Qual è la mission di Source International ONLUS?
È un'organizzazione non governativa che nasce in Italia, ma la sua missione è di fornire supporto scientifico e tecnico a tutte le comunità nel mondo che decidono di lottare per i diritti umani, in particolare per il diritto di vivere in un ambiente sano. Ad esempio, comunità che si trovano in situazioni di forte inquinamento a causa di grandi attività antropiche.
In Italia accompagniamo il supporto scientifico e tecnico con una serie di attività di sensibilizzazione e educazione. Quindi, interveniamo da un lato con delle azioni concrete di impatto sul territorio, dall'altro con azioni per la prevenzione, la consapevolezza e la sensibilizzazione della popolazione.
È da poco iniziato il progetto “Langhe a scuola: azioni e voci per il clima”. Può raccontarci com’è nato e quali sono i suoi obiettivi?
Le Langhe sono un territorio piemontese che dal 2022 soffre una gravissima situazione di stress idrico, tanto che nel 2023 molti comuni della zona sono stati riforniti di acqua dalle autobotti.
Ci siamo interrogati sulle problematiche della zona e cosa si potesse fare. Insieme agli insegnanti dell'Istituto Comprensivo di Bossolasco-Murazzano è nata l’idea di un percorso educativo con studenti e studentesse, di scuola primaria e secondaria, incentrato sulla crisi idrica, la siccità e le strategie di mitigazione. Come prima cosa, poiché la maggior parte delle scuole montane sono dotate di orti scolastici, abbiamo installato delle cisterne per la raccolta di acqua piovana. Poi il percorso si è incentrato sull’importanza della biodiversità, in un'ottica di mitigazione del cambiamento climatico: le Langhe sono una zona caratterizzata da coltivazioni di viti e noccioli, un territorio quindi molto bello però poco biodiverso, con tutta una serie di criticità conseguenti.
Il progetto si sviluppa in tre azioni specifiche, puoi descriverle?
Il primo obiettivo è sviluppare un percorso insieme agli insegnanti, dove studenti e studentesse vengono sensibilizzati attraverso l’accesso alle informazioni su tematiche ambientali e sul cambiamento climatico.
Il secondo è sviluppare delle azioni concrete per fare in modo che tutto questo si possa concretizzare con delle azioni d'impatto locali. Una di queste è la rigenerazione, da parte delle classi, di duemila metri quadrati di terreno comunale abbandonato e la creazione di una foresta, piantumare quindi una serie di specie vegetali che si sono perse, che sono endemiche e tradizionalmente molto importanti per la cultura locale, ma che sono state sostituite dalle monocolture.
La piantumazione di una foresta ha una prospettiva temporale molto lunga, quindi è una buona metafora per rappresentare quelle che sono le azioni di mitigazione del cambiamento climatico.
L’ultimo obiettivo è la creazione da parte di studenti e studentesse di una Graphic Novel di buone pratiche per il clima, ideare un fumetto che possa fungere da manuale di buone pratiche.
In che modo il progetto mira a mettere in pratica quanto stabilito nel Commento Generale n. 26 sui diritti dei bambini in relazione al cambiamento climatico delle Nazioni Unite?
Il commento dell’ONU vede i giovani come attori del cambiamento.
Da un lato incoraggia a fornire un accesso alle informazioni e dare loro gli strumenti per comprendere tematiche attualissime, come il cambiamento climatico, la biodiversità e i processi possibili di partecipazione pubblica. Dall’altro far sì che la voce dei giovani sia ascoltata perché saranno loro a ereditare il mondo ed è giusto che si rendano conto di avere un grande potere.
Il punto è incoraggiare i giovani a riappropriarsi del loro futuro.
Per esempio, il secondo laboratorio sarà dedicato alla partecipazione pubblica giovanile, incentrato su quali strumenti esistono affinché i giovani possano avere una voce nelle politiche locali e partecipare alla vita politica del proprio territorio.
Le nuove generazioni sono quelle più sensibili a tali tematiche e possono portare un contributo fondamentale nelle politiche di gestione, mitigazione e adattamento al cambiamento climatico.
Ci sono delle azioni che i cittadini possono fare per ridurre l’impatto che il massiccio uso di acqua, come avviene ad esempio per le monocolture, sta avendo sul territorio piemontese?
Di azioni ce ne sono! Le abbiamo chieste a studenti e studentesse. L’anno scorso hanno creato un Manuale del risparmio idrico mettendo insieme idee fantasiose e altre più realistiche per i cittadini di questa zona. Noi come Source International abbiamo una serie di strumenti scientifici e tecnici che possiamo fornire, ma senza la conoscenza del territorio della comunità locale e la loro capacità di intervenire non andiamo da nessuna parte.
Come azioni da fare ad esempio è possibile installare una cisterna per la raccolta dell'acqua piovana che permette di immagazzinare l'acqua nei periodi di forti precipitazioni e di irrigare l'orto in modo che il terreno la possa riassorbire più diluita nel tempo. Oppure ridurre le monocolture.
Pensando al giardino di casa, si possono adottare alcuni princìpi dell’agroecologia e associare diverse piante in un'ottica di introdurre delle specie più resistenti alla siccità. I cambiamenti climatici sono una cosa reale che dobbiamo affrontare e la siccità di conseguenza, quindi, dobbiamo riprendere una serie di pratiche che possano aumentare la resilienza del territorio, per esempio riprendendo tutte quelle specie antiche che erano molto più resistenti agli stress ambientali.
A livello comunale è importante creare delle oasi come la foresta per la biodiversità che stiamo realizzando grazie al progetto, oasi di tutela ambientale fondamentali per la ricchezza di specie. La creazione di reti di scambio è fondamentale per la buona riuscita di ogni progetto e per avere un impatto sul territoriale locale. Soprattutto in zone di questo tipo dove i territori sono poco popolati e i Comuni possono fare rete tra loro e con le associazioni presenti. È fondamentale dare visibilità ai progetti in ambito ambientale, realizzati a livello locale, affinché siano replicabili in altre zone.
Quando si parla di azioni per il clima ogni luogo ha le sue peculiarità oppure ci sono soluzioni che interessano tutti?
I problemi legati all’acqua e biodiversità colpiscono o colpiranno tutti i territori. Ci sono territori che sono più resilienti perché hanno più capacità naturale o infrastrutturale.
Rendersi conto dell'importanza di buone pratiche per la biodiversità è molto importante per tutti i territori, perché una caratteristica diffusa è quella di sostituire le specie vegetali tipiche che invece sono fondamentali per la biodiversità animale, per il suolo e l'ecosistema.
Dovremmo stimolare una visione più ecosistemica e uscire dalle dinamiche di utilitarismo e da una visione antropica. Dovremmo fare delle azioni che abbiano delle ripercussioni a lungo termine, benefici in termini di anni, e non considerare solo un impatto breve e vantaggioso per noi esseri umani.