L’attività da “pioniera” del Buddismo e dei diritti umani in Etiopia è inseparabile dalla lotta interiore quotidiana per credere fino in fondo in tutti i propri sogni Sono andata al primo meeting buddista a Mestre nel novembre 1989, quando avevo 35 anni e la frase detta dal responsabile di gruppo che mi ha spinto a recitare è stata: «Si pratica per realizzare l’impossibile». Dopo 14 anni di attività ho sperimentato cosa significa realizzare un sogno impossibile: per me era un lavoro all’estero, in un paese culturalmente diverso dalla consumistica società europea. Mi ricordo che durante il primo corso buddista a Vienna, presa dall’entusiasmo mi ero messa fra i tanti obiettivi quello di andare in un paese dove non praticava nessuno per “fare la pioniera”. Così nel 2001 ho partecipato a un concorso del Ministero degli Esteri come insegnante di diritto ed economia e … sono arrivata prima, vincendo l’unico posto…
I sogni impossibili
L’attività da “pioniera” del Buddismo e dei diritti umani in Etiopia è inseparabile dalla lotta interiore quotidiana per credere fino in fondo in tutti i propri sogni
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