Oggi, 20 giugno, si celebra la Giornata mondiale del rifugiato, stabilita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2001 in occasione del 50° anniversario della Convenzione di Ginevra del 1951 sullo Status dei Rifugiati.
Il fenomeno della migrazione è in costante aumento. Secondo il World Migration Report 2022 dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM), il totale stimato di migranti internazionali nel 2020 era di 281 milioni di persone, oltre tre volte il numero stimato nel 1970.
In Europa, nel 2020 la popolazione di migranti non europei ha superato i 40 milioni. Il principale paese di destinazione continua ad essere rappresentato dalla Germania con quasi 16 milioni di migranti nel 2020 (19% della popolazione). L’Italia con 6,4 milioni di popolazione nata all'estero rappresenta la sesta destinazione migratoria più popolare in Europa nel 2020. Si tratta di un fenomeno da sempre esistito ma che va aumentando di pari passo con l’aumento delle disuguaglianze, delle crisi umanitarie e ambientali.
I fattori che spingono infatti le persone a migrare sono molteplici: guerre, conflitti, persecuzioni, violazioni dei diritti umani, povertà, disastri naturali, inondazioni, uragani, terremoti, ecc..
Con i cambiamenti climatici si prevede un aumento del numero di persone in movimento.
Spesso, pertanto, la decisione di migrare non deriva da una scelta libera, informata e consapevole, ma piuttosto da una scelta obbligata da fattori esterni che mettono a rischio la sopravvivenza stessa delle persone e delle loro famiglie e comunità.
Il presidente Ikeda, soprattutto nelle sue Proposte di pace, affronta questo tema, sempre più attuale, incoraggiando ogni persona a impegnarsi per realizzare la felicità e la dignità propria e degli altri.
Nella Proposta di pace 2015 scrive:
«Le condizioni di rifugiato o di apolide protratte nel tempo non solo negano agli individui l’opportunità di partecipare alla vita sociale della nazione, ma impediscono loro anche di costruire legami con i vicini nelle comunità locali. […] È necessario che l’obiettivo di sollevare queste persone dalla sofferenza sia un punto chiave dell’evoluzione creativa delle Nazioni Unite, se si vuole realizzare l’inclusività di “tutte le persone in ogni luogo” perseguita negli Obiettivi di sviluppo sostenibile» (Proposta di pace 2015)
A tale proposito, nella Proposta di pace 2017 sostiene:
«Per chi ha dovuto lasciare la propria casa per via di un conflitto e vive in un ambiente estraneo, un lavoro significativo e l’educazione sono strumenti per riacquisire il senso della dignità umana, per ritrovare speranza nel futuro e uno scopo nella vita. Considero essenziale comprendere, nei futuri piani globali dell’Onu per i migranti e i rifugiati, misure specifiche atte ad assicurare lavoro e opportunità educative agli sfollati. In ultima analisi la soluzione alla crisi dei rifugiati dipende dalla nostra capacità di permettere di riacquisire un senso di sicurezza, speranza e dignità a chi è stato costretto ad abbandonare il proprio paese» (Proposta di pace 2017)
Sottolinea inoltre il contributo prezioso che tali persone possono dare nel risolvere i problemi globali:
«Proprio perché hanno vissuto gravi difficoltà e sofferenze, le persone costrette a sfollare dovrebbero aver acquisito la capacità di rapportarsi agli altri e incoraggiarli in situazioni avverse. Dando loro la possibilità, nei paesi che li ospitano, di lavorare per la realizzazione dei progetti SDG, i rifugiati diverranno capaci di contribuire agli sforzi di ricostruzione nei loro paesi di origine quando vi faranno ritorno dopo la cessazione del conflitto armato» (Ibidem)
Afferma inoltre:
«Sussiste la deplorevole tendenza, da parte di chi vive in paesi che non sperimentano direttamente la crisi dei rifugiati né i problemi legati alla povertà, a prendere le distanze da tali questioni e dalla responsabilità di risolverle. Lo scopo di un multilateralismo centrato sulle persone è andare oltre le differenze delle ottiche nazionali per individuare modi di alleviare la sofferenza delle persone che affrontano difficoltà così gravi» (Proposta di pace, 2019).
I progetti della soka gakkai grazie ai fondi 8x1000
Nell’ambito dei diritti dei rifugiati, l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai sta finanziando quattro progetti grazie ai fondi dell’8x1000.
Community Matching con UNCHR, l’Agenzia ONU per i rifugiati, insieme ai partner Ciac e Refugees Welcome Italia, è un progetto avviato nel 2022 che mette in contatto rifugiati e rifugiate con volontari che possano affiancarli nel loro percorso di integrazione in Italia.
Il progetto è attivo in 10 città italiane e i match avviati sono circa 400, coinvolgendo persone di 41 nazionalità. Grazie al percorso di integrazione nella comunità locale il rifugiato migliora il livello di conoscenza della lingua italiana, la stabilità abitativa e lavorativa. Riportando un aumento del benessere generale dovuto alle relazioni costruite attraverso il Community Matching.
Puoi approfondire qui il progetto https://ottopermille.sokagakkai.it/progetto/spazi-comuni-2/.
Il progetto Corridoi umanitari dall’Afghanistan avviato nel 2022 è un progetto con ARCI Nazionale. Attraverso la firma del protocollo per i corridoi umanitari dall’Afghanistan di ARCI, il progetto si impegna ad accogliere persone appartenenti principalmente a tre gruppi target: donne sole o con bambini attiviste che difendono i diritti umani, persone lgbtq+ e giornaliste/i perseguitate a causa della loro professione.
La prima fase del progetto ha permesso di portare in Italia 87 cittadine e cittadini afghani, a fronte dei 50 previsti, questo è stato possibile grazie alla rete dei Circoli Rifugio già sostenuta nel 2020 dai fondi 8x1000 della Soka Gakkai.
I Circoli rifugio mettono a disposizione un sistema di accoglienza sia in appartamenti dedicati che all’interno di famiglie conviventi con operatori e mediatori esperti, nonché con servizi specifici già gestiti da Arci Nazionale (Numero Verde, JumaMap, Here4you). La seconda fase del progetto nel 2023 sostiene l’accoglienza delle persone già arrivate e accoglie 20 nuovi arrivi.
Puoi approfondire qui il progetto https://ottopermille.sokagakkai.it/progetto/corridoi-umanitari-dallafghanistan/.
In questi giorni stanno partendo due nuovi progetti nell’ambito dei diritti umani dei rifugiati.
Il progetto con l’Associazione Carta di Roma nasce per ricordare il naufragio del 3 ottobre 2013 dove vennero recuperati corpi di 368 persone vicino all’Isola di Lampedusa, evento che scatenò una reazione emotiva enorme nell’opinione pubblica mondiale. Dal 3 ottobre 2013 ad oggi si contano oltre ventiseimila morti, annegati nel Mediterraneo nel tentativo disperato di raggiungere l'Europa.
Per commemorare il decimo anniversario, sarà allestita una mostra presso il Memoriale della Shoah di Milano, lo spazio espositivo accoglierà la memoria dei migranti del naufragio del 3 ottobre attraverso gli oggetti appartenuti ai naufraghi, le testimonianze dei sopravvissuti, dei parenti delle vittime e dei soccorritori. Inoltre, sarà realizzato un catalogo omaggio della mostra.
Il progetto A Europe of rights con l’Associazione Comitato 3 ottobre accoglienza onlus vuole contribuire a sviluppare una cultura di solidarietà, accoglienza e dialogo, fondata sul pieno e consapevole rispetto dei diritti umani attraverso un percorso con le scuole e le realtà territoriali.
A Europe of rights coinvolge studenti e insegnanti di 40 scuole, sia italiane che europee, per promuovere il dialogo, lo scambio di buone pratiche e favorire il protagonismo delle giovani generazioni sui temi dell’accoglienza, la memoria, le migrazioni e l’integrazione culturale. Il progetto metterà inoltre a disposizione dei materiali didattici per il proseguimento delle attività educative negli istituti scolastici.