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10 ottobre 2024

Daisaku Ikeda e Aurelio Peccei: ricordi di un’amicizia

di Daisaku Ikeda

In questo saggio, pubblicato il 17 settembre 2000 sul "Seikyo Shimbun", il presidente Ikeda parla dei sui incontri con Aurelio Peccei con il quale nel 1984 ha pubblicato in giapponese e inglese il dialogo "Campanello di allarme per il XXI secolo"

immagine di copertina
Aurelio Peccei e Daisaku Ikeda, Firenze 1981

C’è un famoso indovinello che recita così: in uno stagno crescono delle ninfee che galleggiano sulla superficie. Il loro numero raddoppia ogni giorno. Il primo giorno c’è una sola ninfea, il secondo giorno diventano due, il terzo giorno quattro, il quarto giorno ce ne sono otto, e così via...
Ipotizzando che il trentesimo giorno tutta la superficie sia coperta di ninfee, in quale giorno ne coprirebbero la metà? La risposta, naturalmente, è: il giorno prima, cioè il ventinovesimo giorno.
Solo un giorno prima che la superficie dello stagno sia completamente coperta, ci sarebbe ancora metà dello spazio libero. Sembrerebbe tutto a posto, c’è ancora tanto spazio, ma poi il giorno dopo, in brevissimo tempo, non c’è più spazio, è tutto finito.
Osservando lo stagno il ventottesimo o il ventinovesimo giorno, chiunque potrebbe accorgersi che la fine è vicina.
Tuttavia, c’è una persona che si è accorta del pericolo molto prima e ha lanciato un grido di allarme: «Se non facciamo qualcosa immediatamente, sarà troppo tardi!». Quell’uomo era Aurelio Peccei (1908-1984), primo presidente e cofondatore del gruppo di esperti di fama mondiale noto come il Club di Roma.
Egli segnalò le conseguenze devastanti della crescita esponenziale della popolazione, del degrado ambientale, dello spreco di risorse naturali e del tragico divario di ricchezza fra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo. Affermò che erano tutti fattori interrelati e che, se non fossero stati affrontati, avrebbero innescato una reazione a catena che un giorno avrebbe condotto alla distruzione.

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