«Capii che la costante della mia vita era quella di fermarmi a due centimetri dalla vittoria. Iniziai a recitare Daimoku perché volevo arrivare in fondo» All’età di dodici anni mio zio mi violentò. I miei sogni romantici di bambina si trasformarono in incubi. Il contatto con gli altri era diventato difficilissimo. I miei si accorsero dei comportamenti strani che avevo (mi tagliavo continuamente i capelli da sola, passavo ore e ore al buio, avevo difficoltà a parlare), ma quando spiegai loro cosa era successo non mi credettero. Fu durissimo. Di lì a pochi anni iniziai a fare uso di stupefacenti. Dopo la maturità, me ne andai di casa e vissi per circa un anno un po’ per strada, un po’ a casa di amici incontrati per caso. Stanca spiritualmente e fisicamente, decisi di andare in comunità. Lì, dopo quattro mesi, tentai il suicidio bevendo del diserbante. Passai circa un mese…
Due centimetri di coraggio
Barbara Pellegrino, Roma
«Capii che la costante della mia vita era quella di fermarmi a due centimetri dalla vittoria. Iniziai a recitare Daimoku perché volevo arrivare in fondo»
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