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10 novembre 2023

Costruire la pace è possibile e necessario

La rubrica “Concetti chiave del Buddismo” ha lo scopo di approfondire vari aspetti relativi alla visione buddista della vita. A firmare gli articoli di questa rubrica saranno giovani autori e autrici, coinvolti dalla redazione de Il Nuovo Rinascimento grazie al sostegno del comitato nazionale di studio. In questa puntata parliamo di pace e del principio di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”

immagine di copertina

a cura di Mohamed Ambrosini

Le sfide che l’umanità sta affrontando sono sempre più impellenti, decine di guerre stanno sconvolgendo le vite di migliaia di persone e la distruzione che le accompagna costituisce sicuramente una grande sofferenza per tutti e tutte. È in questo contesto che parlare di pace è sempre più necessario.
Capita spesso però di pensare che l’essere umano in definitiva non sia predisposto a vivere pacificamente e che la guerra è qualcosa di innato nell’essere umano.
A proposito di questo possiamo trovare diversi spunti nella Dichiarazione di Siviglia sulla violenza del 1986. La Dichiarazione fu redatta da un gruppo internazionale di specialisti e scienziati in occasione dell'Anno Internazionale della Pace sponsorizzato dalle Nazioni Unite e dai suoi successivi eventi. Sostiene che non vi è nulla nella nostra biologia che costituisca un ostacolo insormontabile all'abolizione della guerra e di altre forme di violenza istituzionale. E afferma che la guerra è un'invenzione sociale e che la pace può essere “inventata” per sostituirla.
La Dichiarazione è composta da un'introduzione, cinque assunzioni e una conclusione. Ciascuna delle cinque assunzioni sfida affermazioni errate specifiche che sono state utilizzate per giustificare la guerra e la violenza. È stata adottata dall'Unesco nel 1989 e da allora si impegna a diffonderla per l'uso in programmi di educazione per la pace e la comprensione delle vicende internazionali.
Per tutta la sua vita Nichiren Daishonin ha continuato a impegnarsi nel diffondere il principio di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” (rissho ankoku in giapponese). Rissho (stabilire ciò che è vero, stabilire l’insegnamento corretto), significa consolidare la filosofia del rispetto della dignità della vita e della compassione nel cuore delle persone attraverso azioni finalizzate al conseguimento della pace nel mondo. 
Ankoku (la pace nel paese) è la conseguenza di rissho, ed equivale a realizzare la prosperità della società e una pace duratura.
Nel trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, Nichiren Daishonin scrive:

«Se vi preoccupate anche solo un po' della vostra sicurezza personale dovreste prima di tutto pregare per l’ordine e la tranquillità in tutti e quattro i quadranti del paese» (RSND, 1, 25)

Questo passo, che potrebbe risultare astratto, cerca di ispirare chi lo legge a riflettere su quanto siamo connessi profondamente a ciò che accade intorno a noi e a decidere di compiere delle azioni concrete che portino a un cambiamento sociale per la felicità delle persone e per la pace nel mondo. È importante sottolineare che la parola “paese” non fa riferimento in alcun modo a un concetto di nazionalismo o a uno specifico Stato. Il Daishonin esprime la parola “paese” con l’ideogramma cinese che raffigura delle persone all’interno di un territorio, indicando così che è la gente a costituire l’elemento più importante e le vere fondamenta di un paese.
A questo punto potrebbero sorgere naturalmente delle domande: perché pregare? E che relazione c’è tra la preghiera e la realizzazione della pace?
Per prima cosa potremmo chiarire il significato della preghiera nel Buddismo di Nichiren Daishonin. Il maestro Daisaku Ikeda scrive a proposito:

«La preghiera è la prova più sublime che siamo esseri umani. Anche chi afferma di non credere in alcuna religione, prega comunque per qualcosa: “Voglio uscire da questa situazione”, “Desidero una vita migliore”, “Voglio proteggere la mia famiglia”. Nutrire questo tipo di desiderio è naturale per il cuore umano, è il suo modo di sentire. Sia la premura verso gli altri che l’amicizia iniziano dalla preghiera. La preghiera è la forza che unisce gli esseri umani» (NR, 671)

Vediamo quindi che pregare è un’espressione profonda del desiderio di un cambiamento, di qualcosa di positivo, di una naturale ricerca della felicità più profonda che poi abbraccia inevitabilmente chi ci circonda. Il Buddismo ha proprio questo scopo, rendere le persone in grado di ottenere un tipo di felicità, insieme alle altre persone, che è in definitiva il risultato di un cambiamento interiore che poi si riflette nella propria vita e nelle azioni mirate alla realizzazione della pace nella società. Come è riassunto nell’affermazione del maestro Ikeda:

 «Lo scopo originale del Buddismo non può essere conseguito semplicemente con l’ottenimento della propria personale Illuminazione. La vera Illuminazione spinge ad agire per la felicità degli altri. […] Se si desidera garantire felicità e pace a tutte le persone non si può fare a meno di rivolgere la propria attenzione al cambiamento sociale. […] La sicurezza personale non è qualcosa che si può costruire isolandosi. Affinché ognuno di noi abbia una vita sicura è cruciale che nell’ambiente naturale e nella società in cui viviamo vi siano pace e stabilità. Perciò se davvero ricerchiamo la sicurezza personale dobbiamo andare oltre il nostro piccolo io dominato dall’egoismo e lavorare per costruire la pace e la sicurezza della società, in altre parole per la “tranquillità in tutti e quattro i quadranti del paese”» (Gli insegnamenti della vittoria, vol. 2, pag.770-775)

La Soka Gakkai sin dalla sua fondazione nel 1930 ha fatto proprio questo obiettivo e grazie ai suoi membri in 192 nazioni e territori del mondo, uniti da un legame profondo con i tre presidenti fondatori Tsunesaburo Makiguchi, Josei Toda e Daisaku Ikeda, promuove con instancabili sforzi, in unità di intenti con diverse altre organizzazioni in tutto il mondo a partire dalle Nazioni Unite, gli ideali del rispetto della dignità della vita per la costruzione di una società pacifica. Nel preambolo nella Carta della Soka Gakkai possiamo leggere:

«Noi, le organizzazioni e i fedeli della Soka Gakkai nel mondo, condividiamo lo scopo e la missione di promuovere la pace, la cultura e l’educazione che si basano sull’insegnamento buddista del rispetto della dignità della vita. Di fronte a molteplici crisi tra loro interconnesse, la sopravvivenza e il benessere dell’intera umanità non possono che essere il risultato di un’azione condivisa e di mutua cooperazione fondata sulla consapevolezza dei nostri intimi legami con tutte le forme di vita. È necessario il contributo di tutti e nessuno deve essere lasciato indietro»

Costruire la pace, che non significa soltanto assenza di guerra, è possibile e necessario. Non bisogna assolutamente perdere la speranza. Ogni persona è preziosa e ha un ruolo fondamentale nella costruzione della pace.

«Niente è più prezioso della pace. Niente porta maggiore felicità. La pace è il punto di partenza per il progresso dell’umanità»
Daisaku Ikeda (NRU, 1, 1)

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