All’inizio della pratica la vita di tutti i giorni non m’interessava affatto. Desideravo lasciarmi alle spalle una complicata situazione familiare e immaginavo che sarei stata felice se certe condizioni fossero cambiate. Nel frattempo tanti “piccoli” scopi si realizzavano uno dietro l’altro, e comparve nel mio libretto di Gongyo una lunga e complessa “lista dei desideri”. Trascinata dall’entusiasmo della scoperta parlavo della pratica a chiunque mi capitasse davanti, compresi i miei genitori, che iniziarono a praticare. Dove stava il trucco? Mi chiedevo io annichilita. Non era possibile che fosse così semplice! La risposta a questa domanda arrivò con la realizzazione del mio scopo principale, che mi lasciò totalmente spiazzata. Prima di tutto perché le cose quando accadono per davvero non sono affatto come le immaginavamo: e poi mi accorsi che sì, realizzavo i desideri grazie alla pratica buddista, ma che questo non migliorava che temporaneamente il mio “stato vitale”, cioè come…
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