Il 25 maggio si è svolta la prima Giornata mondiale dei bambini presso lo Stadio Olimpico di Roma, un’iniziativa fortemente voluta da Papa Francesco e che verrà ripetuta a scadenza biennale.
L'invito che è stato rivolto alla Soka Gakkai italiana, così come la nostra partecipazione a questo importante evento, sono tangibili segni della volontà di collaborare tra le differenti fedi presenti in Italia per promuovere i valori di dignità, compassione e solidarietà che sono alla base di tutte le religioni.
Sotto un sole radioso, lo stadio poco a poco si è riempito di bambine e bambini provenienti da diverse parti d’Italia e del mondo, e professanti diverse religioni. Bandiere, striscioni, disegni e palloncini a colorare gli spalti. Tutti diversi ma uniti in un unico grido che risuona da curva a curva: Pace! Pace!
Questo evento così prezioso in questo momento in cui il mondo è segnato dalla tragedia e brutalità della guerra, tutti questi bambini a desiderare la pace… I partecipanti si sono scambiati un gesto di pace a simboleggiare che la pace comincia da qui, da dove e con chi siamo ora.
C’è stato anche un momento in cui i bambini hanno posto delle domande a Papa Francesco e un momento in cui i bambini hanno risposto con curiosità e gioia alle domande del Papa.
Alcuni commenti di bambini e bambine che hanno partecipato
Alla domanda «Cosa significa per te la pace?» alcuni bambini hanno risposto:
«Armonia» - «Stare tutti insieme"» - «Un mondo senza violenza» - «Amore» - «Speranza».
Anita: «Per la pace servono i bambini perché portano fortuna e gioia».
Emanuele: «Per la pace servono i bambini perché non farebbero mai la guerra».
In prima persona
Tibisay Ambrosini ha partecipato insieme a sua figlia Iolanda che ha posto una domanda a Papa Francesco
Con occhi pieni di emozione guardo tutto quello che sta avvenendo intorno a me e inizio a cercare tutti i punti d’incontro che ci sono con la filosofia che c’è alla base di questa giornata e l’impegno per la pace, primo fra tutti proprio l’importanza di sostenere i giovani e il loro desiderio di pace, di un mondo più giusto, accogliente e inclusivo. Un mondo dove la pace è sempre possibile, e lo è se si sceglie il dialogo.
Mi sembra che il maestro Ikeda sia lì con noi ad applaudire e confermare che dialogare è fondamentale ed è per questo che ci ha lasciato tanti dialoghi da cui trarre esempio e ispirazione. Mi rendo conto che anche quello che sto facendo, cercare ciò che unisce, è eredità del mio maestro, e credo che iniziative come questa servano proprio a renderci evidente questo pensiero. Iolanda, mia figlia, per un caso fortuito viene indicata da Save The Children come una delle bambine per porre una domanda al Papa.
Iolanda ha fatto la sua domanda, è stata bravissima, e si è divertita tantissimo facendo amicizia con bimbi di altre nazioni. La pace ha bisogno di coraggio, di saper stare insieme nel rispetto di tutti, di fiducia reciproca e i nostri bambini e bambine, futuro di Pace, stanno crescendo così. La pace non è solo “per loro” ma è essenzialmente “con loro”. Grazie a tutte le bambine e i bambini che ieri hanno ricordato a tutti noi lo spirito giusto per impegnarci per la pace.