esperienze legate al tema della pace ha introdotto la campagna della mostra "Senzatomica" che si tiene dal 3 al 18 maggio nei chiostri della Biblioteca Classense a Ravenna. Piombino: La donna nelle religioni L'8 marzo si è tenuto un incontro sulla condizione femminile nella società e nelle religioni al quale hanno partecipato i rappresentanti di Ebraismo, Islam, Cattolicesimo, Buddismo. Nel giorno della Festa della donna Anna Tempestini, assessore comunale all'Istruzione, ha ricordato che è allo studio l'introduzione del Codice Rosa per sostenere le donne vittime di abusi. In videoconferenza ha preso parte all'incontro l'astrofisica Margherita Hack. Un evento che testimonia l'attuale realtà multietnica e che ha ricordato la lotta per l'affermazione della dignità della donna. a cura di Carlotta Ceccanti, Massimiliano Ferraina e Sonia di Nardo Una mostra che non sarà dimenticata Senzatomica a Milano: l'affluenza, l'organizzazione, i giovani, i giovanissimi, il passaparola. E persino un piccolo mistero che non può che essere di buon auspicio La mostra Senzatomica a Milano è stata davvero un successo. Nel solo giorno dell'inaugurazione, presente il sindaco Giuliano Pisapia, ha accolto oltre 1.800 visitatori, che sono andati aumentando fino a 18.836, di cui 4.406 studenti. Il sindaco e la moglie Cinzia Sasso sono anche stati gli ultimi due visitatori nel giorno della chiusura. Una presenza davvero speciale questa dei giovani e giovanissimi che hanno risposto in prima persona a quello che è lo scopo della campagna Senzatomica: sensibilizzare le nuove generazioni sul tema del disarmo nucleare per contribuire al cambiamento. Un'altra particolarità, che si è rivelata assolutamente fondamentale: il passaparola. Quanti i visitatori che, colpiti dal coinvolgimento provato durante la visita, si sono dati da fare per invitare amici e conoscenti! Ma, sebbene siano stati la maggioranza, non sono stati solo gli adulti a fare proseliti. Per esempio, Jacopo, undici anni, dopo aver visitato la mostra "dei grandi" con la sua mamma, ha preteso di esserci riaccompagnato con una sua amichetta che «deve assolutamente vederla!». Così, i due ragazzini si sono uniti a un gruppo di adulti ma, quando il discorso della guida ha cominciato a farsi troppo complesso, Jacopo ha preso per mano la sua compagna e... «Scusate, noi andiamo avanti da soli: continuo io, tanto la mamma mi ha spiegato tutto!». Altro capitolo. L'organizzazione accurata, ispirata a un'attenzione che i visitatori hanno sottolineato più volte. E le guide. Preparate, sensibili, disponibili... Sono solo alcuni degli aggettivi che hanno coronato il loro lavoro, così appassionato, da riuscire a costruire sempre un rapporto vivo, ognuna con il suo gruppo di visitatori. Senzatomica ha avuto anche risonanza nazionale con il servizio del TG3 arricchito da interviste, alcune riservate ai bambini. E anche noi abbiamo catturato alcuni loro commenti davanti agli schermi che proiettavano le testimonianze dei sopravvissuti. Dialogo fra due ragazzini di quinta elementare: «Ma ti rendi conto? Pensa quanto ha sofferto! Come può sorridere così mentre lo racconta?». «Allora non hai capito proprio niente: certo che sorride! Ha la possibilità di raccontare la sua tragedia per far sì che non accada più». Senzatomica è stata anche l'occasione per una scoperta avvolta di mistero. La mostra ha avuto luogo (un po' di storia per i non milanesi) alla Rotonda della Besana, un complesso cimiteriale tardobarocco voluto dall'Ospedale Maggiore.

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