Ho conosciuto per la prima volta la campagna Senzatomica nel 2015, grazie alla mostra che si tenne a Roma. L’impatto che ebbe nella mia vita fu enorme. Praticavo il Buddismo da un anno e frequentavo il secondo anno della laurea triennale in Biotecnologie. Mi impegnavo con serietà nello studio anche se non capivo ancora quale strada avrei voluto intraprendere e molte erano le riflessioni che sorgevano rispetto all’etica del ricercatore. Mi fu proposto di prendere parte all’attività della mostra Senzatomica come guida, con il compito di illustrare i pannelli presenti nella mostra ai visitatori, trasferendo loro l’importanza dell’abolizione delle armi nucleari e creando un dialogo con ognuno. Il messaggio significativo che veicola la mostra è che le armi nucleari sono il frutto della logica che porta a distruggere qualsiasi cosa possa essere un ostacolo alla realizzazione dei propri obiettivi e arriva a giustificare l’annientamento della vita dell’altro. Secondo il Buddismo…
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