«Ringrazio quell’amica per avermi dato l’opportunità di sfidarmi nella mia timidezza e nei limiti fisici e sociali derivanti dalla mia disabilità che, fino ad allora vedevo insormontabili. Ora li vedo per quello che sono, grandi, difficili, ma da qualche parte accessibili» Ho trentasei anni e pratico il Buddismo da quattro. Sono disabile, e la mia malattia si chiama tetraparesi spastica. Il parto di mia madre è stato complicato e una parte del mio cervello è stata gravemente danneggiata. A distanza di un anno i miei genitori si sono accorti che non riuscivo a camminare e a parlare. I medici non avevano dubbi: sarei rimasto su una sedia a rotelle per tutta la vita. Grazie al continuo incoraggiamento dei miei genitori e di una terapista svizzera, facendo molta ginnastica ho imparato a camminare, a leggere e a parlare. Ho conosciuto il Buddismo nel 1999 tramite mia madre, che mi ha sempre…
I “limiti” accessibili
Donato Di Giacomo, Roma
«Ringrazio quell'amica per avermi dato l'opportunità di sfidarmi nella mia timidezza e nei limiti fisici e sociali derivanti dalla mia disabilità che, fino ad allora vedevo insormontabili. Ora li vedo per quello che sono, grandi, difficili, ma da qualche parte accessibili»
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