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15 ottobre 2020

Creiamo una Soka Gakkai dei giovani

Alberto Aprea, presidente della Soka Gakkai italiana

Far crescere i giovani significa assicurare il nostro futuro. Allo stesso modo, anche i giovani di oggi dovrebbero prendersi cura delle future generazioni per costruire un’eterna Soka Gakkai dei giovani

immagine di copertina

3 maggio 1960: sul palco allestito per la cerimonia di nomina del giovane Ikeda a terzo presidente della Soka Gakkai era esposto uno striscione con questa poesia di Josei Toda: “Con cuore intrepido e valoroso, mettiamoci in viaggio”. Fedele a questa promessa, cinque mesi dopo, il 2 ottobre, Sensei partiva per il suo primo viaggio fuori dal Giappone, per piantare i semi di kosen-rufu nel mondo.
Portava con sé una fotografia del suo amato maestro Toda che custodiva nel taschino interno della giacca. Era sempre insieme al suo maestro.
Era animato da una determinazione e lungimiranza tali da aprire la strada a uno sviluppo che nessuno allora poteva immaginare. Tutti noi siamo stati richiamati dalla sua profonda preghiera e siamo emersi sul palcoscenico della nostra missione grazie alla sua determinazione.
In ogni luogo che visitava, Sensei recitava Daimoku pregando sinceramente affinché emergessero i Bodhisattva della Terra e incoraggiava con tutto il cuore la persona che aveva di fronte, con lo sguardo sempre volto al futuro.
Il 4 ottobre dell’anno successivo, il 1961, partì di nuovo con l’obiettivo di aprire la strada di kosen-rufu in Europa.
Il 19 ottobre, ad attenderlo all’aeroporto di Roma c’era solo una coppia di membri giapponesi che si trovava in Italia per lavoro.
Ricordando quella prima visita nel nostro paese, Sensei scrive: «Se si pianta anche un solo seme, questo crescerà diventando una pianta che ne produrrà molti altri […]. Allo stesso modo, tutto inizia con un singolo individuo. Ecco perché è così importante curare ogni persona. Dare valore a ciascun individuo e considerarlo un tesoro è la chiave per raggiungere kosen-rufu» (NRU, 5, 91).
Nel 1981, quando tornò per la sesta volta in Italia, c’erano già alcune centinaia di membri.
Nel vedere così tanti giovani pieni di entusiasmo, Sensei percepì chiaramente che era giunta una nuova epoca di kosen-rufu nel mondo e sentì il suo cuore riempirsi di profonda commozione. Era felice che la Soka Gakkai italiana fosse riuscita a compiere nel corso di vent’anni quello straordinario sviluppo. Molti di quei giovani praticavano da poco tempo e Sensei volle incoraggiarli uno a uno, certo che una nuova epoca si sarebbe aperta solo se quei giovani avessero manifestato tutto il loro potenziale.
Disse: «Le gocce d’acqua che sgorgano una a una dalle sorgenti sulle Alpi lontane, scorrendo attraverso la terra si tramutano nel grande fiume Po che, alla fine, raggiunge il mare Adriatico. Può darsi che il nostro movimento, che punta al rinascimento dello spirito, abbia appena iniziato a discendere i monti, ma vedrete come fra trenta, cinquant’anni sarà diventato un grande fiume che scorre ininterrotto, dando vita a un nuovo corso per la pace dell’umanità. Questo è ciò che voglio dichiarare qui, solennemente. Per realizzare tutto ciò è necessario “alzarsi in piedi” da soli assumendosi pienamente, in prima persona, la responsabilità di kosen-rufu, senza delegarla ad altri» (cfr. NR, 638, 33).
Da allora sono trascorsi trentanove anni e oggi in Italia si contano decine di migliaia di compagni di fede che sono la forza motrice del movimento di kosen-rufu in Europa.
Per far sì che la corrente dell’umanesimo buddista possa continuare a scorrere eternamente, il nostro maestro ci sta lasciando delle guide fondamentali in cui affronta diversi temi.
Non solo, ma attraverso il suo esempio in tutti questi anni ci ha mostrato come fare. Una di queste indicazioni imprescindibili è di costruire una “Soka Gakkai dei giovani”. È un appello rivolto non solo ai giovani ma a tutti noi discepoli, e in questo modo dovremmo interpretarlo.
L’unico modo per far crescere persone capaci è attraverso il nostro esempio, dedicandoci noi per primi agli altri e diffondendo speranza e coraggio intorno a noi. In un recente scritto, il maestro Ikeda afferma: «Le parole di incoraggiamento nella fede che i membri con più esperienza condividono con umiltà, rimarranno sicuramente incise nei cuori puri dei giovani. Pertanto, è fondamentale incoraggiarli con tutte le nostre forze, trasmettendo loro attraverso l’interazione umana cosa significa essere una persona di fede e un successore» (pag. 8).
Far crescere i giovani significa assicurare il nostro futuro. Allo stesso modo, anche i giovani di oggi dovrebbero prendersi cura delle future generazioni per costruire un’eterna Soka Gakkai dei giovani.
Sensei afferma chiaramente: «Una persona che ama i giovani e impara da loro rimarrà per sempre giovane. Questo perché nel nobile impegno di far crescere le persone è racchiuso un futuro senza limiti» (ibidem).
Da oggi, ancora di più, come discepoli di Sensei creiamo tutti insieme una Soka Gakkai italiana dei giovani!

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